internet-addictionSi chiama Internet Addiction Disorder (IAD) il disturbo che si sviluppa nella nostra mente, quando stiamo davanti al PC, il termine è stato citato per la prima volta dal dottor Ivan Goldberg nel 1995 e pare che in Italia moltissime persone già ne soffrano. Un disturbo psicologico che si manifesta quotidianamente nelle persone che utilizzano Internet a lavoro, a casa, sul palmare e dovunque si possa trovare una postazione internet-point a pagamento. Essere costantemente aggiornati sulle notizie dal web, controllare morbosamente la casella di posta elettronica, collegarsi a Facebook, Msn, Twitter sembra essere diventata la routine primaria di ogni. La mattina dopo il caffè si accende il portatile e si comincia a postare sui network sociali descrivendo il proprio stato (umore) o scrivendo un’e-mail a qualcuno, sottraendo tempo a quei gesti che, quando non c’era Internet, erano di maggiore priorità come preparare la colazione, ascoltare il notiziario radio, guardare l’agenda degli impegni (che non erano ancora salvati su un file word), vestirsi con calma o scambiare le prime parole della giornata con un altro essere umano.
Per indicare il fenomeno nella sua complessità, gli esperti psicoterapeuti l’hanno chiamato Dipendenza online cosi da raggruppare i tanti casi clinici accertati, risultato di altre psicopatologie pre-esistenti, una fra le più comuni è la dipendenza cyber sessuale che induce l’utente a scaricare spesso materiale audio-video pornografico o addirittura a intraprendere relazioni di sesso con altri appassionati che dopo incontreranno dal vivo. Questa dipendenza si associa a quella cyber-relazionale che si sviluppa quando le persone conosciute sulle chat diventano più importanti di quelle reali ed è stato accertato il forte coinvolgimento sentimentale che si vive verso l’altro/a, senza mai essersi conosciuti personalmente. Per controllare la malattia, gli studiosi hanno inventato un test di controllo sulla personalità per monitorare la dipendenza dal web chiamato IAT (Internet Addiction Test) per valutare lo stato di avanzamento della patologia. Si tratta di un questionario con venti domande per capirne di più sull’approccio che si ha ogni giorno con il web, come poter gestire l’astinenza da PC collegato alla rete. I campanelli d’allarme per riconoscere tale disturbo sono la depressione, disagio sessuale, il disturbo compulsivo e la difficoltà di stare in mezzo a tanta gente in carne ed ossa.
Recentemente presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma, lo psichiatra Federico Tonion ha inaugurato il nuovo centro ambulatoriale dedicato ai malati di IAD, progetto creato dopo un’attenta analisi sulle nuove dipendenze dei giovani oltre a quelle già note quali alcool e droga, che punta al recupero dallo straniamento dalla vita reale per la comunità dei “drogati da Internet”. I medici puntano il dito contro i social network sempre più diffusi e contro la possibilità di costruirsi una vita parallela a quella reale, per interagire con altre persone escludendo il tradizionale faccia a faccia dei rapporti interpersonali. I pazienti, superato il primo colloquio psichiatrico, sono inseriti in piccoli gruppi terapeutici del recupero cosi da riattivare la comunicazione verbale, le emozioni del contatto umano e la curiosità di guardarsi negli occhi. La rivoluzione di Internet ha sicuramente cambiato il modo di vivere di tutti ma è facile chiedersi se davvero l’interattività a portata di click, possa ghettizzarci tra le quattro pareti di un monitor del computer o no.  Con Facebook ad esempio, si sono accorciate le distanze e facilmente si diventa chiunque celando la propria identità, la “fotina digitale” assume grande valore estetico e rappresenta chi vorremmo davvero essere per avere totale sicurezza nei rapporti con gli altri. Si pubblica qualsiasi cosa, foto, immagini, testi, video e musica da condividere con gli abitanti dell’intero pianeta, trecento milioni di utenti a oggi e solo in Italia più di undici milioni e mezzo che, sommati a tutti gli altri in ogni parte del mondo, formerebbero la quinta nazione della nostra terra.