cerchi-olimpiciVenerdì 5 marzo, nella sede del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, il sindaco di Venezia e il sindaco di Roma hanno consegnato insieme al presidente del Coni, Gianni Petrucci, i rispettivi dossier di candidatura ai Giochi Olimpici del 2020.
Se nei mesi precedenti a catturare l’attenzione dei media erano le polemiche a distanza e la rivalità reciproca tra le due città, i giorni successivi alla candidatura hanno avuto come tema cardine la qualità delle proposte presentate nei dossier.
Venezia presenta un corposo progetto, mirato a coinvolgere non solo la città lagunare, ma l’intero hinterland del Nord-Est, offrendo una “soluzione naturalmente compatta e urbanisticamente integrata nell’evoluzione prevista per il territorio dell’Area Metropolitana”. Il cuore delle attività sarà il Quadrante di Tessera, costituito da 220 ettari nella zona dell’aeroporto, che ospiterà anche il nuovo stadio olimpico di 80.000 posti e oltre il 50% delle sedi di gara. Attorno al Quadrante, a 10 km di distanza, verrà costituito un Anello Olimpico, che sarà sede di tutti i campi di gara, assieme al Villaggio Olimpico degli atleti. A chiudere la struttura concentrica, a pochi chilometri di distanza dall’Anello, verrà costituita l’Area Olimpica, che si completa con le due zone di gara autonome di Padova e Treviso. Il budget complessivo del progetto è di 1 miliardo e 830 milioni, la cui copertura finanziaria sarà garantita congiuntamente tra Enti Pubblici e Privati, grazie anche ad un programma di marketing territoriale promosso dal Comitato Promotore, che, come si legge nel dossier, “consentirà di promuovere l’immagine dell’eccellenza, della qualità, dell’innovazione, della cultura del nostro paese, in Italia e nel Mondo”.
La candidatura olimpica di Roma prevede, invece, un progetto costituito da due poli principali, a Nord e a Sud- Ovest della capitale, e l’uso prevalente di impianti esistenti e dei padiglioni della Fiera di Roma. Il cuore delle attività è il Parco Olimpico, che raccoglie l’area del Foro Italico con l’Olimpico, la zona dell’Acquacetosa, il Flaminio e Tor di Quinto, dove verranno inseriti tutti i principali impianti sportivi e le sedi ufficiali (Villaggio Olimpico, posto nelle vicinanze del centro città, destinato ad ospitare 18.000 atleti). Altro importante elemento del progetto presentato è il Parco Fluviale Olimpico del Tevere, visto come grande elemento di interconnessione del nuovo Parco Olimpico, reso navigabile dalla diga di Castel Giubileo sino a Ponte Milvio. Il budget operativo del progetto è di 1 miliardo e 900 milioni, con investimenti previsti per 13 miliardi, a cui fa seguito la creazione di migliaia di posti di lavoro e un incremento stimato del turismo pari a 20% durante gli anni a cavallo tra i Giochi.
Sulla carta, entrambi i progetti si presentano con le migliori intenzioni, in quanto contano dell’adesione compatta e convinta di un ampio sistema di governance, formato da tutte le istituzioni e realtà dei rispettivi territori, e di tutte le forze politiche di maggioranza ed opposizione all’interno del Comune, della Provincia e della Regione.
Al di là delle motivazioni e dell’immagine rinnovata che ne riceverà la città vincitrice, che è l’aspetto forse più curioso perché ampiamente approfondito dai media, è interessante capire anche e soprattutto l’impatto che un evento di tale dimensioni può comportare, in termini acceleratore di processi, che consentirebbe alla candidata di raggiungere gli obiettivi di competitività internazionale prefissati.
Altrettanto importante è la questione dello sviluppo sostenibile delle città, che nel caso di Roma, pur sostenendo una candidatura che “attiverà progetti, risorse e competenze per compiere la più vasta operazione di riqualificazione urbanistica e ambientale mai progettata in Italia”, presenta qualche punto di criticità, vista la volontà di costruire il Villaggio Olimpico in un´area piena di vincoli architettonici, ambientali e paesaggistici.
La scelta “della città con più possibilità di vincere” dovrà concentrarsi anche su questo aspetto, che assieme alle altre tipologie di impatto (oltre a quello ambientale, quello economico, turistico, socio-culturale, psicologico e politico-amministrativo), sono i punti che forse meriterebbero maggiore attenzione e dibattito.
In altre parole, il vantaggio competitivo dei progetti presentati risiede nella capacità di fare propri gli errori del passato (vedi Mondiali di Nuoto di Roma 2009) e nella lungimiranza di prevedere l’eredità per il futuro, cercando di gestire al meglio gli investimenti a disposizione e di distinguere i veri benefici a lungo termine di cui un territorio ha bisogno, scongiurando l’ipotesi di rincorse accelerate alla costruzione di contenitori vuoti che rispondono solo in minima parte alle esigenze della comunità locale.