Vincitore del concorso Tafter Review di aprile 2009

artpop_and_peripheries-flaviomilandri_tafterreviewPossiamo usare l’arte contemporanea per accorciare di molto le distanze che separano i giovani dalle città. Nuove esperienze spaziali alla ricerca del dialogo tra le opere ed i luoghi. La seconda edizione del Festival dell’arte Contemporanea On biennials/Tutto sulle biennali ha chiuso i battenti il 19 aprile. I riflettori sull’appuntamento di Faenza (Ra) si erano accesi il 17 aprile con i saluti istituzionali, l’intervento del Sindaco, Claudio Casadio, e della Direzione scientifica, composta da Angela Vettese, Pier Luigi Sacco e Carlos Basualdo. Il festival consumatosi tra 56 appuntamenti, 120 relatori da tutto il mondo e oltre 40 eventi collaterali si è confermato l’appuntamento internazionale dedicato all’arte contemporanea e ai suoi protagonisti, portando Faenza in primo piano nel “dialogo glocale” sul futuro delle piccole città d’arte. La chiusura del festival il 19 in Teatro, causa la pioggia, ha evocato una idea simbolica e una rappresentazione: sul palco curatori, critici, giornalisti ad inseguire anche una certa curiosità per ciò che accade negli interstizi.
Interessante ripartire dagli interstizi per riparlare di luoghi, arte e città; del resto le premesse al festival avevano sollevato lo sguardo verso l’alto. Sono o non sono les reguardeus qui font les tableaux, come narrava Marcel Duchamp, ovvero gli osservatori a fare le opere? Questa On biennials/Tutto sulle biennali da un luogo della Romagna si è rivolta all’arte contemporanea, non ha quindi offerto un festival locale ma ha proposto occasioni di visibilità e contaminazioni. In altri termini, un modo per incrociare competenze significative nel mondo che devono stimolare una città e le sue tradizioni. Il vero contenitore infatti è stata la città e non un sistema esterno, come una fiera, che non interroga, dialoga, problematizza con il tessuto cittadino, come aveva già affermato il Sindaco Claudio Casadio. Eco deciso di questa premessa era arrivato dall’Assessore alla Cultura Cristina Tampieri parlando di una occasione per la città e per i singoli cittadini “… abbiamo una storia importante, anche presente, che tuttavia non può vivere di solo passato ma deve guardare oltre essendo all’altezza della storia che porta …”.
La sottolineatura sulla cornice percettiva del paesaggio con il professore Pier Luigi Sacco, membro della direzione scientifica del festival, chiarisce che con On biennials/Tutto sulle biennali si è guardato al futuro pensando, progettando, agendo. Tale iniziativa, è evidente, inciderà sulle politiche puntando a una città accogliente per chi vuole produrre idee. Concretamente si può dimostrare che certe cose se si vuole si fanno, afferma il professore, dando speranza anche al protagonismo dei giovani: opportunità e sostegno.
Cosa vuol dire far partecipare una città se non renderla viva facendo convergere risorse ed energie? Una idea altra dalla fragile illusione del vivere barricati dentro quattro mura perché fuori c’è il baccano e in casa le emozioni: l’abitare parte dallo spazio pubblico come moltiplicazione di occasioni di ben essere. Nel caso del contributo portato dalle biennali d’arte contemporanea, questo non richiede mettere sotto i riflettori il personaggio famoso ma la necessità di creare connessioni e contaminazioni che, nel tempo, avviano delle energie stimolando un progetto cittadino: la cultura non è solo il lievito del luogo ma una radice dello sviluppo.