Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Dopo il clamore suscitato da diversi articoli apparsi sui giornali in questa settimana, Tafter ha voluto fare chiarezza su alcuni punti riguardanti la gestione di Arcus spa attraverso il suo Direttore Generale, il dott. Ettore Pietrabissa che avevamo già intervistato qualche tempo fa…
In questi giorni si parla molto di Arcus Spa, definita dal quotidiano la Repubblica “l’ultimo pacco siglato “Cultura spa” (da “Arcus, la società per la cultura che regala le “mance di Stato” di Repubblica del 28 febbraio 2010). Che ne pensa al riguardo?
Penso che esista un dato di valutazione politica e un dato di valutazione oggettiva. Come su qualsiasi aspetto della gestione istituzionale, ogni cittadino ha il diritto e il dovere di effettuare una propria valutazione politica sulle questioni che lo interessano, approvandole o meno.
Il giornalista di Repubblica, magari, non approva che i fondi pubblici vengano gestiti da una spa, ma questa è un’opinione personale che non trova riscontro nei fatti. I dati presi in considerazione nell’articolo che ha citato, infatti, sono decontestualizzati e scelti con criteri che possono indurre in inganno il lettore. Mancano all’appello un gran numero di iniziative che Arcus ha portato avanti negli anni e che hanno portato a dei risultati molto positivi in ambito territoriale.
L’Unità scrive addirittura di un ipotetico finanziamento ad una tappa del Giro d’Italia che non solo non è mai avvenuto, ma non è stato mai neanche considerato (da “Il segreto di Arcus, la cassaforte dei ministeri”, L’Unità del 28 febbraio 2010)
Dal mio punto di vista la spa è più una garanzia che non “un pacco” come è stato definito: è più veloce, più robusta e più sicura dato che prima di erogare una qualsiasi somma, questa deve passare al vaglio di un’istruttoria interna, un’autorizzazione del cda, una verifica del collegio sindacale e un’analisi della Corte dei Conti.
Di Arcus spa si lamenta soprattutto una mancanza di imparzialità e trasparenza…
Si dovrebbe capire, innanzitutto, qual è il concetto di trasparenza al quale si voglia far riferimento.
C’è una libertà totale di chiunque operi nel territorio nazionale e non, di inviarci le proposte, c’è da regolamento la pubblicazione dei progetti pervenuti e la redazione, senza discriminazione alcuna, di una pre-istruttoria che viene poi recapitata ai Ministeri. Questi ultimi, poi, provvedono ad una cernita motivata al termine della quale verrà stesa una relazione formale.
Non doveva esserci, però, in qualche fase precedente a quelle che ha elencato, una commissione pubblica dei beni culturali che non è mai stata istituita?
Della commissione pubblica se ne era parlato in un primo momento anche se poi non è mai stata prevista per regolamento. Semplicemente perché è, almeno per il momento, superflua: nella prima fase, infatti, non si fa nessun tipo di valutazione di merito, ma si prendono esclusivamente tutte le proposte pervenute e si inseriscono in una griglia complessiva, redatta in nome di quella trasparenza e leggibilità indispensabile per poter poi valutare i progetti.
Sono i Ministeri, poi, assieme alle Direzioni generali, come da regolamento, ad analizzare il sottoinsieme di progetti che i ministri potrebbero, tenuto conto delle risorse disponibili, presentare ad Arcus spa per i finanziamenti. Con il decreto finale, poi, gli ammessi al finanziamento vengono resi pubblici, in una maniera totalmente riscontrabile e verificabile. In ogni caso, i presentatori di progetti scartati hanno la possibilità di andare ad indagare sulle ragioni del rifiuto, cosa che in realtà fanno da sempre e senza alcuna contestazione al riguardo.
Non è affatto raro, inoltre, il caso in cui alcuni dei progetti indicati nel decreto dei ministri vengano bocciati dalla società: il cda di Arcus spa, avendo la responsabilità delle azioni e delle risorse spese, può infatti respingere dei progetti inviando una lettera ufficiale ai due ministri. La cifra ipotizzata per quei progetti viene quindi rimessa nelle mani dei ministri e destinata altrove.
Il tutto sotto il controllo concomitante della Corte dei Conti.
Tuttavia, secondo quanto affermato da Fabio Granata, componente Pdl della commissione Cultura alla Camera, in due anni mai un atto è transitato in Parlamento…
Ogni anno il ministro per i Beni e le Attività Culturali presenta al Parlamento una relazione ampia ed esaustiva sulle funzioni svolte da Arcus spa, e ogni anno la Corte dei Corti consegna in Parlamento il periodico e ampio referto sulle attività di Arcus spa. Dire che in due anni mai un atto è passato in Parlamento è una svista o un equivoco.
Allora perché il Presidente di Arcus spa, Salvatore Italia, si è dimesso?
In queste dimissioni non ci sono prese di distanza sulle logiche operative o ideologiche di Arcus. È una concomitanza, spiacevole e sfortunata, visto che le dimissioni erano già state presentate prima che si abbattesse questa bufera mediatica.
Le motivazioni di questa scelta sono personali e non è certo lecito avanzare speculazioni di sorta.