Culturability
La responsabilità della cultura per una società sostenibile

Inaugura sul web Culturability. Una tavola rotonda appassionata, moderata da Riccardo Chiaberge, lo ha presentato  l’8 aprile al MAMBO di Bologna: un portale dedicato alla cultura promosso dalla Fondazione Unipolis(1) con la consulenza di Pier Luigi Sacco sulla responsabilità della cultura per una società sostenibile.
Culturability non è un neologismo. Nella biologia molecolare indica la capacità delle cellule di riprodursi; in informatica la capacità di aumentare l’usabilità di un sito per utenti di diversa madrelingua.
Dal nome quindi il programma: il portale promuove infatti l’idea che la cultura, nelle sue diverse espressioni, agisca come moltiplicatore dello sviluppo e che la sua diffusione, nel pluralismo e nell’eterogeneità delle manifestazioni, lavori per l’inclusione sociale in un contesto di multiculturalismo e di globalizzazione.
Culturability è dunque una nuova piattaforma web rivolta ad un ampio pubblico, non solo di addetti al settore: condividendo database, informazioni e recensioni sui diversi progetti culturali e di responsabilità sociale italiani ed europei, funzionerà come facilitatore per aggregare menti e pensieri, con una filosofia open source.
Obiettivo, la creazione di un social network tematico sulla cultura e la sostenibilità sociale in grado di ri-diffondere una cultura della cultura. Cosa significa? Condividere il valore fondamentale che la cultura non sia un elemento fra tanti del tempo libero, o un costo, ma una caratteristica costitutiva dell’uomo e della società, un diritto civile inalienabile, un dovere e una responsabilità per chi governa e parla di welfare, un fattore determinante di coesione sociale.
Pietro Reichlin(2)  ha recentemente illustrato i motivi principali che stanno alla base dello scarso sviluppo dell’Italia: la nostra forza lavoro (25-64 anni) è poco istruita, il sistema scolastico è obsoleto e di scarsa qualità, il livello di istruzione non contribuisce o è poco correlato al livello di reddito individuale.
Di fatto l’Italia non riesce a guardare al futuro. Ne ha paura, non è pronta, è culturalmente arretrata e non ha strumenti per elaborare nuovi scenari.
Guido Guerzoni ci suggerisce che la capacità di prospettare il futuro è direttamente proporzionale alla nostra capacità di ricordare quello che è accaduto(3) .
Ecco allora che su Culturability spicca la sezione “Storie di cultura”, in cui vengono descritte e analizzate le esperienze esemplari, nel contesto italiano, in cui il legame tra cultura e responsabilità sociale ha portato al raggiungimento di risultati proficui facendo emergere nuovi livelli organizzativi e associativi in grado di aumentare la visibilità e la rilevanza sociale di questi temi: la Compagnia teatrale della Fortezza di Volterra, costituita da detenuti ed ex-detenuti della struttura e la Fondazione siciliana Fiumara d’Arte sono i modelli riportati sul portale, a cui verranno aggiunte con il tempo altre dimostrazioni di come cultura e inclusione sociale possano interagire tra loro in maniera produttiva.
Ma come si può rendere tangibile il valore della produzione e della fruizione culturale?
Le società sono costituite da scambi tra gli individui. Un intellettuale, un artista, un ricercatore, uno studente, restituiscono agli altri individui una risorsa fondamentale al pari di quella costituita dalle cure mediche per il nostro corpo; perché la cultura è nutrimento per la nostra intelligenza.
L’area “Documentiamoci” del sito offre, a questo proposito, strumenti indispensabili per tutti coloro i quali desiderino avvicinarsi o documentarsi sulle tematiche proposte tramite la segnalazione di organizzazioni, pubblicazioni, riviste e risorse on-line che operano nella cultura, nella responsabilità sociale e nella sostenibilità in maniera innovativa . Ogni utente può naturalmente contribuire ad ampliare il database di risorse proposte, partecipando attivamente alla creazione di un aggregatore di informazioni preziose sul comparto.
Questo assume una posizione ancora più rilevante se si considera che viviamo nell’era della conoscenza, in un tempo, cioè, in cui le informazioni sono la materia prima di quello che produciamo e che la competitività economica di un Paese si fonda soprattutto sulla sua capacità di produrre creatività e innovazione.
Come ci ricorda Pier Luigi Sacco, esiste un’equazione lineare che pone la cultura al centro del processo di innovazione: il dialogo con le arti, con la produzione culturale in senso ampio, stimola la creatività e favorisce la predisposizione al cambiamento nelle persone. L’innovazione nasce dalle idee in un contesto di alta qualità della vita e di dissonanza cognitiva: in luoghi dove si concentrano eccellenze dei diversi campi del sapere, luoghi che attraggono i talenti e che coltivano le menti dei giovani attraverso la cultura.
Non a caso l’Unione Europea, in occasione della FEIC Conference di Barcellona(4) , ha dichiarato che l’imprenditoria del futuro si svilupperà prevalentemente nel campo delle industrie culturali e creative.
Ebbene, nonostante l’Italia possieda da due anni un Libro Bianco sulla Creatività(5) , a Barcellona non è intervenuto alcun rappresentante istituzionale del nostro Paese: è quindi più che mai necessario promuovere un ritorno all’educazione superando un modello di cultura per la cultura e lavorando all’interdisciplinarietà, alla diffusione nei giovani di un’idea di cultura come patrimonio morale e dignitario imprescindibile e irrinunciabile, indipendentemente dal progetto di vita prescelto.
Una strada possibile è quella oggi proposta dalla Fondazione Unipolis: il dialogo, lo scambio di saperi e il coinvolgimento delle pluralità in un luogo che propone la cultura come un insieme di mappe per orientarsi nella complessità del reale.
Non a caso, a breve nel sito inaugurerà l’apertura della Culturability Community, uno spazio ideato per favorire le relazioni tra le persone e quindi le ricadute operative nella progettualità culturale…il tutto attraverso una piattaforma che i giovani riconoscano come un luogo di libera espressione.

Note:
1. La Fondazione Unipolis è la fondazione d’impresa di Unipol Gruppo Finanziario, di cui rappresenta uno degli strumenti di responsabilità sociale e civile più significativi. La Fondazione persegue, senza scopo di lucro, finalità di ricerca scientifica e culturale, di promozione ed inclusione sociale, sia attraverso progetti operativi propri sia mediante l’erogazione di risorse economiche ad altri soggetti attivi nella società civile. www.fondazioneunipolis.org
2. Pietro Reichlin, Università LUISS-Guido Carli; “Software libri e lauree scommessa per l’Italia” Il Sole 24 Ore, 7 aprile 2010
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Italia/2009/commenti-sole-24-ore/7-aprile-2010/software-libri-lauree-Italia.shtml
3. Guido Guerzoni, Università Luigi Bocconi; dall’intervento “Venice Session” Venezia, 18 febbraio 2009
http://www.youtube.com/watch?v=6GH44gA-2Dk
4.  Foro Europeo de Industrias Culturales, Barcellona 29-30 marzo 2010.
Conferenza governativa per il semestre di presidenza spagnola della UE sulle industrie culturali e creative, con la partecipazione di sei Ministri e cinque direttori generali della cultura di vari paesi europei e del Commissario europeo alla Cultura e alla Formazione, Androulla Vassilou.
5.  Walter Santagata “Libro Bianco sulla creatività. Per un modello italiano di sviluppo” UBE, 2009

L’articolo è stato redatto in collaborazione con la Dott.ssa Chiara Tinonin