turismo_sos-vacanzeIl recente appello del presidente di Federturismo Daniel John Winteler mette in rilievo la necessità di una inversione di rotta del settore turistico, soprattutto al termine di una stagione estiva che ha registrato un crollo del 10% dei viaggi in Italia e il 10% in meno di camere d’albergo occupate in agosto. Ciò che allarma è che le maggiori città d’arte italiane, come Roma, Firenze e Venezia, non sono riuscite a tamponare la crisi che viene denunciata: crisi che è paradossale soprattutto in un paese, l’Italia, che nel 2007 ha visto l’industria turistica fatturare 150 miliardi di Euro, pari al 10,5% del Pil nazionale. Basti pensare che, solo per citare un esempio, i musei italiani più visitati non sono in grado di competere con i maggiori attrattori stranieri che procurano un ritorno commerciale pari a 4-7 volte il nostro (per esempio in Francia e Regno Unito), facendo scivolare la competitività del settore turistico italiano al 28° posto della graduatoria World Economic Forum.
Che fine ha fatto la fama di leading player dell’industria turistica italiana?
Winteler punta il dito contro le politiche del governo, che continuano a disattendere le aspettative degli operatori del settore (basti pensare alla legge Finanziaria, che ha lasciato invariato lo svantaggio fiscale del turismo), allontanando la prospettiva di mettere in moto un vero piano di sviluppo, in cui al Governo figuri per il suo potere di coordinamento e l’Enit come ente promotore con impostazione snella e manageriale, che dia una rappresentanza adeguata alle imprese coinvolte. Il vero punto critico risiede quindi nella gestione delle risorse e nel loro utilizzo in maniera efficace, che riequilibri il quadro facendo dell’industria turistica uno dei motori della ripresa economica e dell’occupazione qualificata dell’Italia. L’intento dell’appello è sicuramente quello di sensibilizzare il Governo a ripensare in termini di maggiore funzionalità il comparto turistico, in cui si stabilisca un dialogo tra imprese e autorità pubbliche improntato su una maggiore lealtà e trasparenza. Sperando che l’autorità pubblica riconosca lo stato di emergenza del settore, l’obiettivo primario è che almeno questa denuncia non venga vanificata ma che sappia, per ora, portare un’attenzione concreta in termini di risposte utili e funzionali alla ripresa, accorciando nel lungo termine le distanze che ci separano dai competitors stranieri.