librinoL’ingresso di Librino, quartiere della periferia catanese celebre per fatti di mafia, è oggi un asse attrezzato. Ma a primavera dieci artisti, dieci poeti e i bambini di altrettante scuole, sotto la direzione della Fondazione Antonio Presti – Fiumara d’arte, faranno di questo muro un varco. Quella che verrà inaugurata è una “porta della bellezza” che restituirà al quartiere la fecondità delle Grandi madri, tema scelto per l’anno didattico 2008-2009 e nucleo di riflessione di un lavoro monumentale che coprirà, in questo primo intervento, 200 metri del muro. Le Grandi madri sono il simbolo della fecondità e della condivisione, del ritorno alla terra e alla comunità. L’asse attrezzato è quindi la base per le opere in terracotta che gli artisti, diretti dal critico d’arte Ornella Fazzina, stanno concludendo proprio in questi giorni con l’inclusione delle tavolette realizzate dagli alunni delle scuole; le dieci opere saranno intervallate dai versi di dieci poeti nazionali ed internazionali selezionati dalla poetessa Maria Attanasio. Dall’inizio di quest’anno artisti come Giovanni Cerruto e Nicola Zappalà hanno realizzato, o stanno portando a termine, lavori creati direttamente nei laboratori che la Fondazione Presti ha costruito nelle scuole di Librino. L’intervento dei bambini, seguiti dagli artisti e da alcuni studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catania, è stato fondamentale nella realizzazione delle tavolette in terracotta che verranno poste nella fascia orizzontale sottostante le opere degli artisti e lo sarà sia nella fase di “costruzione” del muro, prevista per i primi mesi del 2009, sia dopo l’inaugurazione, quando l’opera dovrà essere conservata e tramandata come espressione del quartiere. Perché questi 200 metri rimangano proprietà esclusiva degli abitanti e per evitare strumentalizzazioni politiche da parte di soggetti pubblici avvertiti come portatori di interessi non in linea col progetto, la Fondazione Presti ha accolto e ricerca solo finanziamenti privati.
Le arti visive, la poesia, l’idea del Fare e quella del Donare sono le leve su cui la Fiumara d’arte punta per ricucire socialmente un quartiere in cui l’illegalità è il brodo di coltura, innaturale ma effettivo, di questi ragazzi che la fondazione sta aiutando a prendere coscienza delle proprie potenzialità e di quelle del quartiere.
Grazie alle numerose iniziative, intraprese dal 2002 e che saranno raccolte e raccontate in un museo di futura realizzazione proprio a Librino, le attività della Fiumara d’arte hanno trovato in Franca Ciampi, Claudia Cardinale, Danielle Mitterand e Aminata Traorè, le testimonial d’eccezione di questi sei anni di “devozione alla Bellezza”. Perché Librino, come Corviale a Roma, come lo Zen a Palermo e tante altre realtà di marginalità urbana, ha la sua bellezza che va riscoperta colpendo per primi i sensi degli abitanti stessi. E’ qui che le parole dei poeti e le forme sinuose degli artisti che rievocano simbologie cosmologiche ed interreligiose vanno a riscoprire negli edifici di edilizia residenziale pubblica progettati da Kenzo Tange negli anni Settanta, quel sostrato di misticismo e attrazione verso la natura che le Grandi madri vogliono svelare e rivelare.
In questi mesi di intenso lavoro di creazione, importanti sono state le sinergie sviluppatesi tra artisti e bambini che, entrati a far parte del processo ideativo e artigianale, hanno potuto esprimere la loro personale idea del mondo. Idea che rimarrà nel tempo su di un muro che non ferisce più il quartiere come un taglio, ma ne diviene memoria viva perché questi 200 metri sono solo l’inizio di una costruzione di legami nel quartiere e con altre scuole siciliane. Un muro che, anche senza essere distrutto, non esisterà più in quanto limite ma solo come nuovo ingresso.