Questo istant-book, che ha raccolto i contributi con cui professionisti del settore hanno partecipato alla Tavola Rotonda intitolata “L’Urbanistica italiana dopo le sentenze del TAR sul PNG di Roma”, tenutasi il 22 marzo 2010, è stato redatto nel lasso temporale che intercorre tra l’Ordinanza del Consiglio di Stato di accoglimento dell’istanza cautelare e di sospensiva dell’efficacia delle sentenze del TAR Lazio, emessa il 14 aprile 2010, e l’esame di merito dello stesso giudice amministrativo previsto per l’8 giugno 2010.
Le sentenze con cui il TAR del Lazio si è espresso relativamente al nuovo Piano Regolatore Generale del Comune di Roma, approvato nel 2008, sembrano intravedere eventuali conseguenze per la strumentazione operativa dell’urbanistica italiana. L’incontro, promosso dal Laboratorio di Project Management per l’urbanistica del PIVAT (Corso Interfacoltà di Laurea Specialistica in Pianificazione e Valutazione Ambientale dell’Università di Roma), è stato dunque l’occasione per analizzare e discutere la normativa urbanistica italiana.
Il TAR Lazio, con sent. n. 1524/2010, n. 2383/2010 e n. 2386/2010, consultabili nell’appendice, ha infatti annullato le due norme caratterizzanti il Nuovo Piano Regolatore del Comune di Roma che prevedono rispettivamente l’introduzione del contributo straordinario, aggiuntivo rispetto a quello ordinario connesso al rilascio del permesso di costruire, in relazione a particolari vantaggi attribuiti al piano, e la riserva al Comune di una quota della nuova cubatura prevista dal piano stesso per alcune aree.
Il ‘contributo straordinario di urbanizzazione’, previsto dall’art.20 delle NTA di piano, rientrerebbe nella tipologia delle prestazioni patrimoniali che tuttavia, secondo l’art. 23 della Costituzione, possono essere imposte solo per legge. Il TAR Lazio contesta allora la possibilità che il PRG, quale atto amministrativo, possa prevedere il suddetto contributo.
All’art. 22 del PRG è invece stabilito che “ai fini dell’acquisizione pubblica delle aree destinate a servizi pubblici, il Comune può applicare la cessione compensativa, in alternativa all’espropriazione per pubblica utilità”.  L’art. 17 lettera e) spiega come segue l’espletamento della cessione compensativa: “le aree a destinazione pubblica (…) possono essere acquisite tramite la concessione ai proprietari di previsioni edificatorie da localizzare in situ o trasferibili negli ambiti di compensazione”. Il TAR Lazio ha annullato questa misura ritenendo che tale sistema privasse in realtà il proprietario di un’effettiva libertà di scelta.
Come è possibile leggere nel testo, il Prof. Paolo Stella Richter, ordinario di Diritto Amministrativo presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha introdotto queste problematiche puntando l’accento sull’incapacità finanziaria dei Comuni di sostenere l’onere dell’indennità di espropriazione, e il conseguente ed inevitabili ricorso da parte degli stessi a forme alternative di compensazione. A rendere ancor più complessa la faccenda è poi il fatto che la materia rientra sia nell’ambito del cosiddetto ‘ordinamento civile’, attribuito all’esclusiva potestà legislativa dello Stato, sia nell’ambito particolare del ‘governo del territorio’, affidato invece dall’art. 117 del riformato Titolo V della Costituzione, alla categoria delle potestà legislative ripartite tra Stato e Regioni. Secondo il Prof. Richter mancherebbe tuttavia una normativa statale che enunci i principi, relativamente al sistema perequativo, a cui debbano attenersi quelle locali. A riprova di questa lacuna sarebbe proprio il reiterato ricorso, da parte degli enti locali, ad atti amministrativi che dirimono la materia in modo però evidentemente non univoco, così come dimostrato dagli utili esempi riportati in appendice.
Tra i tanti spunti di riflessione emersi dall’incontro del 22 marzo e riportati fedelmente nel libro, la necessità di un intervento chiarificatore da parte del Legislatore nazionale sembra essere stata condivisa da tutti i partecipanti, con particolare riferimento a tre aspetti centrali, ben sintetizzati nelle conclusioni: l’inevitabile pubblicità dei trasferimenti di cubatura; l’impedimento di un’arbitraria decisione comunale nell’attribuzione della potenzialità edificatoria; la remissione al Piano Regolatore di prevedere non solo le aree a cui attribuire potenzialità edificatoria, bensì anche le aree su cui tale potenzialità, acquistata dai privati o attribuita dal Comune nell’ambito di finalità premiali, potrà essere concretamente esercitata.

L’urbanistica italiana dopo le sentenze del TAR sul PRG di Roma
Rossana Corrado (a cura di)
Gangemi Editore 24,00 euro
ISBN 978-88-492-1919-7