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Il futuro del copyright (e delle nuove generazioni)
Gli economisti giustificano il copyright come strumento per affrontare il “problema delle esternalità positive”, ovvero un effetto che il nostro comportamento genera su qualcun altro. La legge sul copyright ovvia all’esternalità positiva prodotta dalla natura delle opere creative, una forma di regolamentazione che ha come obiettivo quello di regolare l’espressione delle idee. Perché le esternalità positive rappresentano un problema? Perché le nostre società hanno deciso di donare agli autori questo monopolio temporaneo?
Da questi assunti iniziali si sviluppa una fitta rete di argomentazioni che fanno un po’ di luce nel complesso sistema dei diritti d’autore e nella lotta agli estremismi a esso associati. Veicolo di questa nuova concezione delle “guerre del copyright” è lo stesso fondatore di Creative Commons, Lawrence Lessig, autorità mondiale della materia membro dell’organizzazione no profit che offre ai creatori licenze per condividere le proprie opere secondo il modello “alcuni diritti riservati”. In particolare, la tesi dibattuta nelle pagine del volume Remix denuncia un’eccessiva miopia nei confronti delle nuove opportunità introdotte da Internet, sullo sfondo di un’economia definita dall’autore “ibrida”, formata da una componente commerciale dedita al profitto e una incentrata sulla condivisione, per la quale gli incentivi a produrre non sono monetari.
Il volume è composto in tre parti, che suddividono in macro- sistemi i 10 capitoli totali. Ad aprire l’analisi si trova la prima parte, intitolata “Culture”, incentrata sulla dicotomia tra cultura RW (read/write) e cultura RO (read only), definite secondo i livelli di autorizzazione attribuiti a un file digitale: una fatta per essere ricreata o “remixata”, l’altra per essere semplicemente fruita. Entrambe, spiega l’autore, hanno fatto parte del nostro passato: la creatività RW fin dagli albori della cultura umana, quella RO da quando nacque la tecnologia volta a catturare e difendere gli emblemi della cultura. Queste due culture faranno anche parte del nostro futuro, in quanto, ad una espansione della RO oltre i limiti delle nuove tecnologie corrisponderà una rinascita della cultura RW, offrendo opportunità economiche straordinarie.
La seconda parte del testo esamina le due economie di produzione sociale (economia commerciale e di condivisione) per arrivare a descrivere una miscela tra le due nell’economia di tipo ibrido: tutte le imprese online interessanti sono modelli ibridi. Capire come sostenere un modello di questo tipo rappresenta una questione complessa nonché una sfida irrinunciabile da cogliere per il futuro. Ancor più se si pensa che tale modello consentirebbe di incoraggiare una tipologia di creatività definita “legale” basata sul remix che indirettamente favorirebbe lo sviluppo di un business sano e fiorente (es. Youtube).
La terza e ultima parte delinea la strada da percorrere nel futuro, in riferimento alle opportunità di cui gode il mondo degli ibridi, accompagnato dalla prospettiva di avere una cultura RO migliore e una cultura RW più vivace. Tre aspetti che preludono una legge di copyright riformata, secondo un modello che contempli cinque cambiamenti fondamentali: deregolamentazione della creatività amatoriale, diritti chiari, semplificazione della legge, decriminizzazione della copia e del file sharing.
Tutte e cinque queste modifiche darebbero un contributo notevole per risollevare il sistema del copyright, favorendo la legalizzazione degli attuali utilizzi delle opere creative su Internet senza limitare in alcun modo i profitti delle industrie che si oppongono con resistenza a tali utilizzi.
Condizioni necessarie ma da sole non sufficienti che devono essere supportate da una profonda riforma della forma mentis delle persone, incitando verso gradi diversi di protezione e condivisione della proprietà intellettuale e riscoprendo, assieme, i limiti della regolamentazione.
Remix
Il futuro del copyright (e delle nuove generazioni)
Di Lessig Lawrence
Etas edizioni Euro 22
ISBN: 9788845315596
www.etaslab.it