sacra_valdisusaUn anno prima delle Olimpiadi invernali del 2006, la Provincia di Torino attuò il recupero architettonico della Casa cantoniera del Colle del Sestriere.
Durante i Giochi la Casa ospitò atleti, delegazioni, giornalisti del grande circo bianco, senza tuttavia perdere il suo ruolo preminente.
Ad una stagione di distanza, nell’ottica di mantenere gli investimenti compiuti durante il periodo olimpico, la presidenza della Provincia affidò alla Fondazione per il Libro di Torino il compito di organizzare, programmare e gestire negli anni successivi due stagioni culturali – una invernale ed una estiva – presso la Casa, che venne ribattezzata Olimpia.
All’inizio della quarta stagione invernale, forti dell’esperienza positiva a Sestriere – che ad oggi vanta circa cinquecento appuntamenti tra concerti, spettacoli, incontri letterari, con  protagonisti dell’epopea della montagna e della vita civile del Paese e circa quattromila spettatori – la Provincia ha annunciato la volontà di estendere il progetto ad altri comuni del comprensorio delle valli di Susa e Chisone. Da questa ipotesi nasce il Parco Culturale delle Montagne Olimpiche.
Il “parco culturale” costituisce una forma alternativa rispetto ai circuiti, ai centri culturali metropolitani e alle singole iniziative private, anzitutto perché scaturisce dalla definizione di una specifica area geografica, le cui caratteristiche di continuità fisica, climatica e logistica siano determinanti. In secondo luogo il parco si pone, più che come organizzatore o distributore, come coordinatore e promotore di attività culturali che già sono presenti nel territorio.
Detto in altri termini, il parco, diretto da un tavolo di concertazione i cui membri sono i rappresentati delle realtà politiche ed economiche del territorio – enti locali, consorzi, scuole, aziende, etc – ha il compito di imprimere una forma omogenea alle singole attività. In quest’ottica il ruolo economicamente dominante è quello degli enti pubblici, in primis la Provincia o la Regione e i Comuni, che nella formulazione delle linee di lavoro si avvalgono di un partner con un know how specifico rispetto al marketing e all’organizzazione culturale.
La gestione economica, la comunicazione ed il coordinamento artistico sono, quindi, il risultato di un lavoro di rete tra i soggetti aderenti, strutturati in una gerarchia orizzontale e non verticale che, previa l’accettazione di alcuni oneri, scelgono di condividere parte dei rispettivi programmi culturali allo scopo di creare uno o più cartelloni.
Questa forma è nel contempo la forza e la debolezza strutturale del parco: la gerarchia orizzontale e la possibilità (non l’obbligo) di condividere con il parco i propri progetti, impone una dialettica tra gli stessi aderenti che può sfociare in un miglioramento generale dell’offerta culturale o in un riduttivo compromesso tra costi e benefici.
Nel caso in questione, il Parco Culturale delle Montagne Olimpiche rappresenta uno degli strumenti che le amministrazioni pubbliche stanno mettendo in campo per bilanciare la difficile contrattazione sociale rispetto alle scelte legate alla TAV, che proprio in Val di Susa trova le contrapposizione più forti. Questo non significa che il parco culturale viene utilizzato per “indorare la pillola”, ma che la cultura può costituire un elemento organico all’interno di discussioni su temi d’interesse generale di una comunità.
Approfondimenti:
www.casa-olimpia.it/
www.provincia.torino.it/speciali/2009/casaolimpia/