lago-dortaLe finalità sono davvero tante: la salvaguardia della biodiversità, il recupero e la promozione di un’enogastronomia alternativa e radicata sul territorio e la creazione di opportunità turistiche di sviluppo dell’area agricola di frontiera tra il Piemonte e il versante elvetico. Tutti questi elementi sono alla base del progetto Interreg IV Italia-Svizzera, proposto nella programmazione 2007-2013 e denominato “Biodiversità? Salviamola mangiandola”. Un nome che da solo fa anche da slogan e lancia un messaggio che va ben oltre alla situazione specifica di tanti piccoli comuni del novarese e del Verbano-Cusio-Ossola. In questa zona, desiderosa di aprirsi verso l’esterno in un’ottica transfrontaliera, il Consorzio delle Pro Loco del Lago d’Orta e dell’Alto Novarese, forte di un finanziamento nell’ambito dell’Obiettivo Cooperazione Europea (il vecchio Interreg) di 544 mila euro, propone con il partner svizzero “Fondazione Pro Specie Rara” del Canton Ticino di rivolgere l’attenzione verso l’immenso patrimonio vegetale che scompare e non soltanto per salvaguardarlo da un punto di vista ambientale ma per trarre benefici economici e turistici. Come? Attraverso la coltivazione vera e propria di specie rare a rischio di sparizione e la loro diffusione e vendita tramite il recupero di piatti ed ingredienti un tempo comuni sulle tavole. Il punto forte del progetto è la sua unicità: turisti ed acquirenti devono quindi recarsi in zona per ritrovare le specie rare. Il progetto ha stimolato l’interesse di pro loco, parrocchie ma anche aziende desiderose di attivare una forma integrativa di reddito e di favorire prospettive occupazionali dando un’ulteriore spinta turistica all’offerta già presente. Ciascun paese della zona punta ad una specializzazione: ci sono i frutti di bosco di Ameno, le erbe aromatiche di Boleto, l’orto delle meraviglie di Pogno, i percorsi didattici di Monte Zuoli di Omegna e poi, per la parte botanica, le rose antiche di Villa Nigra di Miasino o le ortensie e gli ellebori di Orta. Il pubblico di potenziali visitatori  è alquanto vario e va dagli appassionati di enogastronomia agli amanti della natura passando per le scuole. Un esperimento ancora da valutare? Non esattamente visto che in Europa ci sono casi già testati di successo soprattutto in Svizzera e in Germania. Sul territorio tedesco sono operativi oltre cento “Giardini della Bibbia”, così denominati per il nesso tra le specie recuperate e la scrittura per eccellenza della religione cristiana. A Miasino, località nelle vicinanze del Lago d’Orta, proprio il 1 giugno è stato inaugurato il primo Giardino italiano della Bibbia chiamato “Orto di Esaù”, ricavato nel vecchio “orto parrocchiale” del paese da anni abbandonato ed oggi tornato produttivo con ortaggi tutti citati nel sacro testo, erbe aromatiche ed alberi da frutto di varietà dimenticate. Una forma di turismo che coinvolge anche un vasto pubblico di fedeli anche dall’estero i quali, per ogni specie, possono trovare una citazione biblica, proposta tramite cartelli informativi in quattro lingue. E a livello commerciale questo progetto Interreg può portare risultati concreti? I primi segnali sembrano dare una risposta positiva. Non mancano infatti le prime disponibilità di spazi appositi di vendita e promozione all’interno di grandi centro commerciali della zona dove potrebbero essere esposti, in collaborazione con le pro loco del territorio, i laboratori didattici e i progetti avviati in una speciale vetrina. Anche in questo caso le finalità sono molteplici: commerciali, turistiche ed anche formative.

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