Arte Visiva, Performace Art, Worshops, Musica, Istallazioni. Questi gli hi-lights di “Rifrazioni festival internazionale di Arti Contemporanee di Anzio e Nettuno” che propone per il quinto anno residenze artistiche dal 5 al 28 luglio e spettacoli accessibili gratuitamente dal 29 luglio al 1 agosto. Nell’area del litorale sud della provincia di Roma, dove il territorio gode di turismo estivo per la maggior parte residenziale a provenienza locale, nazionale e internazionale, il tessuto sociale conta un’ampia presenza di giovani, scontrandosi però con una grave scarsità di strutture deputate alla promozione sociale e culturale (centri di ritrovo, teatri, cinema), che possano permettere alla popolazione di confrontarsi, integrarsi ed esprimersi come gruppi  o comunità.
Le residenze di Rifrazioni cercano di ovviare a questa lacuna permettendo alla comunità locale e non, di confrontarsi con gli artisti e viceversa attraverso una serie di eventi e azioni culturali volte proprio alla partecipazione e alla presa di coscienza del proprio territorio.
Così nascono i “laboratori aperti alla comunità” che coinvolgeranno attivamente la popolazione locale, e saranno realizzati dal collettivo Leibniz (GB) performers e dal collettivo mmmm  performers (Cile/GB), il quale proporrà un progetto chiamato Corpi collettivi che consiste nel prendere lo stampo di singole parti del corpo della gente del luogo, come i danzatori di breakdance, nell’obiettivo di costruire attraverso i calchi dei corpi la memoria collettiva dei luoghi.
Allo stesso modo il collettivo Leibniz proporrà The Ship Of Fools – fantastica costruzione di una barca costituita dai rifiuti portati dal mare, su cui celebrare le proprie memorie e i racconti di chi vuole condividere qualcosa di sé, e Dolls, un invito a partecipare a sessioni di produzione di bambole e pupazzi fatti con materiali riciclati.
Un significativo contributo a tale visione condivisa, è dato inoltre dal progetto Amaro Ammore di Canio Loguercio, primo raduno poetico itinerante in Italia, avente come oggetto la raccolta di ‘suppliche d’amore’ e che si concluderà in una performance, un happening, un concerto, un reading-live, un festival, una cerimonia sacra, un rito collettivo in cui tutta la popolazione è chiamata a partecipare scrivendo la propria supplica d’amore coinvolgendo in particolar modo la comunità degli anziani, le scuole di danza, i musicisti locali, e i ragazzi dell’associazione Biriciclabile di Anzio e Nettuno.
Nello stesso intetno si muovono anche progetti come quello del gruppo Aidoru Songs Canzoni – Landscapes Paesaggi, che vuole verificare quanto un luogo può condizionare la musica, eseguendo le canzoni-paesaggi e lavorando con musicisti del luogo o ancora il workshop Becoming an image dal 12 al 18 luglio di Manuel Vason (IT/GB) affermato fotografo e live artist, che volge la sua ricerca alla scoperta delle varie possibilità espressive del corpo umano nella creazione dell’immagine fotografica in relazione al territorio da esplorare.
Blu, artista  visivo conosciuto in tutto il mondo, sarà inoltre presente con un’opera  che fonde in una cifra del tutto personale street art e animazione: il luogo scelto è una struttura industriale, le Eurodistillerie nella zona dei Tre cancelli a Nettuno su cui si è generato un racconto particolare, riprodotto in video, che verrà proiettato durante le giornate del Festival.
Molti altri artisti collaborano comunque in questa quinta edizione del festival che vanta, tra gli alti, la presenza di Cyril Vandebeusch artista svizzero che realizza installazioni di cibo; Greenstongroup (GB) performers la cui pratica indaga l’esperienza emozionale, la rappresentazione sociale le questioni legate all’identità e alle interpretazioni di genere, linguaggio e potere; Filibert Tologo (CH) danzatore di origine africana che lavora sul recupero delle origini attraverso la danza con il progetto Douna; il Collettivo Cinetico (Italia) gruppo di danzatori e performers, finalisti del Premio Equilibrio Roma con il progetto ?X? che prenderà una nuova forma nella relazione con lo spazio-territorio. E ancora Coupelin Laurent Maurice (CH), videoartista che propone per Rifrazioni un percorso di video istallazioni attraverso le due cittadine; Roberto Sánchez-Camus (Cile/USA) live artist e performer con base a Londra interessato alla ricerca nell’ambito dell’arte relazionale; Olivier Ruellet (FR/GB) artista multimediale che indaga le possibilità audio visive della pratica psico-geografica.
Tutto questo nelle piazze, le stazioni, i porti marittimi, i palazzi storici: spazi di interesse storico-architettonico e spazi pubblici come il Forte Sangallo, il Borgo Medievale, l’ex struttura ospedaliera della Divina Provvidenza a due passi dal mare e la stazione ferroviaria a Nettuno, il Porto Innocenziano e il lungomare Lido dei Pini, il Parco Archeologico Villa di Nerone ad Anzio.
Rifrazioni è un progetto ideato dall’Associazione Cercle che opera nel campo dell’arte e della promozione culturale e nella ricerca di nuovi linguaggi espressivi. Il team di Cercle è composto da esperti nelle arti performative, organizzazione di eventi, spettacoli dal vivo e manifestazioni culturali, operatori culturali per la mediazione tra artisti e territorio e attività di analisi e raccolta dati, esperti di arti visive, musica e specialisti della comunicazione.
Abbiamo chiesto a Francesca De Luca dell’Associazione Cercle di raccontarci il percorso e l’identità di questo festival.

Quali sono stati i primi passi di Rifrazioni?
Rifrazioni nasce come un festival di arti contemporanee in particolare di arti performative, visive e musicali. Come progetto, nasce nel 2006 dall’idea di voler portare le arti contemporanee nei luoghi pubblici di Anzio Nettuno che sono Comuni privi di spazi dedicati alla fruizione di queste arti ( nelle due cittadine non c’è, infatti, un teatro comunale).
Nel tempo Rifrazioni, proprio grazie al radicamento sul territorio, è diventato un festival la cui “componente territoriale” e la ricerca di un radicamento sul territorio diventano componenti di base tanto che se volessimo trovare una formula che sintetizzi il festival potremmo dire “arti contemporanee in luoghi pubblici di interesse culturale collettivo (stazioni ferroviarie, piazze, palazzi storici, quartieri periferici, porti marittimi, etc)”.
Le prime tre edizioni del Festival sono state totalmente autofinanziate cercando poi una collaborazione con associazioni e piccole realtà economiche locali che hanno risposto positivamente alla realizzazione di una rete e alla costituzione di una vera e propria residenza artistica internazionale, diventata anche questa parte integrante del festival. In tal modo il territorio diventa il medium artistico “offerto” agli artisti nel periodo di residenza (che dura circa un mese).

Che tipo di feedback fornisce il territorio rispetto agli stimoli offerti?
Avendo il territorio una parte così centrale nella formulazione del festival, il nostro lavoro sguli spazi urbani dura tutto l’anno e d’inverno prosegue attraverso la negoziazione con associazioni, persone, comunità e istituzioni. La risposta del territorio è stata estremamente eterogenea; da una parte ci sono infatti delle associazioni, come MacroMundi, Legambiente o Biriciclabile , che si occupano di campi diversi dell’arte contemporanea, ma che possono essere considerati parte integrante dell’organizzazione del festival se non altro come presenza sul territorio, come risposta a quello che è il progetto e come supporto.
Rifrazioni non è un progetto facilmente spiegabile proprio perché non è un progetto che mira all’intrattenimento e non è semplice trovare dei canali disposti ad accoglierlo senza riseve. Per questo, per noi, diventa importante compiere un lungo lavoro di tessitura di comunicazione più che di promozione. I feedback interessanti che riceviamo sul territorio sono principalmente quelli che arrivano durante le giornate del festival o durante la residenza stessa, ovvero quando il territorio si anima della presenza di questi artisti nazionali o internazionali. Attraverso lo sguardo degli artisti, anche noi dell’organizzazione cominciamo a relazionarci in modo diverso a gruppi e comunità locali come i pescatori del porto di Anzio, l’associazione di donne del ricamo, gli adolescenti della piazza di Anzio Colonia o i vecchi produttori del vino locale ‘Cacchione’ di Nettuno.

Esiste un’esperienza emblematica del confronto tra artisti e pubblico in questi cinque anni di attività?
Un’esperienza molto particolare fu quella realizzata dalla performance di Gonzalo Rabanal, un performer cileno il cui lavoro, realizzato al Borgo medievale di Nettuno, ha una forte connotazione politica e sociale. Quella sera per preparare la location avevamo allestito un punto informativo in cui invitavamo i passanti, un pubblico occasionale, ad andare alla ricerca della piccola piazza nascosta nel Borgo dove sarebbe avvenuta la performance. Gonzalo, circondato dal pubblico, girava con un salvadanaio di terracotta raccogliendo delle monete. A conclusione della raccolta, il salvadanaio viene rotto e il performer comincia a raccogliere tra le sue mani tutti i resti (cocci e soldi)  riconsegnando poi al pubblico, quasi ad emulare una distribuzione dei beni. Conclusa la performance, molte persone del pubblico sono ripassate nel punto informativo per condividere con noi le loro osservazioni:alcuni erano divertiti, altri scioccati, nel particolare una signora si disse dispiaciuta che l’artista non avesse tenuto con sé le monete, e ci chiedeva il senso dell’azione. Prima  ancora di poterle dare noi una risposta, le rispose il marito dicendole ‘il senso è quello che gli dai tu’ . Ecco, questo è quello che vogliamo esprimere: completa libertà di interpretazione.

Quali sono i rapporti con le istituzioni e amministrazioni pubbliche e sponsor privati?
Riguardo gli sponsor privati abbiamo due main sponsor che ci seguono da tre edizioni, stabilendo dunque un rapporto di fiducia con il festival nonostante questo non promuova un’arte commercial. Per noi è stato quindi maggiormente apprezzabile il loro appoggio che va oltre il lato economico, ed è soprattutto una manifestazione di fiducia. Rifrazioni è un progetto che rivendica l’utilizzo e la trasformazione dei luoghi pubblici in senso collettivo partecipato e condiviso per cui le istituzioni hanno un ruolo centrale nella formulazioni di questo progetto perché  dovrebbero essere parte integrante di questa idea di ‘Cosa pubblica’.
Il problema che abbiamo rilevato negli anni è che, essendo il festival anticonvenzionale (non è puramente spettacolo, è privo di una programmazione definita per tempo dal momento che solo a pochi giorni del festival si sa cosa avverrà) questo si scontra con la rigidità e la burocrazia delle istituzioni. La richiesta di luoghi pubblici per manifestazioni artistiche non è sempre così facilmente ottenibile, dovendosi scontrare con l’inaccessibilità, non dal punto di vista architettonico, ma burocratico a luoghi che invece secondo noi hanno un forte interesse culturale . Contemporaneamente, negli ultimi due anni, il progetto ha avuto dei finanziamenti a livello provinciale e regionale: il che si traduce per noi in un interesse reale nei confronti del progetto inteso come rinnovo del territorio e rispetto all’idea e al lavoro in crescita dei giovani locali .

Quali sono le difficoltà che vi preparate ad affrontare nella nuova edizione di Rifrazioni?
Non abbiamo mai avuto difficoltà a livello relazionale con la popolazione locale perché c’è sempre stata una forte disponibilità e curiosità nei confronti di questa “invasione” di artisti sul territorio. Ci prepariamo piuttosto ad avere difficoltà dal punto di vista burocratico, soprattutto a livello strettamente locale (permessi che saltano all’ultimo minuto). Lo scontro reale che abbiamo con le istituzioni pubbliche si traduce in problematiche con singoli mediatori di luoghi pubblici specifici con il rischio che la gestione pratica dipenda totalmente dall’opinione soggettiva di singoli.