cinema-2008Il mercato italiano tiene: secondo il rapporto annuale presentato dall’Anica, nel 2008 il numero dei film italiani prodotti è cresciuto e gli incassi hanno subìto solo una leggera flessione, ma c’è preoccupazione per le sorti del finanziamento pubblico.

Spiega Riccardo Tozzi, presidente dei produttori Anica: “C’è stato un grosso incremento dei film prodotti, 154 in tutto, una trentina in più rispetto al 2007, dovuto soprattutto all’aumento dei film a low budget, ben 29 rispetto ai 5 di due anni fa. Ma il rendimento delle coproduzioni al botteghino è stato insufficiente, mentre il contributo dello Stato per le coproduzioni è aumentato nell’ultimo biennio”.

L’imminente introduzione del tax credit favorirà sempre di più l’apporto del capitale privato, con incrementi stimabili intorno al 10-15%, ma il problema rimane quello dei tagli al Fondo Unico per lo Spettacolo, che non garantisco più al cinema il 25% dei finanziamenti pubblici. Paradossalmente, “con il mancato conferimento dei contributi agli incassi sarà il cinema a finanziare lo Stato e non viceversa”, afferma Tozzi, che parla di una situazione da correggere al più presto, “altrimenti bisognerà sollecitare una forte mobilitazione di tutte le categorie del settore”.

Il box office complessivo nel 2008 è stato di 593,7 milioni di euro, per 99,3 milioni di biglietti venduti, in leggera flessione rispetto al 2007 (rispettivamente -3,8% incasso e -4,1% presenze). La quota di mercato dei film italiani tiene, attestandosi complessivamente al 29% e confermando il trend positivo degli ultimi anni.

La top 10 delle società di distribuzione del 2008 vede Universal al primo posto, con 49 film e 117 milioni di euro di incasso, pari a circa il 20% del totale. Seguono Medusa Film (17%), 01 Distribution (11%), Warner Bros (10%) e FilmAuro (8%).

I film italiani con incasso superiore al milione di euro sono stati 28 nel 2008, raggiungendo quasi il record del 2007 (29). Le commedie come sempre spiccano su tutti, per preferenze degli spettatori, ma viene confermata l’ampia varietà di generi rappresentata e il grande successo anche di film di qualità.

Continua infine il rapporto difficile con le tv, “che comprano i film senza metterli in onda o programmandoli ad orari improponibili” accusa Tozzi.