artigianato_immagineL’artigianato è stato troppo spesso rappresentato nel dibattito economico e sui media come area residuale, come sopravvenienza economica contribuendo allo sviluppo di un’immagine dell’artigianato un po’ romantica, polverosa, con scarso piglio imprenditoriale, come semplice fenomeno di folklore.
Il settore dell’artigianato sta però vivendo in questi anni una “seconda giovinezza”. Non solo è il motore di una parte rilevante dell’economia del nostro Paese – concorre infatti alla formazione del PIL per il 15% ed è composto da circa 1.400.000 imprese che rappresentano il 33% del numero complessivo a livello nazionale – ma rappresenta anche un importante antidoto contro il taylorismo imperante e per alcuni tipi di lavorazioni e prodotti (maglieria, pelletteria, calzature, mobili) che richiedono una forte dose di personalizzazione creativa, è una vera e propria riserva di vitalità produttiva e commerciale che il mondo continua a riconoscere come un segno distintivo del Made in Italy. La qualità del nuovo artigiano, sia che lavori all’interno delle imprese o che costituisca un soggetto autonomo, è diversa da quella di vent’anni fa. Le differenze sono due: tradizione e uso delle nuove tecnologie convivono infatti in modo virtuoso e inoltre le imprese artigiane devono sapersi inserire in reti produttive articolate dove l’artigiano, parte di un processo produttivo più ampio centrato su aziende di media e grande
dimensione, completa e “personalizza” gli oggetti realizzati con logiche industriali “standard”.
La crescente rilevanza della cultura del saper fare, le nuove forme di manualità che personalizzano i prodotti rendendoli meno anonimi e massificati, l’esigenza di un controllo completo del ciclo produttivo, la coscienza ecologica come trend di lungo periodo rafforzano l’importanza delle “qualità artigianali” dell’oggetto prodotto e del soggetto artigiano le cui caratteristiche distintive e valori etici – il lavoro e l’autonomia, la responsabilità individuale (“sono quello che faccio”), l’integrazione sociale, la solidarietà e la cooperazione, la collaborazione con il lavoro dipendente – trascendono lo specifico settore dell’artigianato e assumono sempre più il ruolo di nuovo paradigma del lavoro creativo contemporaneo.
Il settore dell’artigianato potrebbe beneficiare in grande misura dall’attivazione di specifiche politiche per la “classe creativa” e da investimenti mirati sul capitale umano e giovanile che supporterebbero il processo di innovazione delle imprese artigiane incrementando la “visibilità” e la cultura dell’essere artigiano e creando una vera consapevolezza del valore dei saperi artigiani e del loro “posizionamento” sociale soprattutto tra i giovani. Una prima serie di iniziative, da intraprendere in logica modulare e integrata sono: 
Innovare nella forma: sviluppare meccanismi che facilitino i processi ispirativi (grazie anche alle nuove tecnologie digitali). La “maestria” non dipende infatti solo dalla manualità ma richiede molta conoscenza – spesso tacita e non facilmente codificabile – che richiede un misto di trasferimento codificato, formazione, comunicazione, passa/parola informale
Innovare nella “funzione”: portare – tramite formazione e affiancamento – la cultura e i metodi del (nuovo) design nel mondo artigiano contaminando i vecchi saperi con le nuove competenze (scenario analysis & trend setting, design thinking, management, organizzazione dei processi produttivi, web marketing, eCommerce) e forzando una comprensione più profonda del contesto in cui si opera, dei materiali impiegati e soprattutto dell’utente
Innovare nei materiali: creare un centro di competenza che monitori i nuovi materiali e ne diffonda le specificità e caratteristiche, consentendo agli artigiani di sperimentare direttamente la loro manualità su materiali che offrono prestazioni completamente diverse. 
La Camera di Commercio di Reggio Calabria ha recentemente lanciato un gruppo di iniziative integrate fra loro per cogliere con tempestività le attuali opportunità e rafforzare il settore produttivo artigianato della provincia. La modalità di interventi prescelta è quella della ricerca azione e il valore innovativo di queste proposte risiede non solo nella parte “visibile” del progetto ma anche nel processo sistemico innescato che mira alla definizione di una “cassetta degli attrezzi” strategica e facilmente replicabile – opportunamente adattata – ad altri contesti territoriali.
Le prime iniziative – identificate sulla base dei risultati di una specifica analisi svolta sul contesto territoriale – prevedono: Workshop e iniziative formative per le imprese artigiane e gli operatori del comparto – dedicati al settore della ceramica, della lavorazione pietra e marmo; della lavorazione legno e della lavorazione metalli – all’interno dei quali saranno trattate le tematiche dell’innovazione di prodotto, di processo, di marketing e distribuzione e l’innovazione negli strumenti di supporto ai processi ispirativi; Programma di affiancamento di designer e neolaureati alle imprese artigiane locali che affiancheranno l’imprenditore in uno specifico progetto supportandolo nella generazione di idee progettuali innovative e nella corretta applicazione dei principi del design strategico alla produzione e commercializzazione dei propri prodotti; il “Premio prodotto e progettazione innovativa” nell’artigianato artistico e tradizionale.