bookshop

Pubblicati a fine luglio dall’ufficio statistiche del Ministero per i beni e le attività culturali, i dati relativi all’andamento dei visitatori e agli introiti registrati da musei, monumenti ed aree archeologiche statali nel corso del 2008, mettono in evidenza un trend negativo, iniziato almeno in parte durante il 2007. Se i visitatori subiscono un calo pari al 3,9%, passando da 34,5 a 33 milioni, gli introiti risultano essere inferiori quasi del 2% rispetto all’anno precedente. Non vanno meglio gli incassi lordi complessivi relativi ai servizi aggiuntivi delle stesse strutture che nel confronto tra il 2008 ed il 2007 fanno registrare una variazione del -3,15%, per un valore complessivo di 42.077.305,42 euro.
A partire dal 1993 con l’emanazione della legge Ronchey è stata introdotta in Italia la possibilità di affidare la gestione dei servizi aggiuntivi di musei, monumenti ed aree archeologiche statali ad aziende private, per favorire una maggiore integrazione del sostegno pubblico e privato a favore della cultura e per garantire una maggiore economicità delle attività legate a questo tipo di servizi. A più di quindici anni di distanza dall’emanazione della legge Ronchey, la situazione dei servizi aggiuntivi non sembra però essere migliorata.
Nella sola città di Torino risultano essere in calo le entrate di bookshop e caffetterie dei principali musei e monumenti cittadini, da Palazzo Madama a Palazzo Reale, dal Castello di Rivoli alla Galleria di Arte Moderna, al neonato Mao dove dopo il boom iniziale, il flusso di visitatori è diminuito drasticamente. Una situazione non rosea che si somma alla minore offerta culturale che solitamente caratterizza la programmazione estiva di molti musei e spazi espositivi. Sempre a Torino, Palazzo Bricherasio ha chiuso i battenti a metà giugno per riaprirli solo a settembre, le collezioni della Gam stanno traslocando nei depositi in vista del nuovo allestimento autunnale e non saranno visibili fino al 23 ottobre, il Castello di Rivoli pur essendo aperto non prevede nessuna nuova mostra prima dell’autunno, come anche la Fondazione Sandretto e la Fondazione Accorsi, chiuse durante il mese di agosto.
Come messo in evidenza da un articolo apparso sul Sole24Ore del 17 agosto la situazione dei servizi aggiuntivi in Italia sembra essere giunta ad un punto di stallo. La maggior parte delle concessioni, infatti, sono scadute e non si riesce a portare a termine una gara senza passare dagli uffici dei giudici amministrativi, a causa delle numerose irregolarità che caratterizzano gran parte di tali procedure.
Se da un lato è innegabile la necessità di disporre di un sistema di regolamentazione capace di garantire condizioni di assoluta trasparenza e legalità durante lo svolgimento dei bandi di gara per la concessione dei servizi aggiuntivi, e di assicurare alle aziende appaltatrici termini contrattuali che le mettano nelle condizioni di poter svolgere al meglio il proprio lavoro, in una prospettiva di medio-lungo periodo, non facile da immaginare con l’attuale sistema che prevede una concessione di soli quattro anni, rinnovabili al massimo per altri quattro; dall’altro è altrettanto necessario l’impegno da parte di chi gestisce i musei, i monumenti e le aree archeologiche ad offrire una programmazione culturale che sia sempre al massimo delle proprie capacità e possibilità, e ad effettuare delle attente valutazioni di ordine economico prima di decidere di dotarsi di strutture aggiuntive che potrebbero, in seguito, rivelarsi fallimentari.