galleria giorgio franchetti

L’Indagine sui servizi culturali pubblici è il risultato di un progetto elaborato dal Servizio III – Qualità e Standardizzazione delle procedure della Direzione Generale per il bilancio, la programmazione economica, la promozione, la qualità e la standardizzazione delle procedure del Ministero per i Beni e le Attività culturali, giunto alla fase finale di realizzazione del concorso Premiamo i risultati, indetto dal Ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione, in collaborazione con il Formez, con lo scopo di valorizzare e premiare le azioni intraprese dalle amministrazioni pubbliche per migliorare le proprie performance.
Il progetto, che ha coinvolto durante il mese di aprile 2009, 36 strutture tra istituti, archivi, musei, monumenti ed aree archeologiche, gestiti dallo Stato e ubicati nel nord, centro e sud Italia, risulta essere la prima indagine nazionale ad avere come campione di riferimento il pubblico dei luoghi della cultura di media affluenza. Obiettivo principale dell’indagine è, infatti, comprendere le cause di quello che è stato definito un “successo parziale” ottenuto da strutture che, seppur non ai primi posti nelle classifiche di gradimento dell’utenza, rappresentano in molti casi dei siti di eccellenza, non ancora adeguatamente riconosciuti come tali.
I risultati dell’indagine, svolta attraverso la somministrazione di tre distinte tipologie di questionari, per cercare di monitorare la gamma completa dei servizi offerti in base alle possibili richieste ed aspettative degli utenti, sono stati presentati martedì 1 dicembre a Roma presso la ex Chiesa di Santa Marta. A fronte di un apprezzamento generale per la qualità e la varietà del materiale esposto, ciò che più viene lamentato dai 2.500 visitatori intervistati è il livello insufficiente di servizi quali la disponibilità di pannelli informativi e di didascalie in lingue diverse dall’italiano, e la mancanza di servizi aggiuntivi come bookshop e caffetterie. I visitatori del museo nazionale etrusco di Villa Giulia, ad esempio, denunciano la carenza delle aree di sosta e l’assenza delle traduzioni del materiale informativo, oltre all’insufficiente illuminazione e segnaletica interna. Apprezzate invece la pulizia degli spazi e la cortesia e professionalità del personale, in linea con i risultati emersi a livello generale.
Scoperto il punto di vista dei visitatori sui servizi culturali offerti all’interno delle strutture di media affluenza, rispetto alla regolarità, all’accoglienza e al dialogo, e resa nota la distanza tra la qualità percepita e la qualità attesa, spetta ora al MiBAC iniziare a pensare alle strategie di intervento e ai piani di miglioramento, se si vuole davvero ribaltare un trend negativo e fare quello che i “clienti” desiderano, come ha affermato il Direttore generale per la valorizzazione del patrimonio culturale, Mario Resca, durante la conferenza di presentazione dell’indagine.