muraglia-cineseIl World Heritage and Research Institute for the Asia and Pacific Region (WITHR-AP) è la prima organizzazione internazionale nel campo della conservazione e sviluppo del patrimonio mondiale nata sotto gli auspici dell’UNESCO in un paese in via di sviluppo. L’istituto ha, infatti, tre sedi in Cina, rispettivamente a Shanghai, relativa al patrimonio culturale, a Pechino, focalizzata sul patrimonio naturale, e a Suzhou, attiva nell’ambito delle tecniche di restauro e gestione. Abbiamo intervistato il Prof. Wu Siegrfried Zhiqiang, direttore della sede di Shanghai nonché preside della Facoltà di Architettura e Pianificazione urbana della Tongji University e Chief Planner dello Shanghai World Expo 2010.

Quali sono le motivazioni che hanno portato alla nascita del WITHR-AP e quali le maggiori difficoltà che un’istituzione di questo tipo deve affrontare?
Considerando la grande presenza di etnie, lingue e culture nonché la ricchezza del patrimonio culturale e naturale nella regione dell’Asia e del Pacifico, esiste un reale urgente bisogno di stabilire un istituto locale per aumentare la qualità della conservazione. Per questo il Governo Cinese nel 2004 ha proposto all’UNESCO l’istituzione del WITHR-AP. Nonostante il supporto di istituzioni quali ICCROM e ICOMOS, l’istituto, nella sua prima fase di sviluppo, sta tuttavia incontrando alcune difficoltà relative alla mancanza di fondi e ai rapporti con le autorità locali deputate alla conservazione.

A quali specifici bisogni assolve l’attività del WITHR-AP di Shanghai e quali sono le principali modalità di intervento?
La conservazione del patrimonio culturale è oggi in Cina e in tutta la regione dell’Asia e del Pacifico una questione scottante a causa del processo di rapida urbanizzazione che sta coinvolgendo tanto le città quanto le zone rurali. Il WITHR-AP di Shanghai focalizza, quindi, la sua attività di ricerca e formazione in questo settore, oltre a promuovere la collaborazione tra istituzioni, lo scambio di pratiche e ad aver iniziato la raccolta di dati per la creazione di un archivio sulla conservazione del patrimonio. Il Centro mette, infine, a disposizione le proprie conoscenze ed informazioni attraverso internet, le pubblicazioni e l’organizzazione di mostre.

Con quali paesi il Centro ha sviluppato un maggiore collegamento?
In linea generale abbiamo attivato una cooperazione più stretta con la Francia e da essa sono nati progetti in partnership con il Ministero della Cultura e della Comunicazione francese e con il Centre des Hautes Études de Chaillot. Abbiamo, inoltre, contatti con varie istituzioni tedesche e siamo molto interessati allo sviluppo di accordi bilaterali con tutti i paesi europei.

La Cina ha da molto tempo attivato una collaborazione con il governo italiano per la conservazione del patrimonio, in particolare nel campo del restauro, quali sono le politiche del WITHR-AP in tal senso?
Oltre ai contatti attivati con l’università di Bologna, il nostro Centro, tra novembre e dicembre 2008, terrà  un corso di formazione internazionale intitolato Management Planning for Cultural Heritage realizzato in collaborazione con l’ICCROM, che ha sede a Roma. Desidereremmo, infatti, che i legami tra i nostri paesi non si limitino al restauro, ma assumano una dimensione molto più ampia, soprattutto per quanto riguarda la formazione. Con tale finalità stiamo pianificando di sviluppare programmi per attrarre professionisti e studenti italiani nel nostro istituto, per tenere seminari e realizzare corsi di formazione, master e dottorati legati alla conservazione.

Ci sono differenze tra i modelli di gestione del patrimonio in Cina e in Europa, in particolare in Italia? Qual è il modello adottato dal WITHR-AP?
La principale differenza è che il meccanismo di gestione del patrimonio in Cina è top-down, mentre nei paesi europei risulta più bottom-up, con vari livelli di partecipazione pubblica. Oltre a ciò, in Italia in particolare, la conservazione ha raggiunto livelli molto alti, mentre in Cina si è ancora agli inizi. Considerando il carattere speciale del nostro istituto, riteniamo necessario costituire una piattaforma per il coinvolgimento nelle attività di conservazione che includa diversi livelli di autorità di governo, comunità locali, esperti, professionisti e individui.

L’atteggiamento della Cina nei confronti del patrimonio culturale sta cambiando? Quali ritiene siano le prospettive?
Negli ultimi anni la Cina ha gradualmente compreso la grande importanza del patrimonio culturale e ha preso misure volte alla conservazione e al rafforzamento dei valori ad esso collegati. Ad esempio, prima delle Olimpiadi il governo ha destinato enormi fondi per restaurare molte delle storiche abitazioni Siheyuan di Pechino e il sito dell’Expo 2010 di Shanghai, un enorme patrimonio industriale di oltre 300.000 mq., verrà restaurato e destinato sia a padiglioni espositivi e a strutture di servizio che a musei. E’ possibile vedere, inoltre, il crescente coinvolgimento della società attraverso il ruolo sempre più rilevante rivestito da imprenditori, organizzazioni non governative e singoli cittadini. Ritengo che grazie al nostro sforzo, e in particolare attraverso i programmi di formazione e ricerca del WHITR-AP, verrà posto un sempre maggiore e più specializzato impegno nella conservazione del patrimonio culturale.

www.whitr-ap.org