Economia e istituzioni dei beni comuni
Rapporto Iris Network

I dati sulle imprese sociali, proposti sin dalle prime pagine del rapporto “L’impresa sociale in Italia. Economia e istituzioni dei beni comuni”, fanno immediatamente comprendere la rilevanza delle protagoniste del volume: almeno quindicimila aziende, trecentocinquantamila addetti e dieci miliardi di fatturato.
Una volta identificato l’ordine di grandezza del fenomeno, i curatori Carlo Borzaga e Flaviano Zandonai approfondiscono e analizzano le dinamiche e le peculiarità di questo particolare tipo di “organizzazioni private che, senza scopo di lucro, producono e scambiano in via continuativa beni e servizi in vista di obbiettivi di interesse generale”.
Le imprese sociali si distinguono in quanto forme tipicamente nate “dal basso” in modo spontaneo e con elementi fortemente caratterizzanti, quali la loro struttura organizzativa e gestionale.
Lo scopo del volume è innanzitutto quello di fornire una panoramica del complesso contesto di riferimento all’interno del quale le imprese sociali operano e, al tempo stesso, presentare una serie sistematica di dati e informazioni di grande rilevanza in grado di legittimare l’identità di questo modello d’impresa.
Il rapporto, suddiviso in tre parti, si apre tracciando le linee guida per la definizione del fenomeno e inquadrando gli elementi principali della storia della cooperazione sociale. Dopo una seconda sezione strutturata per aree tematiche, la parte conclusiva riprende le questioni più critiche affrontate nel volume e suggerisce attraverso un policy paper orientamenti futuri a sostegno dell’impresa sociale.
La legge n.118/05 (e successivi decreti), uno dei temi più discussi nel volume, nonostante rappresenti l’ufficiale formulazione legislativa del fenomeno, sembra non aver stimolato lo sviluppo di vere e proprie “imprese sociali”. Le cause principali vengono individuate sia nella scarsità di incentivi, sia nella scarsa conoscenza della legge. Sono inoltre evidenziati alcuni tratti dalla normativa che appaiono inadeguati nel cogliere la reale essenza delle imprese sociali, aspetto al quale si accompagna la difficoltà nella comprensione dei frequenti mutamenti legislativi.
Sempre all’interno del contesto normativo di riferimento, un ulteriore spunto di riflessione viene sviluppato sulla molteplicità di forme giuridiche che l’impresa sociale può racchiudere.
La “finalità sociale”, infatti, facilmente identificabile come un concetto “ombrello”, raccoglie sotto gli stessi provvedimenti legislativi imprese sociali di origine commerciale e entità non-profit.

Il volume restituisce un sistematico inquadramento dell’impresa sociale all’interno del contesto italiano, focalizzandosi sulle origini, le dinamiche evolutive in diversi settori e proponendo possibili linee di sviluppo future.
Alla luce delle recenti difficoltà in ambito socio-economico, il modello dell’impresa sociale viene prospettato come una soluzione organizzativa in grado di contribuire a un’efficace attivazione delle risorse locali e individuato come potenziale mezzo per superare le inefficienze che spesso tendono a caratterizzare la produzione governata da un controllo di tipo amministrativo.
Sebbene sia difficile definire in maniera esatta il perimetro d’azione delle imprese sociali e intravedere scenari evolutivi del medio-lungo periodo, riflessioni future dovrebbero concentrarsi su una migliorata promozione dell’impresa sociale all’interno della collettività, non dimenticando il ruolo di questa forma d’impresa nell’ambito delle politiche di sviluppo locali.

L’impresa sociale in Italia
Economia e istituzioni dei beni comuni
Rapporto Iris Network
A cura di Carlo Borzaga e Flaviano Zandonai (a cura di)
Donzelli Editore 22,50 euro
ISBN 9788860363930