Intervista a Hassanali Laghai (Ph.D.) – Head of Department of Urban Planning – Kish International Campus (University of Teheran)

teheranIn Occidente la cultura è un concetto che ha a che fare con il “prendersi cura”, in origine degli dei, oggi di tutto ciò che concerne la nostra identità. In particolare in Italia è molto forte il principio di conservazione, che si esplicita spesso nell’“immobilizzazione” del Patrimonio materiale e immateriale impedendogli di evolversi.
Com’è intesa la cultura in Iran? Vi è un approccio diverso alla conservazione del Patrimonio?
In Iran il concetto è un po’ differente. La cultura viene definita come prodotto del pensiero umano nella sua globalità e materialità ed è spesso accompagnata da un’idea di arte vicina alla tecnica; vi è una predisposizione maggiore ad accettare la novità, intesa come mezzo per dimenticare il passato. Da questo punto di vista credo sia impossibile progredire senza conoscere realmente la storia ed i suoi insegnamenti per avanzare a passi sicuri verso l’avvenire. Credo che grazie a radici forti, ci possa essere una maggiore e più consapevole fioritura nel futuro.

Quali sono le forme più comuni in cui si materializza la Cultura nel Suo paese? (Mostre, teatri, spettacoli dal vivo, festival, ecc) e quali di esse sono le forme predilette dalla popolazione locale?
L’Iran è un paese storicamente antico, ma molto giovane nei suoi intenti (si noti la stessa composizione della popolazione ) e per questo vengono utilizzati senza alcuna difficoltà tutti i mezzi di espressione del passato, così come quelli contemporanei e futuri (come dimostrano i progressi del cinema iraniano).
Le forme più comuni in cui si materializza la cultura oggi sono: i centri culturali pubblici e privati utilizzati per ospitare mostre d’arte, spesso di fotografia, il teatro ( teatro tradizionale e dimostrazioni religiose in piazza), le numerose esposizioni, i festival e, soprattutto, il cinema. Inoltre, internet sta assumendo un ruolo sempre maggiore grazie all’uso dei portali e dei weblog.

Come espresso dal Culture Business Matching in Rome – Along the Silk Road, la tecnologia è un mezzo a supporto della cultura che si prefigge di rendere la cultura accessibile ad un pubblico il più vasto possibile, sfruttando la sua capacità di educare il visitatore.
Crede possa essere un’esigenza in Iran servirsi della tecnologia per la promozione dei beni culturali? Crede vi possano essere altri mezzi più efficaci per raggiungere lo stesso obiettivo di promuovere ed educare le persone? E, se sì, quali?
Certamente senza l’uso della tecnologia e senza promuoverne continuamente l’avanzamento (le nanotecnologie) vi è il rischio di rimanere fermi ad uno stato di necessità di progresso (tenuto in considerazione anche il tasso di aumento della popolazione), motivo per cui sono stati creati centri di ricerca universitari per le nuove tecnologie. E’ proprio questa volontà di rapido progresso che può mettere in crisi i beni culturali come patrimonio del passato proiettato verso il futuro. In questo ambito è necessario abbandonare i metodi di conservazione tradizionali, utilizzando i mezzi  avanzati per la promozione di una conservazione attiva dei beni culturali, tema che in ambito universitario è all’ordine del giorno e che va diffuso a tutti i livelli di educazione grazie all’uso dei mass media o di nuove metodologie.

Ci sono esempi di musei o siti archeologici/sacri che hanno già applicato la tecnologia per valorizzare il proprio patrimonio o che potrebbero essere interessati ad applicarla? Come reagiscono o potrebbero reagire i visitatori di fronte alla nuova commistione tecnologia e cultura?
L’uso delle nuove tecnologie per la valorizzazione del patrimonio è una necessità. A tal proposito si sta avviando un programma mirato in merito che va incoraggiato e in cui bisogna investire energie, offrendo maggiore sostegno e maggiori investimenti economici, legislativi ed operativi; un’azione in fieri, ma non sufficente rispetto al numero della popolazione che richiede un aumento della velocità di implementazione per soddisfare le nuove necessità.
Per quanto riguarda la novità e la commistione, un’analisi generale dimostrerebbe che la reazione dei visitatori è eccellente, come dimostrano le affollatissime esposizioni di tecnologia e la ricerca di libri nelle fiere.

Come si pongono i giovani di fronte a questi cambiamenti? Sono affascinati dalle potenzialità offerte dal mezzo tecnologico o ne sono diffidenti? Hanno la possibilità di conoscere queste potenzialità e attraverso quali mezzi?
Visto il gran numero di giovani nelle scuole superiori e la presenza di università anche nelle città di piccole dimensioni, Internet è diventato il mezzo più utilizzato e diffuso; resta comunque da considerare un concetto molto importante nella cultura antica così come in quella contemporanea, il “vedere e toccare”. Grazie a questa specifica necessità restano importanti le dimostrazioni e le applicazioni reali.