casa-llotja-de-marUn costante fermento a Barcellona: da alcuni giorni la città si interroga sulla cultura e il suo senso, con le domande poste da Alfredo Jaar, progetto Questions questions, nato per la città di Milano e rilanciato al centro Ars Santa Monica sulla Rambla, che ospita anche un’esposizione sul drammaturgo John Berger (ingresso gratuito per quattro piani espositivi).  “What are you thinking about?”, prima domanda della rassegna dal titolo “the uncertainty principle” a cura di Chus Martinez alla Cappella del MACBA.
Non è una novità riscontrare un’attenzione particolare alle tematiche delle politiche culturali nel capoluogo catalano, che in questi giorni, solo lungo la Rambla, propone Loop-Festival Internazionale e Fiera della Video Arte, appuntamento speciale e unico per gli appassionati del genere; la settimana della Poesia Catalana; la programmazione del Teatro del Liceu; l’apertura di diverse mostre nelle principali Gallerie di Arte Contemporanea, riunite nell’associazione Art Barcellona con un portale per comunicare i principali eventi.
Una capitale culturale che sta investendo da anni sul suo posizionamento strategico attraverso politiche culturali innovative e un’offerta variegata.
Mercoledì 20 maggio ha preso avvio la tre giorni del Congresso Internazionale di Economia e Cultura, il primo promosso dalla Camera di Commercio di Barcellona e inaugurato del Re Juan Carlos I, alla presenza della neo-ministra della cultura spagnola Ángeles González-Sinde.
Una tre giorni molto intensa di tavole rotonde e dibattiti che ha registrato una presenza di pubblico di circa 600 persone, accomodate nei saloni neo-gotici della storica Casa Llotja de Mar.
L’iniziativa è stata fortemente voluta dalla Camera di Commercio, con l’intento di celebrare l’Anno dell’Innovazione e della Creatività promosso dalla Commissione Europea e seguendo di qualche mese la Terza Giornata dell’Economia e della Cultura, dal titolo “Nuove frontiere dell’Economia della Cultura” che ha avuto luogo a Parigi al Museo du quay Branly .
Il dibattito europeo è acceso e vigile sulle tematiche legate al dialogo fra Economia e Cultura, soprattutto in vista della realizzazione degli obiettivi dell’Agenda di Lisbona, e in seguito alla forte crisi finanziaria in corso.
Ecco la risposta spagnola, ed in particolare della Catalunya, che attraverso la sua Camera di Commercio – l’unica al mondo che ha una commissione cultura, nata nel 2004 per volontà del suo del Presidente Miquel Valls, con più di 2000 imprese del settore -, indice il primo convegno sul rapporto virtuoso della creatività e dell’innovazione con la produttività e la competitività.
La comunità autonoma di Catalunya ha preceduto sia la Commissione Europea che l’Italia pubblicando il suo Libro Bianco della Creatività già nel 2002.
Insieme alla Generalitat, anche la città di Barcellona ha esercitato la sua proficua influenza nel dibattito sul valore strategico della cultura per uno sviluppo sociale ed economico: risale al 1999 il lancio del Primo Piano Strategico per la Cultura che il Comune ha rivisto e aggiornato nel 2006.
In un contesto come quello brevemente tratteggiato, dove la cultura da almeno un decennio è ritenuta leva di competitività e sviluppo civile ed economico, il Congresso riconferma la coerenza sistemica della comunità autonoma di Catalunya.congresso-economia-e-cultura
Va sottolineato che proprio dal settore privato proviene l’iniziativa, dimostrando il grado di assorbimento di queste istanze. Infatti a dare il benvenuto a relatori e partecipanti  Miquel Valls, Presidente della Camera di Commercio e Pere Vincens, Presidente della Commissione Cultura della Camera di Commercio. La dichiarazione di intenti è precisa: il convegno ha l’obiettivo di far assorbire il tema culturale nella letteratura economica, nei media, diffondendolo il più possibile poiché si ritiene che in questo momento di crisi, vadano incentivate nuove culture d’impresa, orientate verso la sostenibilità, nuovi valori etici condivisi dalla società di appartenenza, e non ultimo vada riconosciuto il capitale umano e intellettuale.
Cinque sono le sessioni plenarie organizzate. La prima dal titolo “La cultura, la ricchezza e il benessere delle nazioni” ha visto la partecipazione di personalità internazionali come Sylvain Pasqua, Senior Administrator della Commissione Europea, sulle aree delle Politiche culturali, Cooperazione Internazionale e Industrie Creative; il Professore di Economia Bruce Seaman dell’Università della Georgia, e tre personalità del contesto imprenditoriale e bancario Spagnolo. Concordi tutti i relatori nel registrare che la crisi è un’opportunità di rimessa in discussione e rovesciamento di istanze pregresse: largo all’innovazione, grazie al riconoscimento che il settore culturale ha un impatto sull’economia diretto, ma anche meno visibile per le componenti immateriali che sconfinano in altri settori.
Nella giornata del 21 maggio, la sessione si è aperta con il dibattito sulla “Cultura al tempo della crisi”: presente la Ministra della Cultura Ángeles González-Sinde, e il Direttore Generale della RBA Libri, Joaquim Palau e il Segretario Generale dell’Associazione degli Artisti Visivi di Catalunya Florenci Gutìn, rappresentanti di tre punti di vista diversi, del Governo, dell’Impresa e dell’Associazionismo. La crisi batte più forte proprio sui creativi, ed una legislazione di defiscalizzazione, largamente promossa negli Stati Uniti e in Francia, insieme ad un supporto economico a difesa della proprietà intellettuale, sono messi come priorità nell’Agenda del semestre di Presidenza all’Unione Europea della Spagna
La discussione su quanto i cambiamenti delle tecnologie abbiano influito sulle industrie culturali e il tasso di innovazione negli ultimi anni prosegue nella successiva sessione: “La cultura e la nuova economia: imprese creative e innovazione”. Presenti relatori internazionali, come Tyler Cowen, professore di Economia all’Università di George Mason; Philippe Chantepie, Direttore del dipartimento di studi, previsione e statistica del Ministero della Cultura e Comunicazione di Francia; Richard Charkin, Direttore Esecutivo di Bloomsbury Publishing; Florence Devouard, membro del consiglio consultivo della Fondazione Wikimedia; Josep Miquel Piquè, consigliere delegato di 22@. I creativi necessitano di tutela legale e riconoscimento uguale per ogni Paese, cosicché si possano anche far circolare più facilmente i contenuti. Tutto questo processo non può solo fondarsi sulle politiche di sostegno economico pubblico, ma deve essere leva per la creazione di collaborazioni trasversali del settore privato, con lo sviluppo di cluster.
fotoblogeconomiaNella terza sessione “Bilancio degli scambi nella distribuzione della cultura: equilibri e dipendenze”, a fianco di Galia Saouma-Forero, direttrice della Divisione Espressioni Culturali e Industrie Creative dell’Unesco  siedono altri relatori spagnoli fra i quali l’europarlamentare Enrique Baròn e l’assessore alla cultura del Comune di Barcellona Jordi Martì. Motivo di riflessione è l’andamento dei flussi culturali in un’epoca globalizzata, dove comunque siamo abituati all’internazionalismo: per conquistare sacche di mercato, l’economia di scala pare essere ancora il modello di riferimento per incontrare il consumatore, sebbene la produzione culturale continui a nascere in contesti locali.
Nel quarto consesso plenario di venerdì 22 maggio, “L’economia dei diritti, protezione e rischi nell’ICT e la globalizzazione” è intervenuto fra gli altri il Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale Francis Gurry (1), con Guillermo Corral, direttore generale delle Politiche e Industrie Culturali del Ministero della Cultura spagnolo e la professoressa Françoise Benhamou, Università di Parigi1. Temi portanti i diritti d’autore e le politiche di protezione della proprietà intellettuale, ma anche come regolamentare l’accesso alla rete quando questo costituisce per molte parti del mondo il mezzo di socializzazione centrale.
L’ultima sessione si conclude con un tema delicato “Nuovo panorami per i finanziamenti alla cultura”, alla presenza del Vicepresidente dei mercati emergenti di Microsoft, Orlando Ayala, l’imprenditore degli Hotel Derby Jordi Clos, attivo sostenitore della cultura con l’apertura della Fondazione Archeologica Clos a Barcellona, Milagros del Corral, direttrice della biblioteca nazionale di Spagna e infine Robert Fohr, responsabile della Missione di mecenatismo del Ministero della Cultura e Comunicazione di Francia. Il gruppo riconosce il valore della cultura come legante sociale e stimolo di sviluppo e progresso per l’umanità. Questo comporta che quanto più la cultura viene messa in circolazione, quanto più l’umanità e le società ne traggono beneficio.
A completamento di questi percorsi di riflessione, la Camera di Commercio ha invitato anche a testimoniare circa una ventina di imprese che operano nella produzione culturale a vari livelli: grandi gruppi editoriali come Gruppo Planeta, Gruppo 62, aziende ICT come Microsoft, Google Book, oppure società di servizio per la cultura come Funky projects, Icono serveis, infine istituzioni culturali come il Conservatori del Liceu.
Per la chiusura della sessione Peré Vincens ha letto gli obiettivi che la Camera di Commercio vuole perseguire nel futuro: formulare un documento programmatico con la richiesta al primo Ministro Zapatero di costituire una Commissione speciale e inter-disciplinare di Economia e Cultura; includere le Industrie Creative nella strategia di sviluppo economico che il Presidente della Camera di Commercio Miquel Valls ha costituto con una selezione delle maggiori imprese catalane; ospitare per la seconda edizione il congresso, in coincidenza del semestre di presidenza della Spagna all’Unione Europea. L’ultima parola è stata presa dal consigliere della Cultura e Mezzi di Comunicazione della Generalitat di Catalunya Joan Manuel Tresseras.
L’attenzione al dialogo fra Economia e Cultura è penetrato nella società civile in senso esteso nella comunità autonoma di Catalunya (2), per la prima volta presente anche in Biennale a Venezia con il suo Padiglione. Non si sono registrate presenze italiane fra i relatori e la stampa invitata.
 Il dibattito rimane aperto attraverso il blog lanciato per l’occasione (http://blog.economiaicultura.org)

– Per un quadro di riferimento generale delle politiche culturali spagnole, Felix Manito (ccord.) Planificación estratégica de la cultura en España, Ediciones y Publicaciones Autor S.r.l., 2008

(1) www.wipo.int/portal/index.html.en
(2) La Generalitat de Catalunya pubblica regolarmente una rivista su Economia e Cultura:  http://cultura2.gencat.cat/revistacultura/