Il 19 settembre è stata inaugurata la mostra “Lo stile dello Zar – Arte e moda tra Italia e Russia dal XIV al XVIII secolo”, aperta al pubblico sino al 10 gennaio 2010.
Il percorso espositivo, sapientemente allestito nelle sale dell’ex cimatoria Campolmi, preziosa testimonianza della attività manifatturiera che da secoli caratterizza la città (ovvero il comparto tessile), mira a mettere in luce gli effetti che i rapporti commerciali tra Italia e Vicino Oriente hanno avuto sull’arte tessile, la moda e la pittura tra ‘300 e ‘700.  Il tutto è analizzato attraverso le circa 130 opere in mostra, tra tessuti e dipinti italiani e russi che, sebbene costituiscano espressioni artistiche e culturali differenti,  sono qui accostati e confrontati proprio per mettere in luce queste relazioni. A partire dal XIV secolo, infatti, alla corte dello Zar appaiono i primi filati operati, ricami e arazzi prodotti a Lucca, Venezia e poi Firenze; allo stesso modo, le pellicce e i capi di provenienza turca e moscovita sono tra i più ricercati nelle corti italiane. Per questo motivo, le testimonianze più importanti delle manifatture italiane (veneziane e fiorentine), come il prezioso paliotto di Jacopo Cambi, realizzato nel 1336 per l’altare maggiore di Santa Maria Novella, in mostra vengono accostate ai dipinti in cui quegli stessi filati sono riproposti nell’abbigliamento dei soggetti rappresentati: ad esempio, i mantelli in velluto broccato dei Giovani Martiri, opera di Girolamo da Santa Croce o il la zimarra di ispirazione moscovita usata come veste da camera nel Ritratto di giovane donna di Tiziano Vecellio (1536 ca.).  
Frutto dell’impegno del Museo stesso e della relativa Fondazione, che hanno stretto importanti collaborazioni con il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo, il Museo del Cremlino e il Museo Statale Russo, la mostra è stata realizzata grazie al sostegno delle istituzioni territoriali e alle forze economiche locali, coinvolgendo persino gli artigiani e i bottegai operanti nel settore tessile. E ciò è potuto accadere prevalentemente per il fatto che la mostra ben esprime la vocazione tessile della città di Prato; anzi ne costituisce una possibilità di rilancio sia in termini economici che, soprattutto, di promozione turistica. Un’intera città, quindi, esprime la sua naturale inclinazione, la sua vera essenza attraverso questa mostra, come è testimoniato da una serie di corrispondenze assolutamente volute dagli organizzatori: il luogo, Prato appunto, patria italiana della produzione tessile e dell’abbigliamento; il “contenitore” dell’evento,  un’antica manifattura divenuta ormai simbolo della città stessa e sede di una delle istituzioni che più la rappresentano, quale il Museo del tessuto è concretamente per tutto il territorio; e infine il “contenuto”, una mostra che affronta la tematica della produzione tessile in un’ottica assolutamente originale e accattivante per il grande pubblico e che ben si integra con la collezione permanente del Museo, che ne diviene quasi uno strumento di supporto per una lettura più consapevole della mostra stessa.
L’impegno collettivo è confermato dagli eventi e dalle esposizioni collaterali alla mostra, che da essa trarranno certamente vantaggio in termini di introiti e visitatori, e che a loro volta ne veicoleranno il messaggio culturale. Per tutta la sua durata, infatti, il tema del tessile sarà affrontato anche nei principali musei e istituzioni cittadine: dal Museo dell’Opera del Duomo, che affiancherà alle opere della collezione permanente alcuni prestiti dello stesso Museo del tessuto; passando per gli affreschi di Filippo Lippi per la Cappella Maggiore del Duomo, dove sarà proposta una lettura del sistema vestimentario del XV secolo così come lo si può ammirare nelle stesse opere; per arrivare all’Archivio di Prato, presso il quale vengono esposte per l’occasione le carte del mercante Francesco di Marco Datini, le quali documentano i rapporti commerciali del XIV secolo con il Vicino Oriente. Altri eventi vedranno coinvolte, invece, le botteghe artigiane e le aziende tessili,presso le quali sarà possibile effettuare acquisti di filati e apprendere le lavorazioni tessili direttamente da chi le realizza per mestiere e per passione. Infine, il forum “Economia3”, che si terrà a Prato dal 24 al 27 settembre, affronterà tematiche connesse allo sviluppo economico territoriale e alle possibili modalità di valorizzazione degli elementi distintivi dell’economia regionale.  Eventi fruibili a prezzi agevolati per i possessori della “Card_a_Prato” (costo 2€), che consente di avere delle riduzioni anche sugli acquisti negli esercizi commerciali cittadini, sul posteggio delle auto nei parcheggi del centro e sugli spostamenti in taxi. E’ proprio il caso di dirlo: “Prato guarda al futuro”, come dichiara lo slogan voluto dalle amministrazioni locali e dai soggetti organizzatori della mostra per promuovere questi mesi densi di iniziative. 

 

www.lostiledellozar.it

 

Credits:
Tiziano Vecellio
Ritratto di giovane donna, 1536 ca.
Olio su tela, cm 96×75
San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage

Piviale, metà XVI sec. (particolare)
cm 142×310
Gandino (BG), Museo della Basilica