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Pochi giorni fa si sono inaugurate ad Istanbul le celebrazioni che fanno della città turca una delle tre Capitali Europee della Cultura per l’anno in corso, assieme ad Essen (Germania) e Peç (Ungheria).
La tradizione degli ultimi anni vuole che ad ogni Capitale designata vi sia anche un interfaccia virtuale che racconti gli obiettivi del progetto culturale e le varie attività in programma, accompagnate da numerose notizie di tipo pratico, con informazioni per i visitatori, curiosità, immagini e video che documentano la ricchezza culturale della città.
Elementi questi che si ritrovano anche nel sito www.istanbul2010.org, piattaforma ufficiale che è portavoce virtuale dell’Agenzia Istanbul 2010 ECOC, istituzione a cui si fa riferimento per la preparazione, gestione e coordinamento delle diverse attività previste per l’anno 2010.
Ciò che sorprende è trovare il principale centro industriale e culturale della Turchia tra le Capitali della Cultura “Europee”, essendo proprio tale nazione non ancora ufficialmente parte dell’UE.
La risposta si trova proprio nelle pagine interne del sito, in cui si legge che dal 1999 gli stati che hanno presentato la propria candidatura per far parte dell’Unione Europea possono essere candidati anche per il titolo di Capitale Europea della Cultura. La Turchia infatti, paese candidato all’adesione, non è il primo paese extra-UE a detenere il titolo di capitale europea della cultura: nel 2008 era toccato anche alla Norvegia con la città di Stavanger.
Il titolo riveste particolare importanza, visto che quest’anno segna il 25° anniversario del programma dell’UE dedicato alle capitali della cultura. Tutti gli eventi devono quindi riflettere il carattere europeo della città designata e coinvolgere direttamente i cittadini, oltre a promuovere lo sviluppo complessivo del luogo. A tal fine, ogni “capitale europea della cultura” riceve in dotazione 1,5 milioni di euro dall’UE.
La capitale turca vuol mettere in evidenza la sua storia di crocevia di civiltà e ponte tra Europa e Asia: già dalla pagina iniziale del sito, infatti, campeggiano immagine molto suggestive della città, che danno ancor più risalto alla ricchezza interculturale che la stessa offre, come gli stessi quartieri storici che la formano, che sono dal 1985 parte della lista UNESCO dei patrimoni dell’umanità.
Il sito, presente in doppia lingua (turco e inglese), è ben fruibile e suddiviso in varie sezioni, che richiamano anche visivamente con tonalità diverse alle molteplici attività programmate per l’anno 2010, ognuna delle quali gestita da una direzione specifica.
Tra le sezioni si trovano quindi le arti visive, musica e opera, film, documentari e animazione, letteratura, teatro e peforming arts, arti tradizionali, cultura urbana, educazione, heritage e musei, progetti urbani, turismo e promozione e relazioni internazionali. Ognuna di queste categorie ha una propria pagina interna, in cui si elenca la “mission” che unisce i vari progetti promossi, gli eventi e le news costantemente aggiornate, supportate da immagini e link specifici di riferimento.
Arricchiscono il sito numerosi documenti che ripercorrono i vari step per la candidatura di Istanbul sin dal lontano 7 luglio 2000, giorno in cui venne costituito il primo gruppo di lavoro per gestire le varie attività di supporto.
Il filo comune dei documenti pubblicati, intenti a giustificare la scelta della candidatura, tendono a dimostrare che tale titolo rappresenta solo il punto di partenza del processo di sviluppo futuro che metterà in relazione la capitale Turca con le altre nazioni Europee, recuperando quel passato che ha fatto di Istanbul il melting pot per eccellenza di culture, religioni e lingue diverse.