Dati, statistiche, analisi ci definiscono un popolo di ‘non lettori’, ma i numeri nella loro essenzialità richiedono di essere interpretati per avere una cognizione veritiera della situazione. Nel saggio “L’Italia che legge”, edito da Laterza, il Prof. Giovanni Solimine ha tentato invece di formulare proprie ipotesi interpretative, valutando l’incidenza di differenti variabili sulla tendenziale carenza di interesse degli italiani nei confronti della lettura.
Il saggio tenta inoltre di comprendere le abitudini delle persone nei confronti dei libri, dall’acquisto, alla consultazione in biblioteca, al ‘cosa e come’ si legge. Interessante anche l’identikit delineato del lettore tipo e del ‘non lettore’, sempre accompagnati da un’attenta riflessione sui fattori che possano influenzare certe attitudini e il rapporto con gli altri ‘consumi culturali’, tra cui vediamo i nuovi media prendere sempre più il sopravvento.
Proprio dalle nuove tecnologie partono poi alcune importanti considerazioni legate all’editoria: il ruolo di Internet nel superamento della carta stampata e quello degli e-book nei confronti del cartaceo, ma anche lo strapotere della tv nel quotidiano, senza tralasciare considerazioni sul costo dei libri apparentemente alto, ma che in realtà sembra esser fermo dal 2005.
Alla luce di così varie e numerose considerazioni, Solimine non manca di lanciare qualche proposta per realizzare politiche di promozione della lettura, che secondo l’autore devono “allargare in modo significativo e durevole le basi sociali della lettura”. In primis è necessario consentire davvero a tutti di leggere con l’apertura di librerie, e soprattutto di biblioteche fornite, in tutto il territorio. Importante è anche il ruolo svolto dai Festival, la cui forza attrattiva sul pubblico sembra essere notevole: proprio per il fascino svolto da questi eventi, sarebbe interessante impiegarli come strumenti per la promozione della lettura e per diffondere in modo piacevole la cultura. A far loro compagnia ci sono anche i media che, con il loro intento pubblicitario, spesso stimolano la curiosità del pubblico, ma anche i premi letterari svolgono, sebbene indirettamente, la stessa azione divulgatrice.
Non si può infine rinunciare a vere e proprie politiche pubbliche: a tal proposito viene presentato il caso del Centro per il libro e la lettura di Roma, presieduto da Gian Arturo Ferrari e costituito nel 2006 attraverso un protocollo d’intesa tra istituzioni e associazioni professionali. Lo scopo principale del Centro è proprio quello di far crescere il numero di lettori abituali ricorrendo a politiche di collaborazione tra enti locali e scuola, editori, librai presenti sul territorio nazionale, per organizzare campagne strategiche e solidali.
Per Solimine resta comunque fondamentale inculcare la cultura del libro fin dalla più tenera età, quando ancora non si è in grado di leggere: il suo suggerimento è infatti quello di introdurre l’oggetto-libro nella quotidianità di ognuno. E’ poi importante puntare sui ‘non lettori’ e sui ‘lettori medi’, che sembrano essere la grande maggioranza, piuttosto che insistere sui lettori abituali: è così infatti che si andrebbe radicalmente a mutare il tessuto socio-economico del paese. Il tutto deve però essere realizzato con una sinergia tra le parti e un loro impegno nel fare sistema.

L’Italia che legge
Giovanni Solimine
Editori Laterza 12,00 euro
ISBN 978-88-420-9443-2