A pochi giorni dall’apertura del Museo del Novecento, Milano ospita la VI Conferenza Nazionale dei musei d’Italia organizzata dall’Icom-Italia presso la Fondazione Stelline, dal titolo Musei, Etica e sostenibilità.
In periodo storico in cui spendere energie e risorse economiche in ambiti culturali viene ritenuto un investimento errato e in cui si registrano le serrate dei piccoli musei contro quelli più grandi e noti, l’Icom- Italia, stimolato dalla recente elezione di Daniele Jallà nel comitato mondiale, avvia una analisi per valutare le nuove sfide dell’agire professionale e gestionale in un contesto di crisi economica e di tagli alle finanze delle istituzioni culturali.
I musei del XXI secolo non possono solo rispondere alle esigenze di conservazione del patrimonio culturale, ma devono essere riconosciuti come istituti sociali che svolgono il ruolo di servizio pubblico, di centro di produzione del sapere, di promozione del dialogo, anche interculturale, e devono sottolineare ancora più il senso di appartenenza del bene al suo fruitore. La sfida è tesa alla affermazione dei musei e della cultura, agli occhi degli amministratori, come risorse economiche fondamentali per lo sviluppo del sistema Italia e non come meri e inutili capitoli di spesa dei bilanci.
Forti della esperienza storica che ha dimostrato come nei momenti di crisi si sia sempre risposto con una forza partecipativa notevole e con la consapevolezza degli interlocutori della necessità di cambiamento dei musei, l’Icom si pone come obiettivo quello di assumere il Codice Etico per i Musei, da poco tradotto anche in italiano, come faro nelle difficoltà dei bilanci delle amministrazioni che a vario titolo gesticono il patrimonio museale.
Quattro sono le riflessioni che si propongono: la prima legata alla difesa del ruolo del capitale umano nei musei, rappresentato sia dai professionisti che dai volontari che permettono l’apertura quotidiana di tutti i musei sul territorio nazionale; la seconda legata all’impegno affinchè le risorse economiche siano concentrate sulle attività permanenti che si devono selezionare sulla base della creazione di un radicamento territoriale sempre più definito. Inoltre, si propone si ripensare la gestione museale attivando i canali di massima cooperazione tra istituti, (quali l’avvio di sistemi di musei, di reti e di servizi culturali, di sperimentazione, strategici e di integrazione) ed infine, si sottolinea la necessità di favorire la sussidarietà con il massimo delle energie possibili, che deve avere come punto di centrale, la sinergia tra il pubblico il privato attraverso l’adozione di regole, codici, norme appunto il Codice Etico.
La gestione di un museo è una attività difficile in un periodo di carenze finanziare come quella attuale. E’ giunto il tempo della responsabilità professionale degli addetti ai lavori, della competenza dei direttori e del rigore scientifico dei conservatori che, insieme, devono adottare pratiche utili a garantire l’apertura delle istuzioni culturali, la conservazione del patrimonio culturale raccolto al loro interno e la capacità di comunicare con l’esterno al fine di garantire la presenza costante e vivace del pubblico fruitore.
Ancora una volta, l’Icom ha dimostrato che quando una comunità di esperti, di direttori di musei, di professionisti, di professori universitari e di studenti si confronta riesce a trovare delle energie vitali che vanno a rispondere ai moduli partecipativi eccellenti che si sono registrati in aumento nei periodi finanziari difficili.