Museo del Prado

Il libero accesso alla cultura, ed in particolare alle strutture espositive permanenti destinate alla pubblica fruizione, pare essere una di quelle questioni destinate a non approdare ad una soluzione definitiva. La gratuità dei musei, soprattutto di quelli statali, è tuttora al centro di numerosi dibattiti che riguardano le strategia d’azione seguite dalle politiche culturali nazionali.
E’ notizia di qualche giorno fa la decisione presa dal Ministro della Cultura spagnolo, Cesar Antonio Molina, di aumentare a partire dal primo marzo il costo del biglietto d’ingresso dei musei statali iberici, portandolo da una media attuale di 2,40 euro a 3 euro. Quale misura compensativa è prevista l’istituzione di una tessera annuale per un solo museo dal costo di 25 euro, e di una tessera da 18 euro valida cinque giorni per visitare i nove musei della città di Madrid, volta ad indurre un aumento del numero dei visitatori.
Una scelta quella del ministro spagnolo confermata anche dal direttore del museo del Padro, Miguel Zugaza, che durante la presentazione del piano di attuazione del museo per il triennio 2009 – 2012 alla Commissione Cultura del parlamento madrileno, ha dichiarato che la direzione sta valutando la possibilità di introdurre “un rincaro moderato” del prezzo d’ingresso, sia per allineare il Prado agli altri grandi musei internazionali, sia per fronteggiare il calo dei visitatori, che per i prossimi due anni si aggirerà intorno al 10/15% a causa della crisi economica in atto.
In un panorama generale segnato da tagli al settore culturale sempre più consistenti, dove anche negli Stati Uniti i musei, i teatri ed i centri culturali hanno rischiato fino alla scorso venerdì di essere esclusi dai finanziamenti federali messi a disposizione dal National Endowment for the Arts, stupiscono le nuove linee della politica culturale francese che, a detta del presidente Nicolas Sarkozy, prevedono a partire dal 4 aprile l’estensione della gratuità nei cinquanta musei nazionali ai giovani con meno di 25 anni ed agli insegnanti, con un non celato disappunto da parte delle istituzioni interessate.
In Italia gli introiti derivanti dalla vendita dei biglietti dei musei statali sono stati nel corso del 2006 pari a 104 milioni di euro, coprendo tra il 5% ed il 15% dei costi di gestione. Salgono a circa 146 milioni di euro i ricavi ottenuti dalla vendita dei biglietti nel 2006 negli istituti d’antichità e d’arte non appartenenti allo Stato. Cifre a parte, resta da valutare in che misura il libero accesso ai musei sia capace da solo di sollecitare un aumento dei consumi culturali da parte dei cittadini, e quanto le misure di finanziamento alternative siano in grado di far fronte a tutte le voci di spesa che un soggetto economico come il museo deve affrontare.