Tantissimi gli ospiti e i temi affrontati nel Sodalitas Day tenutosi lunedì 26 aprile e organizzato per festeggiare i primi quindici anni di Fondazione Sodalitas, organizzazione nata come associazione per iniziativa di Assolombarda e che oggi riunisce settantacinque imprese e ottanta manager. Dal 1995, Sodalitas promuove la Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI o CSR), sostiene lo sviluppo della capacità manageriale del non profit,  forma la classe dirigente del futuro accompagnando i giovani dalla scuola al mondo del lavoro.
Tre i messaggi cardine della giornata: la Responsabilità Sociale d’Impresa è il modo più autentico di fare impresa; l’impresa deve ritrovare il suo ruolo nella società; l’impresa sostenibile è senza ombra di dubbio più competitiva delle altre.
Innanzitutto il Sodalitas Day ha posto l’accento su un cambiamento di vocabolario: si è tentato di superare il concetto di impresa socialmente responsabile adottando a 360° l’aggettivo sostenibile. Il motivo conduttore della giornata è stata quindi l’impresa sostenibile da tutti i punti di vista: sociale, ambientale, economico, culturale. Probabilmente il tentativo è quello di tagliare il collegamento tra filantropia e RSI per insistere su una visione più strategica del fare impresa attraverso principi sostenibili. Si è voluto fare un po’ di ordine nel pluralismo lessicale diffusosi in questi anni, scelta che del resto può abbassare il livello di guardia. Se il timore infatti è che Responsabilità Sociale d’Impresa tragga in inganno definendo solo l’ambito “sociale”, il fatto di generalizzare parlando di sostenibilità, fa perdere di vista il concetto di responsabilità. E nel “vuoto culturale”, sottolineato durante lo stesso Sodalitas Day, a proposito di sostenibilità o RSI che dir si voglia, questo può essere un rischio.
La scelta comunque deriva dall’indagine di tipo qualitativo “Le prospettive della Responsabilità sociale in Italia” condotta per Fondazione Sodalitas da GfK Eurisko e presentata durante la manifestazione. La ricerca, che ha intervistato il top management di 46 delle 75 imprese aderenti alla Fondazione, si focalizza sulla consapevolezza raggiunta dalle imprese (e parliamo soprattutto di medio-grandi) di fare scelte, che sostengono non solo il proprio sviluppo ma anche lo sviluppo dell’ambiente, del territorio e della società, per garantirsi continuità e stabilità nel tempo. La sostenibilità è quindi vista come “nuovo paradigma” dell’agire economico, come elemento fondativo dell’identità dell’impresa e delle sue strategie, come una strada senza ritorno.
I leader intervistati del resto concordano sul permanere di un ritardo italiano che ancora frena la diffusione della cultura della sostenibilità. Un ritardo dovuto soprattutto ad un vuoto culturale e alla mancanza di informazione, ma forse sarebbe meglio affermare di formazione. Infatti, se da un lato il Sodalitas Day augura una maggiore diffusione della sostenibilità tra le piccole imprese, la ricerca indica come, anche in molte grandi imprese italiane, permane una cultura manageriale “schiacciata” su una visione a breve termine, che induce una percezione della RSI come costo piuttosto che come investimento.
Le prospettive che emergono, sia dalla ricerca che dagli ospiti dei panel del Sodalitas Day, sono comunque positive. E’ unanimemente condivisa la previsione di un crescente impegno alla sostenibilità: le imprese saranno sempre più impegnate a ridefinire il proprio ruolo, che la crisi economica e finanziaria in corso ha dimostrato essere stato perso da tempo; a revisionare il proprio modello di business; ad adottare un modello di corporate governance fondato sulla centralità degli stakeholder.
Fondazione Sodalitas intende quindi concentrare gli sforzi dei prossimi cinque anni – e quest’arco temporale non è casuale se si pensa che il 2015 è l’anno dell’Expo – soprattutto su quattro ambiti d’intervento ritenuti prioritari: il mondo del lavoro, con un’attenzione particolare ai giovani, all’integrazione e alla diversità; l’inclusione e la coesione sociale, con un coinvolgimento più attivo delle imprese nella comunità; l’ambiente e la tutela delle generazioni future; il mercato, con la spinta verso una maggiore trasparenza nella relazione tra fornitori e clienti.
Se quindi la volontà di Fondazione Sodalitas, indiscusso opinion leader europeo, è quello di adottare il paradigma della sostenibilità, l’occasione ha fatto emergere anche nuovi temi come la coerenza e la legalità. Emma Marcegaglia, Presidente di Confindustria, nel suo video messaggio, ha ricordato il rispetto del codice del lavoro, dei diritti umani, del mercato, delle regolamentazioni ambientali.
La RSI è un’azione volontaria e la scelta della sostenibilità è l’opportunità per restare sul mercato, ma la legge è un’altra cosa. Per questo è necessario non dimenticare che, prima di una cultura della sostenibilità, in Italia, è la cultura della legalità, del senso civico e della responsabilità sociale, che deve essere recuperata.