Lo scorso 30 giugno la città di Milano è stata protagonista di un flash mob danzante. 50 ballerini hanno infatti interpretato sequenze musicali di famose arie liriche, riarrangiate in stile funky, lasciando a bocca aperta i presenti in Galleria Vittorio Emanuele e alla Stazione Centrale. La maggior sorpresa però è stata scoprire che dietro a questa innovativa forma di comunicazione c’era la Fondazione Arena di Verona a promuovere la stagione lirica 2010, che giunge quest’anno alla sua 88ª edizione.

Perché si è scelto proprio questo tipo di iniziativa, così innovativa e fuori dagli schemi, per promuovere un evento autorevole e rinomato come la stagione lirica all’Arena di Verona?
L’opera lirica è uno degli elementi distintivi della cultura italiana del mondo, appartiene al nostro passato ma anche al nostro presente e ha molto da dire anche per il futuro.. abbiamo scelto di dimostrarlo attraverso un linguaggio diverso in grado di avvicinarsi con facilità e freschezza, di stupire e coinvolgere. L’obiettivo dei “Mobbers” quando si radunano ad un flash mob è quello di “rompere gli schemi della quotidianità”. Comunicare il Festival Lirico dell’Arena di Verona è un modo per cercare di dare nuovi punti di vista su questo genere, rompere i preconcetti che lo considerano un genere elitario e un po’ ingessato, e avvicinare nuovi potenziali spettatori

La città protagonista del flash mob è stata Milano. Come mai si è prediletta questa sede?
Non è stato facile scegliere la città in cui realizzare il primo flash mob: all’inizio avevamo pensato a Verona, ma la scelta sarebbe stata troppo autoreferenziale.  Milano ci piaceva per l’eterogeneità che rappresenta, per la sua essenza di città della cultura nella sua accezione più ampia, e poi perché è una vetrina eccezionale.

Il 18 giugno è stata la serata inaugurale dell’88° Festival dell’Arena di Verona, che si protrarrà fino al 29 agosto. Come si articola quest’anno il Festival?
La serata inaugurale ha visto quest’anno la rappresentazione di Turandot. Le altre opere in programma sono Aida, Madama Butterfly, Carmen e Il Trovatore, tutte con regia e scene del grande Maestro Franco Zeffirelli, che negli anni ha instaurato con l’Arena di Verona un rapporto speciale. Sono tutte opere di grande richiamo e di forte attrattiva, ma una nota particolare va fatta per Il Trovatore, che vanta quest’anno un cast d’eccezione (Dmitri Hvorostovsky, Marianne Cornetti, Marcelo Alvarez solo per dare alcuni nomi) ed un allestimento davvero meraviglioso.

Per il flash mob le musiche de Il Trovatore, della Carmen e di Madama Butterfly sono state riarrangiate in versione funk. Non avete temuto reazioni di riprovazione da parte dei puristi? E perché è stato scelto proprio questo genere?
Qualche purista avrà trovato sicuramente qualcosa da ridire su quest’operazione che, lo ammetto, può sembrare una “violenza” nei confronti dell’originale, ma è pur sempre vero che innovare a partire dalla tradizione, ovvero ispirarsi a opere scritte più di cent’anni fa per creare qualcosa di nuovo resta la chiave di volta per continuare a “rinfrescare quello che queste opere hanno ancora da dirci. Il funk è stato scelto perché è un genere vicino ai giovani, che può coinvolgerli facilmente e che dunque si presta bene ad attirare l’attenzione. Questo evento non aveva nessuna ambizione di tipo artistico, la finalità era semplicemente creare curiosità e interesse per il Festival Lirico Areniano.

Che tipo di rapporto hanno i giovani con il Festival Lirico dell’Arena?
Il Festival Lirico dell’Arena di Verona può contare su un numero consistente di giovani: le nostre indagini statistiche ci dicono che il 10,7 % del nostro pubblico è al di sotto dei 25 anni e un altro 12,6% va dai 26 ai 35 anni.
Molti giovani però percepiscono la lirica come un genere “vecchio” e poco comprensibile: ricorrere al flash mob dal nostro punto di vista era un modo per avvicinare questa fascia di pubblico.

Quali sono state le reazioni dei presenti al flash mob?
I presenti al flash mob sono rimasti molto colpiti e sorpresi! Soprattutto quando al termine della performance i ballerini si sono dileguati tra la folla velocemente e in silenzio.  Per quasi 4 minuti sembrava che Milano si fosse fermata e che tutto quello che avveniva altrove non avesse più nessuna importanza. E’ stato particolarmente affascinante vedere come lo stupore colpisse tutti i presenti: dai pendolari ai turisti, dalle commesse in pausa pranzo agli uomini d’affari di passaggio.

Ritenete che questo esperimento pubblicitario avrà seguito nel settore teatrale?
Perché no? L’opera lirica, come il teatro, è stata storicamente considerata lontana dal mondo giovanile. In realtà sia la Lirica che il Teatro hanno molto da dire e da dare ad ogni tipo di pubblico. Comunicare questo messaggio attraverso gli strumenti e i canali  più vicini ai giovani aiuta a far entrare questi storici capolavori musicali nella vita di tutti i giorni in modo divertente e curioso. Molti teatri, oltre a Fondazione Arena stanno cercando nuovi modi di comunicare, e non disdegnano mezzi meno classici, quali ad esempio face book.