innamorati_della-culturaLe premesse di questa manifestazione nascono da due incontri pubblici indetti dall’Assessore Gianni Oliva,  dedicati a tutti gli organizzatori, gli artisti, i giornalisti attivi a Torino e nel resto della regione. L’incipit di questi appuntamenti è legato alla necessità di un generale ripensamento del settore, sia sotto il profilo economico sia sotto quello che potremmo chiamare del “senso”. Se, in prima battuta, le rimostranze degli operatori emergono in relazione al vertiginoso taglio dei contributi, che colpisce tanto le piccole realtà associative, quando le istituzioni teatrali, museali e musicali, ad un’analisi più attenta appaiono nodi irrisolti di diversa natura: l’incontro/scontro tra le grandi istituzioni culturali e tra le realtà più piccole intorno alla distribuzione di risorse (quali la gestione degli spazi e la partecipazioni a progetti articolati come Torino capitale del libro o del design e Italia 150), l’indipendenza dalle richieste “politiche”, la convergenza difficoltosa verso obiettivi comuni, eccetera eccetera. Se negli anni precedenti e appena successivi alle Olimpiadi del 2006 la parola d’ordine era “sistema”, oggi è “governance”, come a dire: ora che le possibilità sono inferiori, la convivenza e la collaborazione rischiano di lasciare il campo alla legge del più forte; in altre parole, chi riesce a far pesare di più il proprio ruolo porta a casa un numero maggiore di progetti e le risorse per attuarli.
Naturalmente questa governance dovrebbe essere affidata a quei soggetti, tecnicamente super partes, che rappresentano oltre il novanta percento della committenza: città, province, Regione e fondazioni bancarie. In ogni caso, la direzione scelta per la manifestazione è quella della ricerca di un sostegno morale presso la pubblica opinione e non quella dello sciopero, “contro” il Governo – responsabile dei tagli al FUS – contro gli enti territoriali – oggi impegnati a saldare i conti olimpici, salvaguardare i servizi legati al welfare, mantenere in buono stato infrastrutture di base, frenare la recessione con il sostegno alle aziende, etc. – o le fondazioni – in particolare Compagnia di San Paolo e CRT, particolarmente sotto pressione per via dei mancati utili di Banca Intesa e Unicredit -.
Con Innamorati della cultura si vuole chiedere ai cittadini/pubblico di ricordare che questa filiera è portatrice di valori che poco hanno a che fare con il naif di alcune occasioni, ma che giornalmente si occupa di dare lavoro a migliaia di aziende, formare ragazzi ed adulti, salvaguardare il patrimonio architettonico, artistico, linguistico, musicale del nostro paese, e molto altro ancora. Detto altrimenti i professionisti e gli amministratori locali vogliono creare un fronte di sensibilizzazione che restituisca alla cultura quel ruolo insostituibile di ponte attivo tra passato e presente, tradizione e innovazione, generazioni e background sulla carta lontanissimi.
Il fitto calendario di attività del giorno di San Valentino è stato presentato il 5 giugno e reso disponibile sul sito www.abicidi.it dove è già possibile ascoltare l’audio dei due incontri pubblici e leggere le proposte avanzate dagli organizzatori torinesi.
Il programma della giornata è articolato tra eventi ex-novo e riproposizione di eventi più fissai, ma il calendario nel suo insieme offre una visione di tutte le espressioni della cultura cittadina. Tra gli oltre cento appuntamenti emergono in particolare lo spettacolo “Tagli” al Teatro Gobetti alle 17, le bancarelle di “La cultura in saldo?” presso il Cortile del Rettorato, la maratona di letture tratte da Fahrenheit 451 al Circolo dei Lettori, il concerto della Filarmonica di Torino a Palazzo Madama e quello di Africa Unite, Vittorio Cane, Mau Mau, Perturbazione, Carlo Pestelli, El Tres, Stefano Amen e Mao a Palazzo Nuovo.