Il Festival del Viaggio non può che rispecchiare l’idea del viaggiare che si rapporta con l’essenza di un evento festivaliero di tutto rispetto. Questo approccio del tutto moderno si riscontra in un revival pronto a trovare ispirazione nel confronto con il contemporaneo, in quello scorrere così fluido tra le differenti epoche, tanto da rendere difficilmente sconfinabile la ricercatezza di quel “noi ora” che viene a sintetizzarsi nel termine “e-vento”.
Un divenire certo, che dalla scorsa edizione 2009 itinerante tra Arezzo, Pisa e Venezia, si esalta in questo 2010 a Firenze di una maturità costante di idee dalle quali attingere spunti.
Il Festival del Viaggio sarà a Firenze dal 9 al 12 giugno. Il primo giorno interamente omaggiato a Maraini tra la marchin’ band di Enrico Fink e la conferenza-spettacolo di Maurizio Bossi del Gabinetto Viesseux dedicata proprio a Fosco Maraini ne inaugura il seguito. È un festival che gestionalmente parlando prende forma con sezioni della programmazione piuttosto cadenzati, in una concentrazione finalizzata al prospetto del documentario (Documondo), delle attività espostive (Immaginario) o sulle semplice fascia oraria prescelta (Nights). L’alternarsi delle proposte rientranti all’interno delle mini rassegne, oltre a focalizzarne il contenuto ne delinea un potenziale pubblico destinatario: turista e non, invitato a sorridere alla tentazione che si cela dietro l’ossessione del low cost. Così abbiamo un momento interamente dedicato agli scambi case o all’ospitalità sui divani, con la presenza di due esperte di home-exchange e couchsurfing: Gaby Zanobetti e Barbara Sala. Non manca, in una prospettiva che specchia il presente con il passato, una giornata dedicata ai viaggi a piedi, nella declinazione antica dello scenario delle vie Romee e della Francigena. Una “strada spianata” nelle abitudini turistiche e commerciali dei pellegrini ai tempi del Medioevo, che perlopiù si limitavano ad accettare le offerte di pernottamento negli hospitales. Saranno ospiti di questo incontro il direttore dell’Opera Romana Pellegrinaggi, il presidente del Centro Studi Romei e David Riondino.
I tre pazzi viaggiatori su macchina a gas, racconteranno la loro lunga esperienza di viaggio da Torino a Pechino andata e ritorno, mentre Silvia Castelli di Lonely Planet Italia, insieme a Giuseppe Cederna, Luciano Del Sette e Tito Barbini, racconteranno cosa pensa il viaggiatore mentre è in viaggio e come si informa sulle guide. Lo stesso immaginario viene ripresentato nella esposizione al Museo di Antropologia e Etnologia intitolata “Camminare il mondo”, un percorso fotografico dedicato a tante scarpe di tante etnie europee, asiatiche, africane. All’Istituto degli Innocenti, invece, l’arte contemporanea sarà rappresentata da varie opere di artisti italiani che hanno dipinto biciclette e altri mezzi di trasporto. Sia le scarpe, sia biciclette, camper, skateboard si collocano in un percorso espositivo che si confronta anche con la gioventù, nella mostra “Direzione 18-33”, fotoracconto di viaggio dedicato a tutti i giovani tra i 18 e i 33 anni, che possono presentare loro opere, che saranno esposte allo Studio Marangoni.
Nello spazio documentari abbiamo il filmato del funambolo Philippe Petit che attraversò le Twin Towers da una parte all’altra, Marco Vichi che racconta la fuga, Filippo Tuena che fa vedere i documentari degli anni ’10 dedicati alle spedizioni al Polo Sud di Scott e Shakelton.
C’è poi un’abilità di pesare e dosare i piedi ma anche la testa, con la sezione “notturna” dell’evento, in quel contrasto tra “luce e buio” che meglio fa esaltare la singolarità delle proposte dai dj set dedicati ai Santi Nomadi Rom e alle arie subsaharian di Talking Timbuktu, dalla nave del Nobel Derek Walcott raccontata da Gianluigi Tosto al viaggiatore incantato Giuseppe Cederna. Ma il massimo di questo Festival del Viaggio è certo un viaggio superfluo e sorprendente come quello di Andrea Loreni, un funambolo che attraverserà Piazza della Signoria a circa 30 metri di altezza tradotta in una similitudine che insegue la vita sospesa ad un filo teso.
Questa edizione fiorentina del festival ha messo insieme tutte le istituzioni, dalla Regione alla Provincia, dal Comune all’Ente Cassa di Risparmio, e la direzione artistica è riuscita a far collaborare allo stesso progetto la Mediateca Regionale Toscana con l’agenzia di spettacoli Ad Arte, la Fondazione Studio Marangoni (che si occupa di fotografia) con il Museo di Scienze Naturali nella sua sezione di Antropologia e Etnologia. Un festival che appare più ricco se pensiamo al budget minimo col quale viene organizzato. Uno sforzo organizzativo che si avvale di molti collaboratori volontari che sono stati coinvolti in questo progetto dal direttore artistico Alessandro Agostinelli. La scelta di Firenze, rispetto alle edizioni passate svolte nel 2006, 2007, 2008 a Pisa e nel 2009 nelle città di Arezzo e Venezia, è dovuta ad una ricerca di centralità regionale da parte del festival, e anche nella possibilità di orientarsi verso una maggiore presenza di pubblico alle iniziative.
Un Festival del Viaggio di quattro giorni che non rinuncia al rigore scientifico e ad una ricercatezza nei contenuti e nel confronto tra materie artistiche (letteratura, cinema, fotografia, musica, teatro, circo), che richiamano il risparmio energetico e la crisi che sta contraddistinguendo la fine di questo decennio.