fairA ridosso della quarta edizione di Art Verona, che inaugura la stagione del mercato italiano di arte moderna e contemporanea, viene spontaneo interrogarsi circa il significato e la portata che hanno acquisito le fiere internazionali di arte, che si susseguono una dopo l’altra a partire da questo mese in città come Torino, Bologna e Milano. In particolare, ciò che si presenta come un evento “moda” puramente commerciale di messa in vendita di opere di artisti emergenti e non per una ristretta elite di acquirenti e collezionisti, cela in realtà un fitto programma di eventi culturali che ne arricchiscono i contenuti rendendo la fiera il pretesto ottimale per mettere in scena le città e il territorio urbano che la ospita. E’ l’evento collaterale a dare l’impronta caratteristica: il “fuori fiera” si pone come una serie di progetti satellite che mettono in rilievo la forte correlazione esistente tra l’arte e le sue varie forme applicative, che spaziano dal cinema, al fumetto, al design, all’architettura, alle performance d’artista. Quale metro di giudizio adottare per valutare le rassegne in programma nei prossimi mesi? Seguendo la tendenza attuale, è la ricchezza e originalità dell’arte “off fiera” a decretare il successo, facendo risaltare il rapporto esistente tra città ed istituzioni che si mobilitano per alcuni giorni e diventano luogo per vivere l’arte nella sua molteplicità, tessendo una robusta trama di relazioni tra siti museali, gallerie, cinema e teatri, a dimostrazione di come sia possibile coniugare centro storico e contemporaneo con aperture e manifestazioni extra ordinarie. Anche le iniziative didattiche di laboratorio per i più giovani costituiscono una lodevole iniziativa per avvicinare le nuove forme artistiche a registri più comprensibili, costituendo luoghi in cui l’arte diviene esperienza diretta. Il quadro complessivo delle fiere italiane di arte moderna e contemporanea non può che essere gratificante per un paese relativamente nuovo a questo tipo di esperienze, ancor più se questi eventi fanno riemergere le potenzialità inespresse delle città in cui gli stessi hanno sede, facendosi strumento di dialogo tra i vari portatori di interesse pubblici e privati, che le sostengono e promuovono Più che la validità delle proposte artistiche in sè, ciò che preoccupa è l’attuale situazione economica, che ripercuotendosi anche nel settore dell’arte, potrebbe limitarne fortemente la crescita. Lecito chiedersi, allora, se le prossime fiere riusciranno ad attutire gli effetti della crisi finanziaria in atto, e se sapranno diffondere fiducia al mercato, attraverso la compravendita di opere d’arte.