Non è la prima volta che la città di Siviglia ospita nei suoi spazi urbani espressioni artistiche volte al sociale. Basta pensare al collettivo Recetas Urbanas che dal 1995 realizza soluzioni architettoniche alternative con materiali di scarto industriale, allo scopo di andare in supporto alle classi più disagiate.
E’ ora la volta di pittori e scultori, provenienti da 28 paesi di tutto il mondo che, con grandi murales e imponenti sculture, hanno reso il Poligono di San Pablo – uno dei quartieri tradizionali della capitale andalusa – il più grande museo all’aperto d’Europa. Si è conclusa lo scorso 11 di ottobre l’iniziativa “Arte para todos”, dove 42 artisti hanno col loro linguaggio, dato voce agli Otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio, che tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite si sono prefissati di raggiungere entro l’anno 2015.
Restando il dubbio sulla effettiva realizzazione del progetto (che i più cinici potranno definire utopico), con assoluta certezza si potranno a lungo ammirare per le vie del Poligono di San Pablo queste monumentali opere ispirate a temi come il commercio sostenibile, la responsabilità sociale, l’ambiente e l’ecosostenibilità, le nuove tecnologie, l’uguaglianza, i diritti umani, l’abbassamento dei prezzi dei medicinali, la pace e la non violenza. Alla connotazione sociale dell’iniziativa si unisce quella estetica, per cui le opere sono ubicate al posto di mura deteriorate e altre zone di interesse urbanistico, arricchendo così l’immagine della città. Naturalmente il museo all’aperto non richiede nessuna copertura di biglietto d’ingresso, permettendo la fruizione artistica alla popolazione intera, senza ostacoli di sorta.
Una prima edizione dell’iniziativa ebbe luogo già nel 2004 a Tegucigalpa, capitale dell’Honduras, dove furono 400 mila le persone che giunsero per assistere all’evento, ottenendo un forte impatto sociale.
Gli artisti che aderiscono provengono da Argentina, Cile, Australia, Cina, Brasile, Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Polonia, Danimarca, etc. Diverse culture, diverse lingue, diversi background posso unirsi per un unico scopo: quello di arricchire il patrimonio artistico di una città. Nel corso degli anni si sono susseguiti artisti urbani tra i più noti al mondo, come lo statunitense Josh Sarantitis, la scultrice spagnola Elena Laverón, il portoghese Victor Fresno, il danese Vincent Flemming e la brasiliana Nina Pandolfo.
Alla direzione dell’iniziativa Peter Claesson, da più di dieci anni attivo nella realizzazione di progetti di sviluppo ambientale e sociale, tra i fondatori dell’impresa di turismo ecologico Indingo, una delle aziende promotrici del progetto sivigliano.
L’arte urbana sta piano piano ampliando i suoi consensi, anche dei più conservatori critici d’arte, e si pone in questa occasione come un linguaggio fortemente creativo e propositivo, il cui impatto può essere sfruttato allo scopo di diffondere messaggi a livello globale.