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Intervista a Antonia Caola, responsabile della comunicazione per il Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni
Quando è nato il Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni e quali sono state le tappe salienti della sua storia?
Il Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni è nato nel 1929 dalla passione collezionistica di Gianni Caproni (1886-1957) pioniere ed industriale trentino, fra i più conosciuti protagonisti degli albori dell’aviazione a livello mondiale, e della moglie Timina Guasti, che per oltre mezzo secolo fu la curatrice delle collezioni. Scopo primario del Museo era la conservazione dei preziosi velivoli che Gianni Caproni aveva per anni accantonato nelle officine dell’industria, ai quali vennero affiancandosi una sterminata quantità di documenti, cimeli storici, disegni, fotografie e opere d’arte inerenti la storia del volo.
La missione del Museo, scriveva infatti Timina Guasti nel 1931, consisteva nel tramandare ai posteri tutte le testimonianze, di qualunque natura, che potessero documentare la faticosa conquista dell’aria da parte dell’uomo. Una tappa fondamentale per la costruzione dell’identità del Museo fu l’Esposizione dell’Aeronautica Italiana svoltasi a Milano nel 1934, la prima dedicata alla storia del volo, alla quale Gianni Caproni partecipò con prestigiosi prestiti. Dopo questa mostra, accolta da un travolgente successo di pubblico, il Museo Caproni si configurò l’unico “museo generale dell’aviazione” in Italia.
La prima sede espositiva fu aperta in un hangar presso le officine di Taliedo (Milano) nel 1940. Durante la seconda guerra mondiale parte del materiale storico andò perduto; successivamente, le collezioni superstiti furono decentrate fra Roma (documenti, cimeli e opere d’arte) e Venegono Superiore presso Varese (aeroplani). Nel secondo dopoguerra gli aeroplani furono nuovamente esposti al pubblico nelle officine di Vizzola Ticino (Varese). L’attuale sede ubicata presso l’aeroporto di Mattarello è stata inaugurata il 3 ottobre 1992, con un’esposizione sviluppata su una superficie di oltre 1400 mq. Dalla primavera del 1999 il Museo è divenuto una sezione territoriale del Museo Tridentino di Scienze Naturali, ente funzionale della Provincia Autonoma di Trento.
Il Museo presenta oggi al visitatore una rassegna di aeroplani originali che spaziano dal periodo pionieristico al secondo Novecento, passando nello spazio di pochi metri dagli aerei di legno e tela, con velocità di 40 km/h, a quelli interamente metallici da oltre 2.300 km/h, dal biplano Caproni Ca.6 (1911) al caccia Lockheed F-104G Starfighter (1960). Dal soffitto pendono il Breda 19 (1930) delle prime pattuglie acrobatiche italiane, precursori delle attuali Frecce Tricolori, ed il piccolo aereo Caproni Trento F.5 (1952), costruito interamente in legno ma già dotato di motore a turbina. Poco distante, il Savoia Marchetti SM.80bis (1933) ed il Caproni Ca.100 (1928) narrano la storia degli idrovolanti, gli aeroplani concepiti per partire ed atterrare sull’acqua, un tempo diffusissimi ma oggi relegati a pochi impieghi specializzati. Ugualmente degni di nota sono anche l’Ansaldo S.V.A. 5 (1918), protagonista del ‘Volo su Vienna’ ispirato e guidato da Gabriele D’Annunzio nel 1918, il Fokker D.VIII (1918), unico esemplare esistente al mondo di uno fra migliori aerei della prima guerra mondiale, o il trimotore SIAI Marchetti S.79 (1934), avventurosamente recuperato in Libano nel 1993. Senza dimenticare il Caproni Ca.100, meglio noto come “Caproncino”, forse il più celebre ed amato aereo da turismo fra gli anni Trenta e Cinquanta del Novecento.
Che tipo di iniziative promuove il Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni?
La mission del Museo consiste oggi principalmente nella tutela e nella valorizzazione dei reperti storici, aeronautici, documentari ed artistici che compongono le collezioni. Il Museo provvede anzitutto all’esposizione e all’interpretazione critica delle collezioni permanenti, impegnandosi in un programma di rotazione dei reperti esposti che vada di pari passo con le acquisizioni e i progressi della catalogazione del suo patrimonio. Incoraggia l’attività di ricerca e di condivisione di documenti e conoscenze specialistiche con studiosi e appassionati di tutto il mondo, che individuano nel Museo Caproni un importante punto di riferimento per i loro studi. Sostiene un’editoria qualificata di settore aeronautico, proponendo numerose pubblicazioni specialistiche e non, disponibili anche presso il bookshop museale. Promuove l’opera di restauro su singoli pezzi del proprio patrimonio, pubblicandone i risultati in occasione di mostre temporanee, convegni o presentazioni pubbliche. Opera inoltre a vantaggio della diffusione delle conoscenze sulla storia del volo, ideando e realizzando esposizioni temporanee di tema aeronautico ed aerospaziale che favoriscano il coinvolgimento attivo del pubblico di tutte le età attraverso l’approccio hands-on delle installazioni presentate in mostra. Presenta infine una variegata offerta di attività educative rivolte alle scuole di ogni ordine e grado, nonché un ricco calendario di attività per il pubblico. Il tutto con lo scopo di trasformare il Museo da una presentazione statica di reperti di epoche lontane ad un luogo ricco di attrattive e di stimoli, soggetto a periodico rinnovo della sua offerta espositiva ed aperto ai visitatori di tutte le età, che in esso vogliano trovare risposta a interessi molteplici, che vanno dal settore aeronautico a quello scientifico, storico, artistico.
Qual è la percezione del Museo sul territorio e quale la risposta della popolazione locale alle sue iniziative?
E’ soprattutto grazie al suo ampio patrimonio storico, ed in particolare per la sua collezione di velivoli pionieristici originali senza eguali nel mondo per vetustà e stato di conservazione, che il Museo Caproni gode a livello internazionale di una fama consolidata da decenni ed è una delle mete privilegiate del turista straniero in visita a Trento. Paradossalmente, fino a tempi recenti il richiamo di questa fama è stato meno forte proprio in Italia ed in Trentino, ma negli ultimi anni si è assistito a un deciso rinnovarsi dell’interesse nei confronti del Museo da parte del pubblico locale di ogni età. Ciò si deve per lo più al fatto di aver affiancato all’attività di tutela del patrimonio anche quella mirata alla sua valorizzazione, fatta di conferenze, mostre temporanee, manifestazioni ed eventi per il pubblico, ed ogni altra iniziativa in grado di attrarre, oltre all’appassionato, anche il semplice curioso, per fargli conoscere i primordi della storia aeronautica e farlo sentire a casa propria in mezzo a macchine straordinarie che hanno davvero segnato la storia dell’uomo. Va ricordata fra tutte l’adesione sempre numerosa delle famiglie alle attività proposte al Museo nei fine settimana, così come quella delle scuole, che ormai da anni affiancano la visita del Museo ad un’offerta educativa quanto mai diversificata.
Quali chiavi di lettura il Museo vuole fornire al visitatore?
Le chiavi di lettura che il Museo propone al suo pubblico sono molteplici, tante quante i numerosi ambiti disciplinari cui fanno riferimento le sue collezioni. La grande sala espositiva può essere interpretata sia come un contenitore unitario di una serie quanto mai eterogenea di reperti da vedersi in un unico percorso, sia come una sequenza di più collezioni giustapposte che il visitatore, a seconda dei suoi interessi, potrà di volta in volta scoprire.
L’attenzione dei più è ovviamente focalizzata sugli aeroplani, la cui visione ravvicinata consentirà tuttavia all’osservatore più esigente interessanti approfondimenti sulle singole caratteristiche strutturali e sul loro sviluppo storico. Per chi è più interessato alle testimonianze storiche, fra gli aerei si estende un ricchissimo “tessuto connettivo” fatto di vetrine in cui il pubblico scoprirà oggetti, documenti, fotografie e curiosità riferiti alle più celebri imprese della storia aviatoria: in parallelo alla grande avventura industriale di Gianni Caproni sarà quindi possibile rievocare le imprese degli assi della Grande Guerra, le missioni polari di Umberto Nobile, le grandi competizioni sportive degli anni Venti e Trenta, le drammatiche vicende della Seconda guerra mondiale, o i primi passi dell’esplorazione dello spazio nel secondo dopoguerra. Ancora, il pubblico amante dell’arte potrà andare alla scoperta delle innumerevoli testimonianze di come l’aeroplano venisse recepito nel primo Novecento dalle diverse correnti artistiche: dalle prime formulazioni neoromantiche di inizio secolo, alla visione eroica impostasi durante la Prima guerra mondiale, sino ad arrivare all’esplosione dell’arte futurista, di cui il Museo Caproni conserva opere di celebri autori quali Balla, Depero, Tato e Ambrosi. Anche gli ospiti più piccoli troveranno all’interno del percorso appositi spazi dedicati, ove potranno accostarsi al mondo del volo attraverso il gioco e il divertimento. Il carattere multiforme dei contenuti proposti dal Museo trova inoltre riscontro nei metodi di comunicazione verso il pubblico, che prevedono, oltre alla tradizionale presentazione statica dei reperti, un utilizzo sempre più frequente della grafica multimediale e di installazioni interattive che agevolano la partecipazione diretta e la comprensione di tutti gli utenti.
Un simile intreccio di contenuti e metodi caratterizza anche le mostre temporanee, che si inseriscono volutamente e si integrano all’interno del percorso di visita alle collezioni permanenti, proponendo un costante gioco di riflessi fra quanto il Museo espone costantemente e i contenuti delle esposizioni tematiche