museo-pagliaIntervista ai responsabili del Museo della paglia e dell’Intreccio “Domenico Michelacci”, il direttore Roberto Lunardi e la sua collaboratrice Maria Emirena Tozzi Bellini.

Quando è nato il Museo della Paglia e dell’Intreccio e quali sono state le tappe salienti della sua storia?
Il Museo della Paglia e dell’Intreccio, intitolato a Domenico Michelacci, colui al quale si deve la nascita dell’industria della paglia e del cappello a Signa, si è costituito nel 1995 con l’intento preciso di porsi come rappresentativo di questa tradizionale produzione che, dal 1718, continua ancora oggi.
Nato come Museo del distretto produttivo del cappello, fortemente voluto e sostenuto dalle aziende che operano nel settore, in sinergia con l’Amministrazione Comunale di Signa, conserva materie prime, manufatti e macchinari e documenti che testimoniano l’intera filiera di lavorazione della paglia. Numerose sono le mostre e gli eventi che il museo ha proposto e realizzato in questi primi dieci anni: si ricorda fra le altre la mostra con la quale venne festeggiato il Giubileo del 2000, intitolata L’oro dei Poveri, che vide l’esposizione di rari reperti  d’arte sacra realizzati con la paglia.
Un’altra mostra prestigiosa è stata quella tenutasi ai primi del 2004, dal titolo Identità e diversità. Il cappello e la creatività, nelle sale di Palazzo Medici Riccardi, che ha visto artisti contemporanei di fama internazionale ispirarsi al tema del cappello, dopo aver visitato il Museo Michelacci e le aziende del settore, creando opere di grande livello. Grazie al successo che ha riscosso, la mostra è divenuta itinerante e si è spostata successivamente a Mosca, presso il M’ARS Contemporary Art Museum.

Che tipo di iniziative promuove il Museo della Paglia e dell’Intreccio?
Accanto all’attività conservativa, il Museo Michelacci si è prefissato lo scopo di diffondere cultura, attraverso la creazione di un archivio e di una biblioteca specializzata che permettono agli studiosi di approfondire la conoscenza della storia e delle tecniche dell’intreccio. Fa parte di questo progetto anche la creazione della Collana Testi e Studi propria del Museo, che si distingue in due branche: pubblicazioni monografiche sulla storia della lavorazione della paglia e sulle tecniche artistiche legate ad essa, e testi più agili (i Quaderni di Testi e Studi) che affrontano tematiche più generali dell’artigianato artistico e dei suoi diversi linguaggi. Da questo, tanto la Collana che i Quaderni, si interessano delle manifatture artistiche in senso lato, a far capo da quelle tradizionalmente presenti sul territorio.
Il Museo propone inoltre laboratori didattici, visivi e tattili, che si dividono per fasce d’età e livelli d’interesse, intenti a creare un rapporto continuo tra passato e presente, coinvolgendo i ragazzi, guidandoli attraverso un mondo che non è così lontano dal loro, essendo la creatività la base e il fondamento di ogni tipo di industria.
A questo proposito strettissimo è il legame tra il Museo e gli imprenditori del settore del cappello di paglia e di altri materiali e degli accessori di moda. I titolari di numerose imprese che esportano in tutto il mondo sono tra i fondatori del Museo e suoi soci sostenitori.  

Qual è la percezione del Museo sul territorio?
La percezione è ampia per i più vari motivi: da quelli affettivi per la lunga tradizione radicata in quasi tutte le famiglie della Piana fiorentina in generale, a quelli economici dato l’alto numero di addetti al settore, facendo presente che la produzione attuale è molto apprezzata, tanto in Italia che nei paesi europei ed extraeuropei.
Le scuole trovano nel Museo il luogo dell’identificazione collettiva dove prender coscienza della grande tradizione della lavorazione della paglia che a metà dell’Ottocento arrivò a contare oltre 150.000 addetti.

Qual è la risposta della popolazione alle sue iniziative?
La popolazione risponde puntualmente alle varie iniziative e, per i motivi sopra esposti, è nei giovanissimi e negli anziani che l’attenzione è più viva. In questo naturalmente è fondamentale la bontà dei rapporti che si sono stabiliti nel tempo con l’Amministrazione locale e con i Comuni limitrofi, compreso quello di Firenze, nonché con gli Istituti comprensivi scolastici e il Provveditorato agli Studi.
Anche in occasione di eventi tenuti in sedi diverse da quella istituzionale (a Firenze, a Roma, a Mosca etc.)  il pubblico risponde sempre con entusiasmo trattandosi, in particolare per la presenza del cappello, di iniziative sempre accattivanti, scientificamente ineccepibili, ma non accademiche e paludate. In questo teniamo in grande rilievo la messa in rapporto con le altre manifatture artistiche e le altre manifestazioni d’arte, soprattutto figurativa, senza trascurare mai nemmeno la musica.

Quali chiavi di lettura il Museo della Paglia e dell’Intreccio vuole fornire al visitatore?
Sostanzialmente intende far prendere coscienza dell’abilità creativa dell’uomo conseguente all’osservazione del mondo esterno. L’intreccio ne è esempio peculiarissimo in quanto, fin dalla notte dei tempi, insieme all’attività ceramica, l’uomo ha fatto ricorso ad esso per costruire oggetti non esistenti in natura. L’artisticità consiste, quindi, nel decoro che si realizza sia strutturalmente che cromaticamente ricorrendo a fibre di diverso colore e di diversa consistenza, utilizzate negli infiniti modi, ma sempre con le medesime soluzioni tecniche ovunque nel mondo, nei quali l’intreccio stesso si realizza.
Fare ricorso ad oggetti d’uso per dimostrare quanto sopra consente di spiegare con successo concetti complessi ad ogni tipo di pubblico.

Informazioni:
Museo della Paglia e dell’Intreccio
Via degli Alberti, 11
50058 Signa, Firenze
Tel/Fax: 055 875257
info@museopaglia.it