DeAndreFotoIl Monumentale Museo dell’Ara Pacis, accoglie oggi l’omaggio al più grande personaggio del nostro secolo Fabrizio De Andrè. Nella suggestiva cornice di un passato senza tramonto, si staglia l’immagine del cantautore genovese, una profonda struggente immagine, che richiama un pubblico inaspettato. La fruizione è difficile, il percorso scorre lento.
Roma accoglie con un senso di doverosa devozione il tributo che l’arte fa a Fabrizio de Andrè, un mesto rito, un suffragio dovuto. E non è solo l’accoglienza che riceve a colpire lo spettatore, ma la struttura stessa di questo evento eccezionale. Nata fra le mura di Palazzo Ducale a Genova, terra natia del poeta del secolo, la mostra è stata concepita da un gruppo di artisti sperimentatori: Studio Azzurro. L’esposizione infatti si caratterizza per la singolare capacità di mettere in scena un eloquente saggio di arte contemporanea attraverso la vita di De Andrè. I passaggi, da un momento all’altro, sono scanditi con estrema chiarezza e, anche se l’ingresso catapulta il fruitore in una dimensione nuova, visivamente ogni immagine assume una sua definizione. La musica si fa arte, con immagini suggestive.
Un gioco interattivo si innesca immediatamente fra chi osserva e ciò che la mostra contiene. Le sale buie contribuiscono a dare la sensazione a chi visita la mostra di essere parte di una storia. Un percorso narrativo di straordinaria efficacia, ogni elemento diventa parte concreta di un messaggio poetico estremamente raffinato. L’attento, scrupoloso lavoro del gruppo Studio Azzurro infatti, ha permesso non solo di preservare un delicato messaggio socio – politico ma di offrirne una rilettura in chiave puramente artistica. Nessun secondo fine si nasconde dunque nella penombra espositiva, ma piuttosto si delinea l’architettura letteraria propria della musica di De Andrè. Gli stessi personaggi, così popolari, dei testi prendono vita e sono raccontati attraverso la multimedialità. Un percorso così ricercato, non poteva non riscuotere successo. L’espediente di questa esposizione, probabilmente risiede proprio nella capacità di trasmettere con viva essenzialità concetti di estremo interesse.
La mostra originariamente nata solo per Genova e per Palazzo Ducale, si è trasformata grazie alle richieste ricevute in un percorso itinerante, un viaggio attraverso l’Italia che segna la sua prima tappa a Roma. Questo evento rappresenta, a questo proposito una rara situazione in cui l’iniziativa culturale, non nasce e muore nel suo luogo, ma si espande e tocca territori nuovi, un evento che palesa la sua fertilità proprio nella capacità di rendersi non fenomeno circoscritto e limitato nel tempo, ma dilatato e pronto ad uno sviluppo ulteriore, un work in progress senza precedenti. Raramente l’arte e il suo messaggio riesce a fare tanto, e non per l’inconsistenza stessa dell’avvenimento, ma per questioni generalmente legate a dinamiche economiche. Le Istituzioni, con “Fabrizio De Andrè. La Mostra”, rendendola itinerante hanno dimostrato di credere non solo nel potenziale economico, ma nell’implicito messaggio che questa porta con sé. 
Il viaggio di questa mostra è un evento da non sottovalutare, piuttosto da monitorare proprio in relazione alla capacità di essersi trasformato in fenomeno dinamico pronto ad essere estrapolato dal proprio contesto e reintrodotto in nuove situazioni dove non manca una risposta massiccia ed entusiasta di un pubblico appartenente a qualsiasi fascia d’età. Questa mostra è un compendio di che rende giustizia alle finalità concrete dell’arte e della musica, come mezzi socialmente impegnati..