In una delle più animate città dell’Andalusia, ai piedi della collina dell’Alhambra, nel cuore della cultura flamenca dove arte e tradizioni cristiane si uniscono a quelle musulmane, si trova la dimora di uno dei musicisti principali della cultura spagnola.
Granada ospitò Manuel de Falla, autore del celebre balletto El Amor Brujo, dal 1919 al 1939, dopo alcuni anni vissuti a Parigi dove strinse amicizia con alcuni dei maggiori artisti europei quali Picasso, Debussy, Satie, Diaghilev, Stravinskij, Delaunay.
Partito nel 1939 per l’Argentina, invitato a dirigere alcuni concerti, la sua anima resterà sempre nel suo carmen granadino con l’intento di tornarvi presto. La difficile situazione europea e spagnola, la morte del suo carissimo amico Federico Garcia Lorca, la mancanza di soldi necessari a sostenere le spese di entrambe le case, lo costringono ad abbandonare la sua dimora spagnola per fermarsi fino alla fine dei suoi giorni in Argentina, sempre affiancato e sostenuto dalla devota sorella.
Il carmen dell’ Ave Maria fu un vero e proprio laboratorio artistico, dove si incontravano i principali esponenti della vita intellettuale granadina: Federico Garcia Lorca,  Juan Ramón Jimenez,  Ignazio Zuloaga, Hermenegildo Lanz, Angel Barrios, Andrés Segovia, e altri esponenti della vita intellettuale spagnola si riunivano tutti intorno al piccolo tavolo circolare della stanzina al piano terra, disquisendo di arte, musica, poesia e politica, mentre all’orizzonte si stagliava uno dei panorami più incantevoli del mondo. In questo luogo, lontano dai rumori della città, immerso nel biancore dei carmen e delle stradine, Falla compone alcune tra le sue opere maggiori: Homenaje a Debussy, El Retablo de Maese Pedro, Concierto para clave y cinco instrumentos, Soneto a Córdoba, Psyché.
La casa attualmente conserva tutti gli oggetti e il mobilio originali appartenuti al maestro, dalla cucina fino alla stanza da letto, riposti attentamente grazie ai disegni che Hermenegildo Lanz fece nel 1941 quando Falla, già malato e oberato dalle spese, decide di abbandonare il carmen. Dal 1943 la casa viene abitata dalla duchessa de Lécera e soltanto nel 1962 il Comune di Granada riscatta la casa per riportare in auge la memoria di uno dei musicisti che maggiormente rispecchia il sentimento e l’anima spagnola.
Una persona metodica, silenziosa, superstiziosa ed esile d’aspetto emerge girando tra le stanze della casa. Ipocondriaco, fumatore, estremamente religioso, poco interessato alla politica e solamente spinto dalla sua passione per la musica e l’arte. Le pareti decorate con quadri, foto e disegni regalati dai suoi amici artisti, sopra i quali campeggia la tela della scuola del Murillo, l’unico quadro che don Manuel pagò col suo denaro. La macchina da scrivere, il grammofono, il pianoforte originale che ancora viene lasciato suonare a chi per passione e devozione si vuole sentire ancora vicino all’anima del gracile genio.
Una realtà museale tanto preziosa quanto poco valorizzata e schiacciata dalla grande imponenza turistica dei vicini monumenti dell’Alhambra e dalla competizione con la Casa Museo Garcia Lorca, ben più celebre a livello europeo. Il Centro Culturale Manuel de Falla, che ingloba auditorium, archivio, esposizione permanente e casa museo, raccoglie una tra le più ricche documentazioni relative alla storia della musica spagnola. Si attende per settembre una riapertura in grande stile, dopo i lunghi lavori, dell’auditorium e delle nuove sale dedicate alle esposizioni permanente e temporanee, con la viva speranza che un centro culturale di tale potenzialità possa affermarsi come reale centro di studio e ricerca musicale a livello europeo.