Gratis è bello. Soprattutto quando si tratta di arte e cultura. Se infatti la gratuità della cultura è da anni fulcro di dibattiti e bagarre che riguardano strategie politico-economiche sulla sua gestione e fruizione, molte sono le iniziative promosse dal Ministero afferente e da altre istituzioni pubbliche o private che sperimentano le porte aperte dell’arte e della cultura. Avvicinare l’arte, l’architettura e, in generale, la cultura, anche a fasce di popolazione che abitualmente non frequentano spazi culturali, rimane infatti l’obiettivo principale di coloro i quali amministrano tali luoghi e da essi tentano di ricavare le risorse finanziarie necessarie alla loro tutela e valorizzazione.
Ecco dunque che si moltiplicano, non solo in Italia ma anche all’estero, notti bianche dedicate all’apertura gratuita di musei e gallerie con spettacoli che escono dalla rigidità del contesto teatrale per fondersi con marciapiedi e scenari urbani ricchi di vita e di spettatori.
Il pubblico naturalmente, risponde con grande entusiasmo, testimoniato dalla grande presenza in loco. Ultimo record di afflussi, in ordine di tempo, quello che ha coinvolto l’apertura straordinaria di Palazzo Barberini a Roma: più di 10 mila persone, tra le 19,00 e la mezzanotte, hanno atteso con fervore l’evento, formando un cordone umano di svariati chilometri, a dimostrazione della forte volontà di assistere ad un grande appuntamento culturale accessibile a tutti.
Sulla scia di Roma, anche Milano ha proposto un grande Open Day per il restauro del Duomo, previsto per il 24 settembre e a cui tutta la città è chiamata a partecipare. Inoltre, nell’ambito della programmazione dell’Expo 2015, il capoluogo lombardo ha sottoscritto un accordo che prevede l’apertura straordinaria e gratuita una volta al mese delle sale museali di Brera e il Cenacolo.
Sembra dunque che l’unico modo per avvicinare il maggior numero possibile di persone alla fruizione culturale sia quello di esporre il patrimonio gratuitamente.
“Le iniziative gratuite sono trainanti – ha affermato il direttore generale per la valorizzazione Mario Resca – e fanno, di conseguenza, aumentare gli incassi”. Questo, dunque, la motivazione che ha spinto il MiBAC alla moltiplicazione degli eventi gratuiti su tutta la penisola, come “Martedì in Arte”, che propone l’ingresso gratuito ogni ultimo martedì del mese nei musei statali italiani con oltre 50mila visitatori annui, o “Domenica di Carta”, l’iniziativa che il 3 ottobre aprirà le porte di archivi e biblioteche statali.
Il prossimo evento, in programma per questo fine settimana, sarà quello delle Giornate Europee del Patrimonio, che da quasi 10 anni, permette la visita gratuita dei maggiori musei statali e siti archeologici nazionali. Il 25 e 26 settembre si spera dunque di superare le aspettative, andando così a dare regolarità al trend che ha visto registrare lo scorso anno oltre 340 mila visite nei principali musei e siti archeologici italiani in occasione dell’evento.
Anche la Settimana della Cultura, giunta quest’anno alla sua dodicesima edizione, conferma il dato registrato per gli altri eventi a carattere gratuito: 9 giorni di aperture e incontri straordinari hanno infatti calamitato oltre un milione e 700mila visite, quasi 200 mila persone ogni giorno quindi, dato che rimane stabile anche in concomitanza ad altri eventi speciali quali S.Valentino (“Innamorati dell’arte”) e la Festa della donna dell’8 marzo, a cui era concesso l’ingresso gratuito a tutte le donne, italiane e straniere.
Anche “La notte dei musei”, prevista da soli due anni in tutta Italia ad aprile, ha riscosso un successo di pubblico in crescita di anno in anno, con un aumento percentuale tra il 2009 e 2010 che si è attestato al + 130%.
Dati che sicuramente favoriscono i complessi museali più grandi, tra cui spicca il Circuito Archeologico “Colosseo, Palatino e Foro Romano” della Capitale, sito al vertice degli spazi più visitati nel 2009, ma che ben lasciano sperare ad un avvicinamento della popolazione anche verso realtà museali e archeologiche minori, spesso relegate alla periferia o comunque fuori dall’area metropolitana. Spazi che hanno più di altri bisogno di questi eventi straordinari per uscire dal loro isolamento intercettando sia i visitatori che potrebbero potenzialmente permettersi un ingresso a pagamento, ma hanno bisogno di stimoli per la fruizione, sia per i visitatori che vorrebbero fruire la cultura anche in altri periodi dell’anno ma, per motivi economici, non possono. Il bello è che, ogni tanto, si riesce a far felici gli uni e gli altri.

Fonte dati:
Ufficio Statistica MiBAC