connecting culturesIntervista a Anna Detheridge , direttrice di Connecting Cultures e Anna Vasta, curatrice e organizzatrice del progetto “Imagining Parco Sud”

“Imagining Parco Sud” è un progetto interdisciplinare sulla riqualificazione ambientale e urbanistica del Parco Agricolo Sud di Milano curato da Connecting Cultures con il supporto di altri partner istituzionali della provincia di Milano. Esso si avvale di iniziative quali workshop, dibattiti e mostre per la valorizzazione del territorio. Come è nata l’idea di questo progetto e quali gli obiettivi che esso si propone?
Il progetto nasce dalla vocazione dell’associazione di promozione sociale Connecting Cultures per i progetti sul territorio.  Più che  puntare alla riqualificazione ambientale e urbanistica il progetto intende affrontare un’analisi che sia complessa, approfondita e al tempo stesso creativa di un territorio contraddittorio e poco conosciuto quale il Parco Agricolo Sud di Milano. Per fare ciò si è deciso di adottare una metodologia interdisciplinare e di impiegare – per questa indagine – lo sguardo di giovani artisti, provenienti da istituzioni italiane e straniere. Il progetto Imagining Parco Sud si propone dunque di gettare uno sguardo nuovo e di interpretare in maniera inedita e lontana dagli stereotipi sul paesaggio agricolo, questo particolare territorio che vive di una storia millenaria ma anche di moderne contraddizioni.
Il progetto nasce dall’esigenza di porre attenzione su un territorio percepito come residuale, utilizzando le potenzialità interpretative degli artisti, capaci di leggere le problematiche profonde del proprio tempo e di attraversare con sguardo nuovo luoghi e paesaggi contemporanei.

Il progetto di riqualificazione del Parco Sud di Milano presuppone l’intervento delle amministrazioni locali, indispensabili per trasformare un patrimonio inespresso in un potenziale luogo di ritrovo pubblico e anche per rilanciare a livello economico una realtà importante dal punto di vista sia agricolo che boschivo. Qual è stata la risposta degli enti locali all’iniziativa?
Le istituzioni hanno manifestato un certo interesse per il progetto: la Provincia di Milano ha dato il suo patrocinio, l’ente Parco Sud ha preso parte ad alcune fasi dei workshop ma molta strada resta ancora da fare per riuscire a far comprendere a pieno che modalità alternative di intervento sul territorio siano possibili, così come un coinvolgimento trasversale di enti pubblici, istituzioni universitarie, realtà private, organizzazioni culturali e soprattutto della popolazione. Ma il problema principale è stato fino ad ora convincere le amministrazioni sulla necessità di comprendere la funzionalità di un territorio ibrido, del ruolo della “campagna in città” e di preservare quelle aree agricole produttive e renderle fruibili per i cittadini.  Dare identità, quindi, ad un concetto nuovo quale quello della “campagna in città”.

Il progetto “Imagining Parco Sud” coinvolge diversi partner  a livello locale ma anche a livello internazionale come l’Università di Newport in Galles e la Performing Arts Academy di Praga. Qual è la percezione di un territorio come quello dell’hinterland milanese al di fuori dei confini nazionali?
È stato molto interessante portare sul campo giovani artisti stranieri, perché questo ha dato modo di osservare aspetti inediti e punti di vista differenti sul territorio: alcuni di essi hanno colto gli aspetti più umani e interculturali, altri sono rimasti più affascinati dalle specifiche paesaggistiche della pianura e della produzione agricola, altri invece hanno colto gli aspetti poetici della natura e altri ancora hanno saputo evidenziare le stridenti contraddizioni fra la campagna e l’inarrestabile espansione urbana.
Riteniamo le possibilità di scambio interculturale fondamentali in ogni processo di analisi complessa della realtà e lo sguardo dei giovani studenti stranieri ha acceso riflessioni inedite e originali sul territorio a sud di Milano.

Partito l’anno scorso, il progetto è un continuo work in progress che vede la partecipazione soprattutto di giovani studenti, fotografi, architetti, video maker, musicisti, performer, impegnati a restituire dignità ad un’area che ha bisogno di un rilancio a livello economico ma anche culturale. In che modo pensate che l’arte pubblica sia utile alla riqualificazione di un territorio degradato?
La nostra idea di coinvolgere artisti, progettisti e creativi è intesa primariamente come volontà di ricostruire un immaginario, perché soltanto a partire da questo si può pensare ad una vera progettazione che si fonda su una visione complessiva del territorio e che possa essere profondamente compresa e condivisa dalla popolazione. Non si vuole proporre una visione rivolta nostalgicamente al passato quanto piuttosto si vuole riflettere su criticità e potenzialità indispensabili per immaginare soluzioni possibili. Gli artisti sono chiamati ad intervenire sul Parco Agricolo Sud non soltanto con interventi “tangibili” (come opere site specific o installazioni) ma anche attraverso azioni “partecipate” che coinvolgano nel vivo coloro che abitano, o semplicemente attraversano, il territorio. Lo scopo finale è quello di attivare una progettualità capace di utilizzare sinergicamente energie creative e professionali per proporre nuove soluzioni per il territorio.
In questa ottica si sono svolti i workshop “One day a month”, in cui per un giorno ogni mese si sono svolte azioni di ricognizione sul campo e lezioni teoriche in aula utilizzando di volta in volta strutture di ricezione all’interno del territorio, e “Creative Workshop”, una sorta di rilevamento fotografico artistico-creativo che verrà poi utilizzato come strumento di analisi e approfondimento del Parco e sulla base del quale verrà effettuata una mostra diffusa aperta a tutta la popolazione.

Nell’ambito di “Imagining Parco Sud” sono stati già realizzati diversi workshop creativi ed è stato realizzato un sito web completamente dedicato all’iniziativa. In programma vi è anche una mostra diffusa sul territorio che esporrà le opere fotografiche, video e installazioni di artisti locali e internazionali sulle tematiche correlate al progetto. Trascinare l’arte in un luogo pubblico, a contatto con la cittadinanza, è secondo voi un modo efficace per sensibilizzare l’opinione pubblica?
Il ruolo della sensibilizzazione  e del coinvolgimento della popolazione è imprescindibile all’interno del processo portato avanti da questo approccio metodologico. La partecipazione del pubblico è prevista non tanto attraverso “eventi” sporadici sul territorio (pure importanti per la comunicazione dei progetti e delle attività) quanto come processo sul lungo termine che possa condurre ad una presa di coscienza profonda e al desiderio di cambiare le cose.  Il nostro progetto non è però rivolto ad un pubblico soltanto locale, ma vuole coinvolgere sui temi e sulla metodologia anche chi vive in città e che più specificamente si interessi di arti visive, di iniziative culturali o che semplicemente voglia muoversi ad esplorare un territorio che non ancora conosce.

Quale futuro immaginate per il Parco Agricolo Sud di Milano?
E’ difficile fare delle previsioni, soprattutto perché la responsabilità maggiore resta degli enti locali. Ciò che speriamo è che le amministrazioni si aprano sempre di più ad una progettività che sappia sperimentare l’interazione fra saperi diversi, (dall’arte, all’architettura, alla geografia, all’agraria), essendo così capace di interpretare il paesaggio tenendo presente le varie coesistenze e funzioni dei diversi ecosistemi: da quelli ambientali , a quelli economico produttivi a quelli umani ed antropologici.