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Con l’arrivo del disgelo nuovi fiori sbucano nel palinsesto di appuntamenti culturali di Milano. A giorni sboccia il MiArt (26-29 marzo) – Fiera Internazionale di Arte Moderna e Contemporanea,  in Fiera Milano City, con la guida di Donatella Volontè per la sezione Moderna e Giacinto di Pietrantonio per la Contemporanea. Novità di questa edizione la rassegna De Arte Disputatio, a cura del Direttore Artistico di ViaFarini, Milovan Farronato che in collaborazione con l’Università IULM ha disegnato un ricco programma di dissertazioni, incontri, discussioni intorno all’Arte.

Nella cornice della mostra “Ibrido”, appena inaugurata al PAC, un primo bocciolo anticipatore del bouquet che Farronato offrirà ai visitatori della Fiera, si è schiuso sul tema  “Artist Run Space”: collettivi di artisti auto-organizzati o di curatori indipendenti e imprese culturali no profit che promuovono nuove vie di divulgazione delle tematiche e della ricerca sul Contemporaneo, fuori dai circuiti accreditati e istituzionali.

A Milano queste realtà stanno ritrovando un periodo di Risorgimento dopo un primo Rinascimento nei favolosi anni ’80-’90 della Milano da bere, dove grazie all’arrivo in Accademia di Brera di carismatici catalizzatori come Alberto Garutti, Luciano Fabro, Corrado Levi, gruppi di artisti fondarono realtà di ricerca come la Casa degli Artisti in corso Garibaldi (ahimè recentemente sgomberata), lo spazio auto-gestito di via Lazzaro Palazzi nel 1989 che diede luce anche alla rivista Tiraccorendo. Anni di grande fermento dove il dialogo e lo scambio fra artisti ha stimolato ricerca e attenzione che hanno lanciato diverse personalità a livello internazionale.

Introdotta da Giacinto Di Pietrantonio, la serata è stata condotta con energia da Farronato con un tavolo assortito di interlocutori: intorno a un Mediterraneo specchiante di Michelangelo Pistoletto nel quale riflettersi, e riflettere ripensandosi e ri-conoscendosi, esponenti dei collettivi hanno ragionato sul perché sono nati fuori dalle maglie istituzionali e istituzionalizzate dell’Arte.

Con uno sguardo internazionale, Cecilia Alemani, curatrice indipendente, direttrice di X-initiative  e del Festival degli spazi indipendenti No Soul For Sale a New York, sostiene che nella Big Apple queste esperienze sono nate programmaticamente per opporsi ai Grandi Musei: le voci degli artisti dovevano dilagare e diffondersi sussurrate ma efficaci rispetto al grande clamore degli altoparlanti del MoMa.
Con questo background ha ideato e co-diretto la prima edizione di No Soul For Sale: un Festival all’interno dei 4.000 metri quadri dello spazio no-profit X-initiative, disegnato come fosse una fiera, ma senza stand e muri separatori, bensì solo con le aree delimitate in rosso, un po’ alla maniera di Lars Von Triar in Dogville.
Circa 40 collettivi e progetti internazionali invitati a mostrarsi, a esibirsi forzatamente come un “re nudo”, godendo dell’ospitalità ma misurandosi anche con l’ostilità reciproca che procura con il diverso da sé (analogamente al plot di Dogville).
Realtà come White Columns , Vox Populi di Philadelphia , Latitudes di Barcellona , Dispatch  e tante altre si sono parlate, guardate, confrontate e unito le forze rafforzare la collettiva visibilità. L’esperimento è talmente ben funzionato che la Tate Modern di Londra ha richiesto che la seconda edizione sia celebrata alla Turbin hall in maggio, fra l’altro in occasione del decennale del Museo. Un network di realtà produttive e creative a costi ridottissimi, a budget ridicoli, che riescono a “bucare lo schermo” per la forza del loro network.

Ecco partire dall’esperienza di un “cervello in fuga” dall’Italia, a coloro che ci provano orgogliosamente a Milano.
Luigi Presicce, con Valentina Zuma e Luca Francesconi, due anni e mezzo fa ha avviato il Risorgimento degli Art Run Space milanesi, semplicemente aprendo uno spazio e curando qualche uscita di una rivista on line, Brown project , per invitare altri artisti e fare mostre perché gli andava, perché lo sentiva come bisogno, perché voleva confrontarsi con i suoi colleghi.
Lorenza Boisi, fondatrice di Mars , ha importato l’esperienza ricchissima vissuta nel suo periodo edinburghese dei collettivi del modello di Glasgow, definito da Hans Ulrich Obrist “The Glasgow Miracle” in Italia, riproponendo una formula semplice: un gruppo di artisti si auto-produce e finanzia, curando la programmazione dello spazio condiviso con turni delle personali esposizioni. L’attività si auto-sostiene anche con eventi di fund raising nei quali si vendono all’asta multipli di artista o realizzano lotterie.
All’insegna dell’ unione fa la forza anche l’esperienza giovanissima e senza ansia definitoria del collettivo “L’indiano in Giardino ”, nato con l’omonima mostra nel quartiere Isola del Novembre 2009, sorta dalla ceneri della Stecca degli artigiani e l’Isola Art center (altra dolorosa demolizione milanese). Insieme a scrittori del quartiere come Latronico e Pesavento, il collettivo ha dato vita a un progetto di mostra diffusa, ovvero ad azioni/occupazioni/riaffermazioni site specific viventi nel tessuto urbano. Una sorta di arcipelago, itinerario nel quale perdersi per ritrovare il senso di un quartiere assediato dalla speculazione avveniristica edilizia.
Sempre di Milano Motel Lucie , collettivo di giovani imprendibili e dinamici artisti che lanciano mostre senza tregua nel fu studio di Lucie Fontana.
Invitate al contraddittorio per non essere esageratamente milano-centrici e contenere le polemiche contro la mancanza endemica delle Istituzioni pubbliche di Arte Contemporanea a fronte del tripudio di quelle private commerciali il Gum studio di Carrara , il coraggioso e periferico Cherimus dell’Area del Sulcis Iglesiente in Sardegna , la Cripta747 di Torino  e l’esperienza svizzera dei Paloma Presents , per due mesi ospite dell’Istituto Svizzero.

Per chiudere all’insegna della complessità di sguardi e letture, Vincenzo De Bellis del collettivo curatoriale Peep-Hole di Milano, fondato con le colleghe Bruna Roccasalva e Anna Daneri . Si definisce come Project Room senza museo intorno, cioè come ricerca di autonomia dopo una lunga pratica nei luoghi istituzionali, nei quali comunque si fatica ad entrare per le solite e note “virtù” italiane.
Infatti Vincenzo, al giro di tavolo, detona con la domanda. “A chi siamo alternativi?”, per tornare al senso della nascita di questi collettivi: il dialogo fra persone che condividono contenuti, argomenti, progetti, modus operandi, professionalità. Quasi un incontro di categoria, ma senza le strette e formali maglie dell’etichetta. Ma con leggerezza, comodità, con bisogno di cooperazione fra interlocutori che condividono le stesse problematiche, sfide, difficoltà.
L’Italia penalizza fortissimamente la produzione artistica, con continui tagli ai fondi pubblici, con la cancellazione di qualsiasi formula di bandi e concorsi, con il ridimensionamento della capacità formativa delle sue scuole e accademie.
I collettivi Artist Run Space da un punto di vista prettamente economico, non sono altro che tentativi di fare impresa culturale autonoma, ma così gravate dall’assenza di risorse a disposizione e considerate fuori da qualsiasi logica di categoria professionale, da patire più di altre categorie, la mancanza di diritti e l’accesso a sovvenzioni.
In un’Unione Europea dove nell’agenda del semestre spagnolo si parla di Libro verde delle Industrie Culturali come segmento di rilevanza strategica per l’Economia della Comunità, continuando a costruire secondo i postulati di Lisbona, e promuovere moltissimi progetti di mobilità transnazionale intesa come leva di formazione ma soprattutto di coesione, ci si chiede perché gli artisti italiani devono rimetterci ancora di tasca propria quando hanno iniziativa e spirito imprenditoriale?

Approfondimenti:
(1) www.x-initiative.org
(2) www.whitecolumns.org
(3) www.voxpopuligallery.org
(4) www.lttds.org
(5) www.dispatchbureau.com
(6) www.marsmilano.com
(7) www.isolartcenter.org/index_eng.php?p=1131987191&i=1132933796&z=1256478451
(8) www.motellucie.blogspot.com
(9) www.gumstudio.org
(10) www.cherimus.org
(11) http://cripta747.blogspot.com
(12) www.palomapresents.com
(13) www.peep-hole.org/index.html