Intervista al Prof. Ing. Valter Violanti, Presidente C.T.O. LUniASM e responsabile Progetto M.A.M.B.A

Quando nasce il progetto MAMBA (Monitoraggio Ambientale, diagnostica e valutazione dello stato di conservazione e tutela dei Beni Culturali in ambiente Museale, Bibliografico, Archivistico, Archeologico e Storico-Artistico) e quali sono gli obiettivi che si pone?
Il progetto MAMBA prende avvio nel 2002, seppure in una forma diversa da quella attuale, con la pubblicazione da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Decreto n. 238 del 10 maggio 2001, “Atto di indirizzo sui criteri tecnico scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei” seguito nel 2004 dal Decreto Legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004, recante il “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”.
Il progetto pilota M.A.M.B.A., da realizzare di concerto tra partner pubblici e privati, mira ad avviare un processo conoscitivo e propositivo nel settore della conservazione preventiva dei Beni Culturali finalizzato ad ottenere:
1.monitoraggio conoscitivo dei Beni;
2.elaborazione dei software e degli apparati specifici per eseguire l’acquisizione di dati climatici, microclimatici, di inquinamento, biotici, strutturali e di tutela;
3.elaborazione di linee guida per la corretta conservazione dei beni culturali;
4.analisi della realtà occupazionale per individuare eventuali fabbisogni formativi;
5.definizione della “mappa delle competenze” al fine di delineare le figure professionali;
6.costituzione di un modello di base per una certificazione degli ambienti di conservazione;
7.progettazione di corsi di formazione per prevenzione, tutela ed interventi sul patrimonio.
L’obiettivo finale è quello di costituire un sistema informativo che incrementi e restituisca in forma sistematica la conoscenza dei contenitori dei Beni Culturali, valuti le condizioni di degrado e fornisca strumenti univoci per la pianificazione mirata degli interventi di “conservazione e mitigazione del rischio”. Il Progetto di Ricerca dovrà rendere sempre più funzionale e di immediata consultazione lo strumento, anche mediante un costante perfezionamento ed affinamento dello stesso.

Riferimenti essenziali del progetto, che si estende su tutto il territorio nazionale, sono le Carte del Rischio approntate da diversi regioni quali la Lombardia, l’Emilia Romagna, la Sicilia e la regione Abruzzo che hanno elaborato una mappatura dei beni a rischio all’interno dei loro confini territoriali.
Quanto sono importanti questi strumenti per la tutela del patrimonio e perché ogni regione dovrebbe dotarsene?
Senza alcun dubbio i Beni Culturali appartengono alla categoria delle risorse “non rinnovabili” e, pertanto, devono essere salvaguardati con particolare cura. La conservazione preventiva dei Beni Culturali si attua applicando una serie di misure tendenti a ridurre il rischio di degrado, come ad esempio: il controllo ambientale, la regolare manutenzione, la protezione dei beni mediante sistemi anticrimine, la creazione di documenti sostitutivi in modo da salvaguardare gli originali da un’eccessiva consultazione.
Le Carte del Rischio, oltre ad individuare i possibili rischi di degrado e/o distruzione del Bene, seppure con le dovute personalizzazioni derivanti dalle specificità del singolo territorio, rappresentano una traccia essenziale per la pratica attuazione delle misure di tutela sopra indicate; sarebbe opportuno che ogni Regione si dotasse di tali strumenti al fine di avere indicazioni per l’attuazione delle adeguate procedure di tutela.

Il progetto vede la sinergia di due realtà apparentemente molto distanti quali i beni culturali e i sistemi informativi. Quanto le nuove tecnologie possono aiutare il monitoraggio e la prevenzione dei beni culturali e in che modo? Quali sono le strade da percorrere?
L’informatica, la comunicazione e le nuove tecnologie sono gli strumenti portanti dell’attività, infatti, oltre la rilevazione puntuale delle grandezze microclimatiche, il progetto prevede l’organizzazione di una Tecnostruttura Centrale per la elaborazione / gestione / sviluppo / impiego dei dati con evidenza automatica ed immediata delle anomalie che possono arrecare grave danno alla struttura sotto controllo (microclima, inquinamento, infestazione da muffe e micronganismi ecc.) e, nel contempo, la creazione di un Centro permanente di formazione per la prevenzione del degrado del patrimonio culturale. Obiettivo secondario, ma egualmente importante, è la realizzazione, attraverso l’adozione di opportuni strumenti informatici, di una banca dati normalizzata e compatibile, che permetta di testare concretamente le linee guida elaborate e formulate sulla base di esperienze maturate sul campo; le informazioni contenute nella banca dati saranno utilizzate per la redazione delle schede di vulnerabilità del patrimonio culturale

Quali sono i partner coinvolti nel progetto e in che modo si è realizzata la sinergia tra pubblico e privato?
Gli impianti pilota sono stati realizzati mediante donazioni private, raccolte dall’Ente Morale promotore della “Libera Università Telematica Arti e Scienze Moderne”, in conformità a quanto disposto dall’art.14, comma 1, del D.L.14 marzo 2005, n.35, convertito con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n.80; l’ambito operativo è quello relativo al decreto D.Lgs n.42, del 22 gennaio 2004: “Tutela promozione e valorizzazione dei Beni di interesse artistico, storico e paesaggistico”. In funzione di ciò, le donazioni liberali corrisposte per la tutela dei Beni Culturali possono essere inserite nella dichiarazione dei redditi personale o societaria.
In questo quadro appare evidente il vantaggio che gli Enti coinvolti ottengono con l’adesione al progetto, poiché tutta l’operazione risulta“a costo zero”. Infatti gli sponsor si fanno carico delle spese di progettazione, realizzazione impianti, analisi dati ed elaborazione delle linee guida con i relativi suggerimenti nonché con le indicazioni di rispondenza e di conformità ambientale.

Quali sono i risultati raggiunti fin’ora e quali ancora gli obiettivi da raggiungere?
Il monitoraggio ambientale applicato al settore della conservazione dei beni culturali ha contribuito fortemente alla prevenzione dei danni causati, direttamente o indirettamente, da non adeguate condizioni termoigrometriche. Attraverso un’adeguata indagine ambientale è possibile ottenere, infatti, una migliore definizione dello stato di conservazione del bene ed una più attenta analisi delle cause di alterazione e degrado.
Hanno aderito al Progetto Mamba 19 Enti, di cui 17 appartenenti al Ministero per i Beni e le Attività Culturali; il Progetto MAMBA rappresenta un concreto aiuto ai Responsabili della conservazione degli Enti che hanno aderito, ed in particolar modo a quelli non provvisti di personale tecnico specializzato nella conservazione dei Beni Culturali. Le linee guida elaborate e trasmesse hanno consentito, e consentono, di rimuovere le condizioni di non conformità che causano, anche se involontariamente, una sicura accelerazione dei processi di degrado; un esempio per tutti: i film, i nastri magnetici ed i testi rari sono molto spesso conservati negli stessi ambienti ove opera il personale bibliotecario. Le due entità, i beni ed il personale, necessitano di condizioni termoigrometriche molto differenti causando, per il bene dell’una il detrimento dell’altra. Per la conservazione ottimale dei Beni in questione e per un salubre ambiente di lavoro per il personale, sarebbe sufficiente assegnare loro differenti ambienti con appropriata destinazione d’uso.