le-citta-illuminateIl passaggio della maggior parte del mondo occidentale da forme di sviluppo legate all’economia industriale a nuovi modelli che individuano nella creatività e nell’innovazione la risposta alla globalizzazione dei mercati, ha portato i paesi europei a riflettere sulle linee strategiche da adottare per assumere un ruolo da protagonisti all’interno della nuova economia della conoscenza. Il risultato è la redazione della Strategia di Lisbona, programma di riforme approvato nel 2000 dall’Unione Europea con l’obiettivo di diventare l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale. Gli asset strategici individuati sono stati lo sviluppo degli strumenti elettronici, la promozione del collegamento tra ricerca, centri di formazione e imprese, il sostegno alle piccole e medie imprese ad alto contenuto tecnologico, lo scambio di conoscenze ed esperienze.
Non si può, tuttavia, raggiungere questo risultato, come sottolinea il Prof. Pier Luigi Sacco ideatore del modello del distretto culturale evoluto, concentrando risorse in torri d’avorio isolate dal proprio contesto sociale. E’ necessario che l’innovazione diventi un orientamento collettivo, voluto e condiviso dall’intera comunità. A tal fine la cultura gioca un ruolo fondamentale quale attivatore sociale, capace di creare e trasmettere un senso di identità condiviso. Essa costituisce uno degli elementi chiave della Strategia e uno dei fattori attraverso cui sviluppare un diffuso orientamento verso il nuovo e l’inedito. Per fare dei centri urbani delle “città dell’innovazione” è necessario, quindi,  trasformarli in spazi culturalmente vivi, internazionali, capaci di offrire esperienze qualificanti, stimolo per l’acquisizione di nuove competenze e conoscenze.
Sono proprio queste realtà ad essere oggetto di indagine del progetto Città Illuminate, percorso che attraverso inchieste giornalistiche e incontri vuole andare alla scoperta e mettere in rete quei territori che, investendo in innovazione, creatività e ricerca scientifica, stanno conquistando un ruolo da protagonisti nella società e nell’economia della conoscenza. Elementi strategici in tal senso sono l’investimento nei giovani e nel patrimonio umano, sociale e naturale, riconosciuti come i principali asset della contemporaneità. Il percorso, nato all’interno di Nòva24, settimanale di ricerca, innovazione e creatività de “Il Sole 24Ore”, è realizzato in collaborazione con l’OCSE e con il supporto di goodwill, società di consulenza per lo sviluppo strategico del territorio. Il progetto, che prevede la realizzazione di un convegno in ogni città coinvolta, ha già toccato Trento, Trieste, Cagliari, Lecce e Faenza.
Dal convegno di Trento, che ha analizzato metodologie e temi del percorso, è nata una matrice di cinque parametri considerati come indicativi del progresso di una comunità verso l’economia  della conoscenza: il grado di apertura verso le nuove generazioni, sia in termini di attrazione dei talenti che degli investimenti loro dedicati; lo sviluppo e l’accesso alla formazione; i meccanismi di condivisione degli obiettivi tra cittadini e decisori locali; la valutazione degli obiettivi e l’accountability delle parti coinvolte; l’impatto ambientale e l’adozione di tecnologie pulite.
La tappa di Trieste ha, invece, messo in evidenza la capacità di una città di produrre conoscenza, con 72 ragazzi su 100 indirizzati verso studi universitari e 37 ricercatori ogni 1000 abitanti. In questo caso, particolarmente rilevanti sono le applicazioni scientifiche, capaci di produrre un impatto economico attraverso spin-off e venture capital, e il settore della moda, che vede l’organizzazione di International Talent Support, manifestazione per la promozione dei giovani talenti.
Cagliari, invece, rappresenta un caso d’eccellenza nell’ICT e nelle scienze della vita, con la presenza del Parco Scientifico e Tecnologico di Pula, del reparto R&D del Dipartimento per le Scienze e Tecnologie Biomediche dell’Università di Cagliari e del progetto della Digital Library, grande archivio di contenuti digitali sul patrimonio culturale della Sardegna.
La tappa di Lecce ha avuto come focus lo sviluppo delle nanotecnologie e dell’arte, due settori d’eccellenza per il territorio grazie alla presenza da una parte del Laboratorio Nazionale delle Nanotecnologie e dall’altra del festival la Notte della Taranta.
Faenza, infine, ha visto emergere soggetti legati al design, alle nuove tecnologia e al recupero della tradizione artigianale in chiave contemporanea, con realtà come Resign, progetto di design e riciclo, e dell’ISTEC – Istituto di Scienza e Tecnologia dei Materiali Ceramici. La città è, inoltre, al centro del progetto Moto d’Idee – Faenza verso il distretto culturale evoluto e costituisce un vero e proprio laboratorio per lo sviluppo partecipato del territorio.
Queste prime tappe hanno confermato non solo la necessità, ma il successo di politiche orientate alla rivalutazione del patrimonio locale di conoscenze ed esperienze e della messa a sistema dei soggetti attivi sul territorio, uniti e stimolati dal fattore cultura.
Ad esse si aggiungerà l’11 dicembre Bergamo, ultimo incontro del 2008. La giornata vuole essere non solo un’occasione per conoscere le esperienze locali, ma anche di approfondire il tema dello sviluppo alla presenza di Greg Clark, presidente del Forum delle Agenzie di Sviluppo e delle Strategie di Investimento dell’OCSE. Il percorso, tuttavia, non si arresta e continuerà nel 2009 la sua ricerca di quei modelli di gestione del territorio che hanno individuato nuove vincenti strategie per rispondere ai bisogni e alle opportunità posti dalla società e dall’economia della conoscenza.

Riferimenti:
www.good-will.it
lab.nova100.ilsole24ore.com/cittailluminate
www.oecd.org