55743915L’era del Web 2.0 continua ad evolversi senza sosta, ampliando il livello di interazione sito-utente anche a modalità e settori solitamente non fruibili via web. E’ il caso dell’E- recruitment, ovvero il processo di selezione di candidati, finalizzato all’assunzione, attuato attraverso servizi online offerti da terzi. Il processo si avvale solitamente dell’uso di siti strutturati per la pubblicazione di piccoli annunci, tramite cui i cosiddetti “job seekers” possono inviare i propri CV direttamente alle aziende che pubblicano annunci di interesse. Attraverso le piattaforme di E-recruitment le aziende possono così gestire in modo agile le varie candidature, scrutinando e selezionando i profili pervenuti. Un’ulteriore evoluzione è rappresentata dai social network professionali, che fanno della rete di relazioni, la loro filosofia nonché chiave del successo professionale dei candidati.
Dal 2003 Linkedin opera seguendo questa mission (“relationships matter”) ponendosi nei confronti dei competitors come il più grande social network professionale al mondo. Le cifre infatti parlano chiaro: i cinque fondatori, Reid Hoffman, Allen Blue, Jean-Luc Vaillant, Eric Ly, e Konstantin Guericke, iniziarono l’attività invitando ad iscriversi alla piattaforma 300 dei loro più importanti contatti. Alla fine del primo mese di operatività LinkedIn totalizzò 4500 membri iscritti, 81000 a dicembre dello stesso anno, a cui seguì un investimento di 4.7 milioni di dollari da parte di Sequoia Capital e Greylock, due superpotenze del settore che guidano anche brand come Yahoo, Google e Pay Pal. Aldilà delle cifre, il vero punto di forza di LinkedIn risiede nel servizio offerto, che permette sia a professionisti interessati che a grandi corporazioni di interagire attraverso un sistema di relazioni basate su referenze, ovvero pareri di altri contatti di primo o secondo livello sulla persona che ci interessa. La reputazione deriva dagli endorsement (sostegno) che datori di lavoro, colleghi, clienti, maestri, hanno dato a quella persona: ne risulta quindi che l’utente deve cercare di procurarsi qualche endorsement, chiedendolo o scambiandolo con i propri autorevoli contatti. Così l’utente può farsi conoscere entrando a far parte di microreti personali (interazione possibile fino al terzo grado), tramite cui partecipare a discussioni e stabilire una connessione.
La potenzialità viene ancor più estesa grazie alla possibilità di contattare direttamente le risorse umane delle aziende o ricercare annunci di lavoro pubblicati a pagamento dalle imprese, soprattutto multinazionali o aziende del settore ICT. Sono proprio quest’ultime ad aver recepito la portata innovativa di LinkedIn: sono già molte le compagnie, come Microsoft, E-Bay, Target e L’Oreal che, alla modica cifra di 10 mila dollari mensili, utilizzano la piattaforma per esaminare il profilo dei suoi abbonati alla ricerca di potenziali impiegati.
Sulla scia del successo di LinkedIn, che a fine 2008 ha chiuso con 33 milioni di iscritti (100 000 alla settimana), anche altri social network finalizzati allo svago e all’amicizia (come Facebook e MySpace) stanno sperimentando soluzioni di collaborazione sul versante business con i loro utenti; ultimamente inoltre sono emersi anche veri e propri competitors diretti, come Xing (6 milioni di utenti) e Viadeo (3 milioni), quest’ultimo l’unico con sede italiana nato come soluzione ideata da alcuni imprenditori al fine di rispondere alle esigenze sollevate in merito alle problematiche riscontrate nelle quotidiane attività di business. Entrambi dispongono di versioni in italiano, lingua peraltro assente in LinkedIn, a dimostrazione del parziale utilizzo del servizio di networking professionale nel nostro paese.
Resta aperta la questione dei futuri sviluppi dei social network professionali, che sembrano propendere verso una reputazione sempre più virtuale: non sorprende quindi che siano sorte società private, come la Reputation Defender situata in Silicon Valley, volte a ripulire l’immagine sul web dei propri clienti, soprattutto a seguito di cancellazioni improvvise di professionisti dai siti internet, sollecitando quest’ultimi ad una più attenta cura della propria privacy. Un rischio in parte ammortizzato dalla volontà di molti uffici di risorse umane, che continuano a prediligere incontri conoscitivi tradizionali.
L’auspicio maggiore che ne deriva è che questi canali innovativi ma pur sempre indiretti non scardinino completamente le regole del gioco, soprattutto in un settore, quello lavorativo, che si fonda sulla qualità delle relazioni umane. In un certo senso, la direzione da seguire è quella di cercare il giusto equilibrio nell’utilizzo di un servizio a così alte potenzialità, perché lo stesso può rivelarsi, come suggeriscono gli esperti “Un’onda inarrestabile, da cui ci si deve difendere”.

Riferimenti:
sito LinkedIn
sito Viadeo
sito Xing
P. Orlando, Il curriculum trova online più contatti, La Repubblica 19/01/2009;
C. Sottocorona, Manager in fuga dai social network, Corriere Economia, 19/01/2009;
P. Pontoniere, Linkedin, “Facebook” dei manager irrompe tra i miliardari del Web, 21/06/2008.