In questo festival la cultura manifesta tutta la sua potenzialità di cambiare l’urbano e valorizzarlo. È infatti con questo specifico intento che nasce tre anni fa Comoda_mente, per inaugurare “VISITANDO – Nuovo Sistema di Visita della Città”, primo risultato di un progetto di riqualificazione urbana della città di Vittorio Veneto. Il Centro Studi Usine, centro di architettura che da diversi anni si occupa dei progetti di comunicazione e riqualificazione urbana di Vittorio Veneto, ha ideato il festival come lo strumento migliore per far capire alla comunità un’attività che durerà 15 anni. Assumendo il ruolo di innovatore urbano, Comoda_mente accende i riflettori e così l’interesse su luoghi storici e produttivi della città, valorizzandone le potenzialità culturali. In occasione dell’operazione di riqualificazione urbana “Contratti di quartiere II per Serravalle”, la terza edizione si concentra nel centro storico di Serravalle, che insieme a Cerneda forma la città di Vittorio Veneto, e configura una mappa che fa dialogare luoghi dell’arte e del sacro con gli ambiti dismessi della città, ri-allestiti “al fine di prefigurarne una prossima riappropriazione”, racconta Claudio Bertorelli, direttore artistico di Comoda_mente e del Centro Studi Usine. Per esempio, la terza edizione sarà l’occasione per riaprire con una nuova destinazione d’uso un luogo produttivo suggestivo, lo Stabilimento Italcementi.

La città ha bisogno di nuovi strumenti per pensarsi e per rappresentare se stessa, e insieme per pensare al proprio tempo. La kermesse propone di soddisfare questo bisogno contemporaneo. Da qui si può comprendere meglio il suo nome: Comoda_mente è la proposta di “mettere in discussione le comodità delle convenzioni e oltrepassare i limiti delle abitudini”. Perché un centro storico confezionato non basta per essere vissuto. Ha bisogno di connessioni inedite, attraversamenti, occasioni di socialità. L’idea di Claudio Bertorelli è che il festival sia “la rappresentazione reale della città storica italiana”, perché ne può restituire il tratto vitale e dinamico. La città storica oggi soffre perché manca quella eterogeneità di usi che ne ha fatto la sua attrattività. Solo un mix di stili di vita differenti, che condividano gli stessi luoghi e partecipino alla vita civica, può permetterne la rinascita o evitare l’abbandono e la fuga. Così Comoda_mente trasforma la città in un “comodo” salotto urbano in cui dialogano differenti punti di vista. Gli spazi del festival vengono arredati con divani, poltrone ed elementi modulari adattabili in infinite combinazioni, proposti dalle grandi case del design Made in Italy, allo scopo di identificare la città come qualcosa che è di tutti, come la propria casa.

“Limite alla rovescia”, titolo di questa edizione, concentra la doppia natura del “limite”. Un limite è una salutare protezione dagli eccessi e dai danni: limite implica rispetto. Il limite però include anche uno stimolo al suo superamento, e diventa così un’audace sfida. In ogni caso richiede una riflessione e un confronto con se stessi e con gli altri. A partire da questa parola chiave il festival propone di riflettere sul mondo contemporaneo. Perché il suo senso, chiosa Bertorelli, è quello di essere “un gioco serio che consente di allenarci nel mondo della complessità”, mettendo in connessione saperi e sguardi differenti.

In tre giorni si alternano dialoghi con ospiti illustri, sessioni letterarie, opere teatrali, eventi musicali e occasioni di ristoro. Oltre 90 personalità della cultura, dell’imprenditoria e della politica, da Edoardo Boncinelli a Philippe Daverio, da Italo Rota a Massimo Fini, si confronteranno, insieme al pubblico, sui limiti naturali e culturali. Da quelli del diritto a quelli dell’ambiente e dell’economia. Verrà privilegiato un approccio democratico alla cultura, afferma Bertorelli. Per esempio, il programma prevede un forum di discussione sul tema delle riviste indipendenti, come Rodeo e MagMagazine, attraverso la voce diretta di alcuni dei creatori. Una particolare attenzione sarà rivolta ai giovani offrendo, nei giorni della manifestazione, Fuori di Penna, un campus giornalistico sostenuto dalla Regione Veneto e dal Ministero della Gioventù.

Con questa formula, i protagonisti degli eventi festivalieri esprimeranno così un nuovo modo di fare cultura. Ma anche un nuovo modo di “fare città”, che oltre a progetti urbanistici, edificazioni, restauri, azioni politiche, ha bisogno di linfa vitale: parole, suggestioni, passi, applausi, musica.

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