visitatori agli uffiziLunedì chiuso, Martedì-Domenica 10-19, biglietto unico e audio-guida a noleggio, potrebbero diventare passato remoto per un visitatore di un museo italiano, se solo le strutture museali ascoltassero i propri pubblici di riferimento. Una tendenza positiva in questa direzione si riscontra se si pensa alle recenti iniziative del MiBAC o alle numerose, quasi innumerevoli, iniziative di sperimentazione per avvicinare il visitatore al museo. Dopo il successo della celeberrima Notte Bianca Romana nel 2003, ogni occasione è buona per aprire le porte dei musei a qualsiasi orario promuovendo iniziative collaterali. Da anni al Louvre e al British Museum, ora la tendenza si sta facendo strada anche da noi, anche se frequentemente in puntate sporadiche, legate esclusivamente a rassegne cittadine. L’apertura serale, seguendo gli esempi dei grandi musei europei, consente l’accesso a chi durante il giorno è impegnato in altre attività. Ad affermarlo è stato lo stesso Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani, presentando l’ultima iniziativa dei Musei Vaticani nello scorso luglio: “si tratta di iniziative rivolte soprattutto ai romani”, affinché possano accedere ai tesori della città in cui vivono in orari non convenzionali, per non affollarsi in coda insieme alla miriade di turisti. Una apertura notturna dunque per restituire (o consegnare) i musei a coloro che non ne possono avere accesso negli orari canonici. Esclusi i turisti, le scolaresche in visita e i non lavoratori, sono i lavoratori e soprattutto i giovani ad esserne penalizzati.
Se da una parte i dati sul numero dei partecipanti a queste “notturne” confermano il gradimento di un pubblico indifferenziato, dall’altra una recente indagine a cura del Cnr – promossa dall’assessorato alla Cultura e al Turismo della Regione Toscana – ha confermato che è necessario operare una distinzione di pubblici sempre più raffinata. L’indagine è stata condotta mediante la somministrazione di un questionario su 640 ragazzi di età compresa tra i 18 e i 30 anni che hanno compilato via web, al link www.djalmuseo.com, un questionario sulla fruizione dei musei toscani. Si è trattato di un originale meccanismo di selezione per reclutare i partecipanti allo speciale dj set che si è tenuto venerdì scorso nell’insolita cornice del Museo Stibbert di Firenze, ma che ha rivelato dati interessanti sui pubblici dei musei. Nel tentativo dell’assessore Cocchi di avviare un processo di svecchiamento dei musei toscani, cancellandone l’immagine austera ed elitaria,  si è scoperto che un buon 78 per cento dei giovani andrebbe più frequentemente ai musei se solo ci fossero orari più flessibili e maggiori eventi collaterali. E per quasi il 34 per cento la scelta del museo dipende principalmente dal costo del biglietto. Ha ancora un’importanza relativa, invece, il livello di avanzamento tecnologico dei musei: circa il 13 per cento decide di visitarli in prima istanza per la possibilità di scaricare da Internet audio-guide e informazioni.
Se dunque la ricetta per il successo di un museo consiste nella diminuzione del gap tra esigenze del pubblico e offerta di servizi culturali, l’Istituto  e Museo di Storia della Scienza di Firenze sembra essere all’avanguardia. Presenterà lunedì 14 dicembre un’innovativa tecnologia battezzata SmarterMuseum che promette musei e itinerari culturali su misura, personalizzati qualunque siano  la nazionalità e il profilo socio culturale. SmartMuseum è il prodotto di un progetto finanziato dalla Comunità Europea, varato nel gennaio 2008 e prossimo a concludersi (febbraio 2010), che ha comportato un investimento di 2 milioni di euro. Obiettivo? Creare, grazie alle nuove tecnologie, un rapporto inedito e organizzato tra istituzioni culturali e utenza, ovvero una piattaforma digitale capace di offrire servizi avanzati e personalizzati, nel totale rispetto della privacy (www.smartmuseum.eu). L’Istituto e Museo di Storia della Scienza (www.imss.fi.it) è il solo partner italiano del consorzio che ha sviluppato il progetto, di cui fanno parte per la Francia l’Institute Nazionale de Recherche en Informatique et en Automatique (INRIA), per Svezia e Finlandia le Università di Stoccolma ed Helsinki, per Malta l’agenzia nazionale Heritage, per la Bulgaria il gruppo Webgate, per l’Estonia Apprise ed Eliko. Nella sostanza, SmartMuseum è una guida audio-video elettronica di ultima generazione, adattabile alle caratteristiche del visitatore. Il quale deve solo impostare il programma con i propri dati (tempo a disposizione, profilo socio anagrafico, preferenze culturali, finalità della visita) per vedersi o sentirsi proporre l’itinerario per lui ideale. Realtà futuribile o futuro remoto?