Intervista a Francesco Cascino – vicepresidente dell’associazione arteprima

Dott. Cascino, l’associazione culturale arteprima, di cui è vicepresidente, si è impegnata nell’organizzazione di questa grande asta d’arte contemporanea a favore di IMI (Intergruppo Melanoma Italiano), durante la quale si raccoglieranno fondi per la ricerca sul cancro. Quali sono le tappe fondamentali dell’evento?
Innanzitutto il progetto prevede un concept nuovo, un’alleanza tra arte e scienza sull’elemento evolutivo che le accomuna da sempre: la ricerca. In questo momento in cui siamo tutti preoccupati di conservare, è importante, per noi e per IMI, invece, guardare avanti. Nel metodo e nella sostanza entrambe le discipline hanno dinamiche operative e intellettuali simili: creatività e rigore, analisi e fantasia, conoscenza e visionarietà. Per questo tutto l’evento è caratterizzato dall’elemento ricerca. Ad inizio serata ci saranno brevi ma significativi interventi di operatori culturali dell’arte contemporanea e di medici ricercatori di fama mondiale, come Alessandro Testori e Nicola Mozzillo, entrambi responsabili di reparti di eccellenza nella cura del Melanoma, rispettivamente a Milano e a Napoli. Seguirà una cena con cucina di ricerca a cura di Enoteca La Torre, il cui costo di 120 euro a persona verrà interamente devoluto all’IMI. Intorno alle 21 avrà inizio l’asta di 45 opere battuta da Christie’s e interamente organizzata da arteprima. Infine, intorno alle 23, ci sarà un DJ set e una Live Performance sempre con musica e artisti di ricerca, organizzata dai nostri partner di SnobProduction.

Quali sono stati i criteri di scelta delle opere d’arte selezionate per l’asta? E come sono state reperite?
Le opere sono state richieste e selezionate da Rocco Orlacchio e da me sulla scorta delle personali conoscenze di artisti e donatori (le opere sono state donate a titolo gratuito da importanti artisti di ricerca, galleristi, curatori e collezionisti italiani). L’elemento comune ai lavori in asta, naturalmente, è la ricerca, tranne che in alcuni casi di artisti storici, cioè la coerenza con i linguaggi espressivi della contemporaneità più colta e legata allo spirito del tempo. Gli artisti in asta sono presenti in musei e collezioni di primissimo piano, nella maggior parte dei casi, e sono impegnati con noi nel tentativo di spostare l’attenzione dal passato al presente.

Qual è l’obiettivo economico che vi prefissate di raggiungere?
Dal punto di vista strettamente economico in questa occasione vogliamo finanziare la ricerca dell’IMI e aggregare persone attente e consapevoli attorno ai temi dell’esclusione sociale, dell’emarginazione, dell’infanzia che vive il disagio della periferia in senso reale e metaforico. Per raggiungere questi obiettivi abbiamo bisogno di economie forti e solide, e questi eventi sostengono il lavoro di arteprima e dei suoi partner.

Oltre alla raccolta fondi tramite aste benefiche, in che modo, secondo lei, il mondo dell’arte può continuare ad avvicinarsi alla ricerca e alla solidarietà nel campo sociale?
Attraverso il pragmatismo, le dinamiche aziendali e imprenditoriali applicate alla cultura in genere e all’arte in particolare. Non secondo gli schemi semplici delle strutture a pagamento, ma seguendo logiche strategiche e professionali legate al merito, generando nuovi strumenti di organizzazione razionale delle risorse e delle competenze, soprattutto. I raccomandati senza arte né parte che riempiono il ministero dei beni culturali hanno fatto di noi lo zimbello del mondo evoluto. Il curriculum, ad esempio, è diventato un optional. Questo non può più essere:è pericoloso, oltre che ridicolo, e in contraddizione assoluta con la cultura liberal del mondo di oggi.

Arteprima è un’associazione no profit che lavora su progetti culturali di promozione sociale. Quali sono i vostri prossimi progetti e quali i risultati ottenuti finora?
Siamo appena nati, il progetto “L’arte della ricerca: Cultura, Scienza, Evoluzione” contiene nel titolo le nostre mission e i nostri credo, per cui continueremo ad organizzare eventi benefici ma, soprattutto, progetti culturali per le periferie in Italia; mostre, laboratori creativi per bambini, work shop di aggiornamento sui nuovi linguaggi dell’arte, sia per le istituzioni, sia per le aziende illuminate, sia per i nostri associati, che vogliono crescere come lo vogliamo noi, in un contesto intelligente e attento ai cambiamenti quotidiani.