nuovi modelliImmaginare nuovi percorsi di sviluppo per il sistema italiano è possibile a patto di cominciare col scrollarsi di dosso alcuni luoghi comuni radicati nel pensiero politico, nella comunicazione mediatica e purtroppo all’interno dello stesso mondo imprenditoriale.
Il primo pesante stereotipo recita “l’innovazione si fa nell’industria” e considera i servizi in qualche modo ancillari al mondo della produzione e di conseguenza non degni di una autonoma ricerca e sviluppo; nel peggiore dei casi i servizi vengono assimilati a residualità economiche di chi non si è dimostrato capace di creare prodotti tangibili.
Niente di più lontano dal vero. Il settore dei servizi vale quasi il 70% del PIL ed assorbe più occupati di quanto non facciano industria e agricoltura sommate assieme. 
La dimensione immateriale esce di diritto dalla marginalità cui era stata relegata e si presenta come vero e proprio core asset  di un’azienda, la motivazione per incrementare il prezzo di un prodotto che, pur rimanendo fondamentale, tende a diventare un catalizzatore, cioè l’occasione per offrire un servizio.
La crescita del settore dei servizi non incide solo quantitativamente sul sistema economico ma sta apportando dei cambiamenti qualitativi al suo funzionamento contribuendo alla nascita di una nuova fase della modernità centrata sui servizi che gli economisti e studiosi di management chiamano era post-industriale per differenziarla dalla precedente era industriale. Tale nuova fase è caratterizzata da specifici elementi: pervasività delle tecnologie digitali, diffusione di nuovi modelli organizzativi, smaterializzazione delle merci, crescente importanza dell’accesso rispetto al possesso, crescita del potere del consumatore, le cui implicazioni devono essere attentamente considerate per la predisposizione di nuovi servizi di valore.
L’Italia, nonostante questi fattori siano stati considerati da tempo dagli studiosi, ha partecipato solo in maniera timida al dibattito internazionale in corso sull’innovazione nei servizi. La lodevole iniziativa promossa da Confcommercio di organizzare la prima edizione del “Premio per l’Innovazione nei Servizi” rappresenta una chiara inversione di rotta e un segnale di crescente attenzione verso un settore in grado di promuovere nuovi modelli innovativi per il sistema Paese. Del resto il rafforzamento della missione di rappresentanza di Confcommercio verso il sistema imprenditoriale italiano ed in particolare con riferimento all’area dell’economia dei servizi e delle PMI è ormai evidente come sottolinea, da ultimo, la nuova denominazione “Confcommercio-Imprese per l’Italia”.
Il Premio, istituito con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, si colloca nella più ampia cornice della Giornata Nazionale dell’Innovazione: il prossimo 9 giugno, infatti, i temi dell’innovazione riceveranno una visibilità istituzionale ampia, con la partecipazione, alla Giornata del Presidente della Repubblica che consegnerà le onorificenze ai vincitori.
Per l’edizione 2009 del Premio per l’innovazione nei servizi si è deciso focalizzare l’attenzione su tre specifiche tipologie di attività che identificano tre categorie di premio: “Innovazione nel Commercio”, “Innovazione nel Turismo”, “ICT & Service Design nei Servizi” relativo al miglior progetto di innovazione tecnologica o di applicazione di metodologie di Service Design, metodologia di pianificazione e organizzazione dei servizi al fine di incrementarne la qualità e di massimizzare l’esperienza di fruizione, o di Service Science Management and Engineering, applicazione multidisciplinare di discipline scientifiche, di management e di ingegneria dei servizi.
Possono partecipare al Premio le imprese del settore del commercio, turismo o dei servizi – singole o anche associate tra loro e/o con professionisti, università, centri di ricerca o enti pubblici – che presentino progetti o servizi nuovi o significativamente migliorativi rispetto alla situazione esistente. I servizi possono anche essere già sul mercato ma non devono essere stati introdotti antecedentemente al 2007. 
Per partecipare al Premio va compilata, entro il 2 maggio, una breve scheda online sul sito www.confcommercio.it composta dalla domanda di partecipazione  e da un questionario sul progetto o servizio. Conclusa la procedura online, i partecipanti vengono poi invitati a inviare, all’indirizzo premioinnovazioneservizi@confcommercio.it, ulteriori documenti di descrizione utili alla valutazione.
Tra i criteri di merito utilizzati per la scelta dei vincitori verranno analizzate la qualità dell’innovazione, la replicabilità del modello, le positive ricadute sulla filiera di appartenenza e sul contesto socio/ambientale, la rilevanza strategica delle tecnologie ICT e l’innovatività delle metodologie di progettazione impiegate e la loro coerenza con principi del service design o del Service Science Management and Engineering
L’interesse dell’iniziativa non dipende solo dal ribadire in maniera chiara l’importanza dell’innovazione anche nel settore dei servizi, un’area che potrà assumere un ruolo di primo piano per il rafforzamento dell’economia nazionale in particolar modo nella difficile congiuntura internazionale attualmente in atto, ma anche in quanto consente il censimento di aziende e professionisti che si stanno differenziando in questo ambito. Questo elenco potrebbe trasformarsi in futuro un vero e proprio “Club degli Innovatori nei servizi” e punto di riferimento per l’attivazione di iniziative strategiche sul territorio.