lubec_2Il 23 ed il 24 ottobre scorsi si è svolta a Lucca la quarta edizione di Lu.Be.C., convegno nazionale sulla valorizzazione del patrimonio culturale per il marketing turistico territoriale integrato. Organizzato dalla Promo P.A. Fondazione, ha riunito un pubblico qualificato, composto da professionisti, operatori del settore, amministratori e dirigenti di enti sia pubblici che privati. Anche quest’anno il convegno è stato affiancato dalla rassegna Lu.Be.C. Digital Technolgy, con 50 organizzazioni presenti, tra enti pubblici ed aziende private, attivi nel settore delle ICT per i beni culturali e la promozione del territorio. La due giorni è stata un’occasione immersiva, capace di combinare l’approfondimento teorico e le testimonianze degli ospiti presenti con le risorse e le tecnologie dedicate alla valorizzazione della cultura.
Il tema affrontato – “Qualità, Valore e Sviluppo economico per il rilancio del Paese” – si è articolato in diverse sessioni, dando spazio a molteplici punti di vista. Dagli interventi è emersa una fisionomia del sistema culturale italiano, che ne ha messo in evidenza luci ed ombre. Da un lato, non mancano percorsi di eccellenza – per esempio il laboratorio PERCRO della Scuola Sant’Anna di Pisa sulle tecnologie interattive -, e pratiche di collaborazione proficua dentro una logica distrettuale – come testimonia l’esperienza della Casa della Musica di Parma -. D’altro, sebbene non si tratti di una prerogativa del solo sistema culturale, è stata denunciata, da più angolazioni, l’incapacità di ridurre le inefficienze in maniera selettiva per recuperare terreno sul piano della redditività. Perchè non s’investe affatto poco, bensì lo si fa male.
Anche alla luce della crisi economica che il nostro Paese sta attraversando, è stata sottolineata la necessità di stabilire sinergie per attivare processi di sviluppo endogeno basati su conoscenza e innovazione. E proprio a proposito di innovazione è intervenuto il fotografo Oliviero Toscani, che ha fatto un ritratto delle condizioni in cui versa in Italia ciò che sta alla base di ogni possibile innovazione, la creatività. Senza risparmiare critiche al festival che si stava svolgendo a Firenze sullo stesso tema nei medesimi giorni, Toscani ha constatato con amarezza la mancanza di progettualità e di coraggio che contraddistingue in primis la classe dirigente italiana, ancorata a una logica elettoralistica di brevissimo termine, che produce conformismo di massa, mediocrità ed incapacità di gestire l’incertezza, cioè di assumere decisioni in un contesto di rischio. A causa dell’autoreferenzialità di fondo, la situazione italiana è diventata paradossale. Il paradosso sta nell’ostacolare di fatto l’espressione della creatività anziché facilitarla. Il patrimonio artistico e culturale italiano è senza dubbio invidiabile per qualità e quantità, ma manca un’enfasi sulle occasioni di stabilire con esso quante più relazioni di appartenenza e partecipazione per viverlo attraverso l’esperienza diretta e apprendere lasciandosi ispirare. Immaginare simili legami di senso vuol dire progettare eventi che disseminino la curiosità, cioè praticare l’ars combinatoria della creatività, “una sottile possibilità a metà strada fra il cuore e il cervello.”
In maniera più velata nei modi, l’Arch. Giovanni Maciocco (Preside della Facoltà di Architettura di Sassari) è tornato su quella che si potrebbe definire la “strategia della sottrazione”. Dopo decenni di mediocrità architettonica, la desolazione di alcuni paesaggi culturali di periferia rappresenta oggi una sorta di “vendetta del Funzionalismo. La città oggi è simulacro, copia di una copia di una città mai esistita.” Contro queste “città generiche dello shopping globale” occorre imprimere un segno di cambiamento, rovesciando il binomio che tradizionalmente ha visto lo spazio delegato alla riforma della società.
Per le stesse ragioni Settis ha esortato l’approvazione di un nuovo Codice di tutela del paesaggio, contro la barbarie dell’invasione del cemento. L’invito, rivolto alla sfera politica, e più segnatamente al governo, punta alla responsabilità relativa alle scelte di indirizzo e alla trasparenza riguardo alle risorse impiegate e ai risultati prodotti. Troppo spesso, invece, il ruolo di enzima sociale che la P.A. è chiamata a svolgere è disatteso. Così facendo gli investimenti non solo non riescono a produrre l’effetto moltiplicatore sperato, ma nel medio termine finiscono per delegittimare l’intero comparto, aggravandone la crisi e indebolendone le diversità, talvolta fino a spegnerle. I dati emersi dalla ricerca sulle professionalità – purtroppo soltanto accennati in chiusura di evento dalla coordinatrice scientifica di Lu.Be.C. 2008, Francesca Velani – sembrano indicare l’urgenza di un cambiamento nella mentalità e nella prassi dei decisori e degli operatori pubblici. Dare valore al territorio e vivere la bellezza che ci circonda è possibile se impariamo a lavorare insieme, condividendo l’obiettivo di creare opportunità di crescita personale e collettiva sia per i cittadini che per i turisti, che all’interno di quest’ottica relazionale diventano a loro volta cittadini temporanei o potenziali.
Tante le suggestioni presenti, ciascuna articolata su più livelli, e per ogni esigenza e budget, come il software di spazializzazione sonora per una contestualizzazione espositiva più piena, che richiede un investimento minimo di poche centinaia di euro, un mac e un po’ di tempo da dedicare. Oppure il software semantico che raccorda diverse antologie fornendo una elaborazione dei dati assai raffinata, che può essere impiegato nei progetti di messa a sistema delle risorse culturali territoriali, tramite tecnologie convergenti e multicanale. Questo dimostra che con uno sforzo di collaborazione tutt’altro che proibitivo, si possono offrire esperienze di conoscenza interattive, modulabili in base alle esigenze e agli stili cognitivi ed emotivi di ciascuno. Modalità innovative di fruizione che permettono di pensare la visita di una città o la scoperta del proprio patrimonio culturale come un gioco appassionante, con la libertà di accedere dal proprio livello e imparare ad imparare giocando.