1261-5 Comunita competente_cop:14x21Il titolo del libro svela senza indugi l’oggetto principale d’analisi del sociologo e pedagogista Carlo Caldarini: la comunità locale “competente”. Come sostiene l’autore “diventare una comunità competente vuol dire aumentare il proprio repertorio di possibilità alternative (dimensione politica), sapere dove e come ottenere risorse (dimensione cognitiva), chiedere di partecipare ed essere motivati, non tanto sul come o sul cosa fare, quanto sul perché della propria partecipazione (dimensione affettiva)”. Tale processo s’innesca laddove si promuovono occasioni di studio e d’azione determinate dai bisogni sociali, economici, politici e culturali delle persone: in poche parole, attraverso il cambiamento sociale consapevole.
A supportare la tesi della valenza socio-educativa e culturale dello sviluppo locale vengono portati come esempi, nei capitoli centrali del libro, quattro esperienze di intervento sul territorio, realizzate in un arco di tempo che supera i venti anni. La prima è un progetto educativo rivolto ad un target specifico, gli adulti, svoltosi nei Castelli Romani tra il 1984 e 1986: il territorio era al centro delle indagini, in particolare la fascia di pubblico con titoli di studio medio- bassi e appartenente a ceti socialmente sfavoriti. Con questa prima esperienza descritta e condotta in prima persona da Caldarini, ogni risorsa utilizzata nella formazione (interviste, storie di vita, questionari, diari di bordo dei corsi, ecc.) venne fatta emergere quale espressione del territorio e della comunità locale. Sulla falsariga di questa esperienza socio- educativa vengono poi descritte altre attività sviluppo locale partecipativo: in Sardegna (1996-1997), un tentativo sperimentale di coinvolgimento della comunità locale, chiamata a svolgere il ruolo di “insegnante” nei confronti di esperti esterni, con l’obiettivo finale di migliorare le proprie condizioni di vita; a Bruxelles (2002-2003), esperienza analoga a quella precedente, risultato di un meticoloso lavoro di ricerca, condotto in larga parte “sul campo”, attraverso sopralluoghi e riunioni serali con gli abitanti del posto; infine si ripropone nuovamente un’azione di sostegno al sistema locale nella stessa area dove vent’anni prima si era svolta la prima esperienza territoriale di educazione degli adulti (Castelli Romani, 2004-2005). Obiettivo ambizioso del progetto era “Creare le condizioni per la definizione di un modello territoriale di educazione degli adulti localmente condiviso”, coinvolgendo quindi anche i vari attori locali che si occupano di educazione permanente, assieme agli adulti, agendo da collante al processo di apprendimento in senso cooperativo.
A conclusione della rassegna centrale, l’autore trae le conclusioni delle esperienze dirette enunciando una sorta di “comandamenti” dello sviluppo locale, identificato come summa di un processo di apprendimento collettivo che determina un cambiamento di mentalità degli schemi cognitivi della comunità, facente parte di una strategia (globale) della trasformazione della società. Riconoscimento implicito che cambiamento e innovazione sono precondizioni necessarie perché una comunità sia definita “competente”, rendendosi capace di riconoscere i propri bisogni e mobilitarsi per impiegare le risorse necessarie per soddisfarli.

La comunità competente. Lo sviluppo locale come processo di apprendimento collettivo. Teorie ed esperienze
Carlo Caldarini
Ediesse edizioni, Euro 14

ISBN 978-88-230-1261-5