L’arte oltrepassa i limiti entro i quali il tempo vorrebbe comprimerla e indica il contenuto del futuro
Vasilij Kandinskij

flowers warholLa città degli amanti più contrastati e struggenti di sempre ospita una mostra che ripercorre e trapunge quattro secoli di storia dell’arte, un omaggio a Verona e un viaggio attraverso gli stili e le evoluzioni dei linguaggi artistici fino ai giorni nostri. Se fosse un personaggio, l’arte, se ne fossi per un attimo il drammaturgo (con un trasporto schietto e amatoriale di chi si cimenta e si diletta), potendo darle voce, la farei parlare come Violetta: “Sempre libera degg’io Folleggiar di gioia in gioia, Vo’ che scorra il viver mio Pei sentieri del piacer…”
Scordando per un attimo il triste epilogo della passionaria traviata, Dee volare il mio pensier a quella sua qualità, quella leggerezza che nel suo canto, forse perchè perduta, è così vivace e aerea, icasticamente primaverile.
Domenica 7 marzo sono andato a Verona per visitare la Mostra PastPresentFuture e ho partecipato alla prima giornata di un calendario di eventi collegati che accompagneranno l’esposizione per tutta la primavera. Al mattino la marching stomp band del Comune di Verona (Assessorato alle politiche giovanili) ha suonato per le vie del centro e invitato in musica turisti e cittadini a far visita alla mostra allestita nel Palazzo della Ragione. All’interno del cortile, enormi fiori attendevano grandi e piccini per esser colorati con toni a loro volta squillanti fino a realizzare un dipinto collettivo dal gusto fortemente pop.
PastPresentFuture è la prima mostra internazionale della collezione UniCredit. La mostra è articolata in sette sezioni che segnano per salti un dialogo fra epoche e sguardi differenti attraverso la lente dell’arte, l’arte per interpretare il tempo che fugge e che tutto trasforma. Sette colori per sette chiavi di lettura, relazione e confronto. Da On classic a On Geometry, passando per Sublime and Picturesque, Metropolis, Body Talk, Face to Face, e Objects of Desire, sono scandite le rappresentazioni del corpo e del volto, viene indagato il rapporto tra l’individuo e gli spazi urbani, si evoca l’antica eppure attuale ricerca di senso ed equilibrio che nasce dallo studio delle forme, con l’intervento di alcuni dei protagonisti del mercato dell’arte contemporanea accanto a grandi maestri della storia dell’arte, da Dosso Dossi a Fischli & Weiss.
Il progetto espositivo è nato per valorizzare collezioni eterogenee (un patrimonio di 60 mila opere in tutto) e creare ponti fra le sfere culturali adiacenti che convivono nella galassia del gruppo bancario (presente in 22 Paesi). La prima sede espositiva è stata Vienna, capitale della cultura mitteleuropea e centro pulsante dell’operatività del gruppo che si proietta ad est verso la cosiddetta Nuova Europa. Diversamente dall’esordio viennese, caratterizzato da un accento più istituzionale, la tappa italiana è marcata da una intensa relazione con la città e in particolare dalla volontà di costruire un percorso divulgativo per giovani e adulti.
Con la collaborazione del dipartimento educazione del Castello di Rivoli, è stato ideato un articolato progetto educativo per le scuole di ogni ordine e grado, con quattro appuntamenti giornalieri, dal lunedì al venerdì, per tutto il periodo di apertura della mostra. La ricca offerta didattica è stata preparata tramite una serie di incontri di coordinamento con gli insegnanti veronesi avviati nella seconda metà dello scorso anno.
Fuori dal Palazzo della Ragione, dal 7 marzo al 2 giugno, è stato programmato un ciclo di quattro eventi in città, per ingaggiare il pubblico e invogliare il non pubblico, con manifestazioni di volta in volta in relazione con una diversa sezione espositiva. È stato il caso della parata primaverile cui ho preso parte, intitolata “Di fiore in fiore”, che ha visto andare a ruba le serigrafie dei fiori di Warhol, un modo giocoso e immediato per spiegare a tutti il meccanismo della riproducibilità tecnica (manipolare e moltiplicare a proprio piacere le immagini) e l’idea dell’arte come frutto di un laboratorio di produzione collettiva e quasi industrializzata (la Factory).
Altre due occasioni da non perdere saranno: Italiae, l’happening per ridisegnare/reinventare “lo stivale”, in occasione della Festa della Repubblica il 2 giugno (il richiamo è alla sezione Metropolis); Face to Face (sezione omonima), visita notturna alla mostra e disco-party a tema identità/alterità, il 15 maggio (Notte dei musei). Progetto educativo e interventi performativi sono stati improntati all’educazione tra pari (peer education) con un focus sui giovani e all’apprendimento continuo per tutte le età (Life Long Learning).
La mostra e il catalogo sono a cura di Walter Guadagnini. Le 88 opere esposte (le 80 iniziali arricchite da altre 8 di proprietà della Fondazione Cariverona) sono visitabili gratuitamente fino al 3 giugno.
È inoltre possibile accedere alla galleria virtuale dal sito www.artcollection.unicreditgroup.eu
Una sala interlocutoria è stata dedicata alla proiezione di un video – a cura dell’associazione culturale veronese Larterìa – che documenta il processo di costruzione della mostra.
Il progetto è stato condotto dal gruppo di lavoro che fa capo a Jean Claude Mosconi (Artistic and Cultural Advisory del Gruppo UniCredit S.p.a.) e coordinato da Neve Mazzoleni che ho potuto intervistare per ricostruire le sfumature che ne compongono il contesto.
A proposito di contesto, quando durante la mia visita ho letto e non letto, in alto, su una parete: __ LE__E _ UGUALE _ER TUT__*…fra me e me ho pensato alla genialità sottesa dietro quel gesto e vissuto un momento di gioia inattesa.
Si trattava invece di uno dei pochi segni che in tutto il Palazzo della Ragione non erano nati da intenzionalità o velleità artistiche. Come per i fan di Jorge – “L’artista” protagonista del film di Duprat & Cohn (2008), confesso di essere stato vittima e al tempo stesso complice della “sindrome della cornice”, in bilico sul filo del paradosso dell’arte e del mondo.

 

*La legge è uguale per tutti

 

Immagine:
Andy Warhol
Flowers, 1964
Oil on canvas
73,5 x 73,5 cm
Collection of UniCredit Group, Inv. No. 92, Year of Purchase: 1974