“È un’impresa fare impresa in Italia! Qualcuno se n’è andato, sta pensando di andarsene o se ne andrà per mettere in atto il proprio progetto all’estero. Qualcun altro invece è rimasto, sta decidendo di rimanere o rimarrà per realizzare la propria idea d’impresa qui in Italia. Folle? Forse sì”.
Questo il concept del progetto Mad in Italy, una piattaforma web per valorizzare e far conoscere le idee di successo di chi ha scelto di rimanere a lavorare in Italia nonostante un contesto che scoraggia anziché favorire.
Ciò che da subito colpisce e incuriosisce l’utente sono gli slogan e le immagini provocatorie del sito: dalle camicie di forza che intrappolano i protagonisti delle storie ai cervelli trattenuti da funi affinchè non scappino via. Ed infatti, dietro a questo nuova pagina web c’è Milc, la community di creativi che nel 2009 aveva promosso una campagna contro i tagli alla comunicazione di qualità (Mettiamocilatesta.it), convinta che la forza del “made in Italy” siano le idee, ancor prima dei prodotti.
Mad in Italy si propone come luogo in cui imprenditori raccontano come hanno portato avanti le loro idee imprenditoriali con coraggio e lungimiranza. E’ il caso, per esempio, di Simone Banchini, ex biologo molecolare che si è reinventato come produttore cinematografico e vincendo il David di Donatello e il Nastro d’Argento. “Mad in Italy” punta, infatti, a porre l’attenzione sulle storie e i successi, non in termini di prodotti e creazioni, ma di idee di impresa da condividere.
Alle storie di imprenditori segue una sezione dedicata al racconto di diverse case histories di realtà aziendali che hanno scelto di creare un proprio profilo presentandosi come imprese “Mad”.
Non manca una sezione destinata ai “Mad curriculum” in cui sono pubblicati i percorsi di studio o le prime esperienze lavorative di studenti e ricercatori che hanno la possibilità di far conoscere le loro capacità e competenze in maniera originale e creativa entrando in contatto con imprenditori ed aziende. In questa sezione, invece del classico modello europeo, ci sono ad esempio, il video di un aspirante direttore creativo o l’intervista doppia di due ragazze che vogliono diventare marketing manager.
Inoltre l’anima fortemente social del sito permette a coloro che si iscrivono di partecipare direttamente alle attività del progetto commentando i post del blog, segnalando contenuti “Mad” nell’area wiki e contribuendo ad un continuo aggiornamento del “Mad in Italy”.
Sono i folli che restano a fare grande l’Italia! No? Bisogna insomma cercare di non farsi scoraggiare dal contesto e provare ad avere successo nel nostro Paese. Mad in Italy, per questo, suggerisce utili consigli…