A distanza di due anni dall’ultima edizione, la 12esima Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, che inaugurerà proprio nei prossimi giorni (25-27 agosto), apre secondo i migliori auspici.
Organizzata dalla Biennale di Venezia e presieduta da Paolo Baratta, come nell’edizione del 2008, viene diretta quest’anno da Kazuyo Sejima, prima donna a dirigere la Biennale Architettura, di recente insignita del prestigioso Pritzker Architecture Prize (insieme a Ryue Nishizawa). L’innovazione è la cifra espressiva della dodicesima edizione, titolata emblematicamente “People meet in architecture”: per la prima volta, infatti, all’interno delle 53 nazioni partecipanti, si trovano Albania, Regno del Bahran, Iran, Malesia, Repubblica del Ruanda e Thailandia, paesi che difficilmente si sentono nominare in manifestazioni internazionali di tale portata, riproponendo, di riflesso, lo spirito che anima la Mostra, ovvero, contribuire ad un incontro reciproco tra individui e architettura e ad aiutare le persone a relazionarsi tra loro.
Dal 1980, anno in cui il settore Architettura acquisì una propria autonomia in occasione della Prima Mostra Internazionale di Architettura, si sono susseguite le varie edizioni della Mostra, collocando progressivamente l’evento, nel corso degli anni, ai vertici della classifica delle esposizioni italiane più visitate.
Cifre alla mano, la scorsa edizione (2008) si è conclusa con un record di pubblico rispetto alle edizioni precedenti, totalizzando 129.323 visitatori complessivi alla Mostra (erano 127.298 nel 2006), registrando una media giornaliera di 1.827 visitatori e afflussi record nei weekend di 8.840 persone. Inoltre, l’evento è stato in grado di sollecitare un ampio dibattito attorno al tema de “l’architettura al di là degli edifici”, stimolando la partecipazione di un pubblico quanto mai visto per una mostra di architettura, ancor più se si pensa che l’indagine sul movimento turistico 2008 indicava un calo del 2,5% sulle presenze turistiche in Italia (- 4,4% straniere, -1,2% italiane) e dell’8-9% dei ricavi (dati XVI Rapporto sul Turismo Italiano).
Un dato è particolarmente significativo: quello degli studenti, che nel 2008 visitarono in gran numero la Mostra, singolarmente o in gruppo (circa 61.436).
Proprio questo segmento sembra essere il vero punto di forza della 12esima edizione, che si arricchisce quest’anno di un progetto inedito destinato ai giovani, dal titolo “Destinazione Biennale di Venezia. Universities meet in architecture”.  Sull’onda del successo della passata edizione, che aveva riscosso particolare seguito da parte del pubblico giovanile, registrando un incremento del 18% rispetto al 2006 (16.794 visitatori universitari nel 2008 a fronte di 14.236 nel 2006), l’attività educational rappresenta una fascia particolarmente interessante, che concepisce gli spazi della Mostra come luogo di apprendimento e aggiornamento delle conoscenze, come laboratorio creativo aperto alla ricerca. Tale iniziativa propone, infatti, ad Università ed Istituti di formazione, i principali fruitori, di programmare una visita strutturata alla Mostra, al fine di incentivare gli studenti di tutto il mondo a considerare la Biennale come un luogo di approfondimento e di ricerca. In questa direzione vanno considerati gli specifici protocolli d’intesa con le Università italiane e straniere, che permettono agli studenti di inserire l’esperienza di visita alla Mostra in crediti formativi. Inoltre, i partecipanti al programma potranno anche assistere ad un’altra nuova iniziativa prevista per la presente edizione, i “Sabati dell’architettura”, una rassegna di incontri ai Giardini dell’Arsenale che vede i direttori delle precedenti Mostre internazionali affiancati da architetti, critici e personalità del mondo dell’architettura per ripercorrere, attraverso il tema della contemporaneità, la storia di un settore destinato a coinvolgere un pubblico sempre più numeroso.
Tutti questi elementi vanno letti come segnali positivi di crescita della Mostra, che dimostra in questa edizione più che mai di aprirsi alla “pluralità di sguardi”, con l’obiettivo di far crescere un pubblico “di qualità” fatto di giovani, che costituivano il 30% del pubblico nella scorsa edizione. Nella prospettiva di investire nel futuro per rilanciare l’architettura come veicolo di comunicazione tra gli individui, ovvero, per usare le parole della direttrice Sejima, “generare una comprensione nuova del mondo.”